COME RESTAURARE LA CERAMICA E L’OGGETTISTICA ANTIQUARIA

Qualifiche dell'autore: 
restauratrice, Bologna

L’arte della ceramica è importantissima e richiede competenze particolari: oltre al talento artistico, anche una conoscenza perfetta dei materiali e del modo di lavorarli. La ceramica è infatti un materiale composito, molto duttile allo stato naturale, che tuttavia, dopo la lavorazione, che comprende anche la smaltatura, con cui si producono i diversi e noti oggetti, diviene fragilissimo e difficile da trattare. Il loro restauro è altrettanto difficile quanto la produzione, e richiede al restauratore una grande abilità e una formazione molto accurata.

Lei è tra le più famose restauratrici di Bologna, città al centro di una regione in cui l’arte e la produzione della ceramica, a vari livelli, ha conosciuto da sempre uno sviluppo straordinario. Da quanto tempo si dedica al restauro degli oggetti in ceramica, quale committenza ha avuto prevalentemente e quali tipologie di restauro applica?

Mi dedico al restauro della ceramica da dieci anni: dopo gli studi liceali, ho seguito un corso formativo specifico molto accurato, ma sono stata sostenuta soprattutto dalla passione e dall’esperienza. La mia committenza è in maggioranza privata e comprende i collezionisti e alcuni colleghi antiquari.

Notoriamente, il restauro può essere di tipo museale conservativo, preferito dalla committenza pubblica, o di tipo antiquariale o “mimetico”, privilegiato dalla committenza privata. Il primo prevede l’uso di materiale d’incollaggio, d’integrazione e colorazione completamente reversibile e nel pieno rispetto dell’oggetto sottoposto a restauro. Nel risultato finale l’intervento rimane sempre parzialmente visibile. Per quello di tipo antiquariale-mimetico vengono usati materiali completamente diversi per avere un risultato finale perfetto, e il restauro non è assolutamente visibile.

Durante questi anni di attività, la casistica di cui mi sono occupata è ampia, va da vasi greci del IV secolo a. C. a belle maioliche rinascimentali, arrivando alle porcellane e ceramiche europee e italiane del Settecento con marchi prestigiosi come Meissen, Sevrès, Capodimonte, fino al Novecento italiano con le famose Lenci, Melandri e tante altre ancora.

Ma lei non si occupa soltanto del restauro di ceramica…

No, con il tempo ho ampliato le mie competenze, occupandomi anche del restauro di oggettistica e di mobili. Ho collaborato con il museo Carducci di Bologna, dove ho curato il restauro delle suppellettili personali del poeta e della moglie.

L’ultima committenza pubblica è quella dell’archivio storico dell’Università di Bologna. Ricordo che l’oggettistica d’antiquariato comprende tutti i soprammobili e i manufatti che rendono un ambiente bello, personale e ricco. La mia ricerca di oggettistica d’antiquariato è costante e, per questo motivo, mi reco spesso nei mercatini nelle piazze italiane, perché un pezzo di valore può celarsi ovunque. È molto importante anche visitare, o essere presenti, alle numerose fiere dell’antiquariato. Quadri, lampade, statue e specchi sono solo una piccola parte di tutta l’oggettistica d’antichità in vendita. Nel mio negozio di via Farini 29, a Bologna, può essere vista l’oggettistica antica di cui via via mi occupo.

Lei si occupa anche di complementi d’arredo?

Certo, perché in una casa, il mobilio non si ferma ai mobili principali, ma comprende anche i complementi d’arredo, come sedie particolari, poltroncine, vetrine, scrittoi. La mia passione per l’antiquariato mi spinge a una costante ricerca di manufatti antichi. Con i complementi d’arredo l’ambiente diviene ancora più elegante e raffinato.

A Bologna il mercato del restauro su committenza e dell’oggettistica antiquaria è florido. Lei ritiene che ci sia un buon futuro per chi avvia o prosegue un’attività di restauro?

Bologna notoriamente è una città molto interessata all’antiquariato, all’oggettistica antiquaria e ai complementi d’arredo e chi ne ha la possibilità, e non sono pochi, investe sul restauro degli oggetti che possiede o che acquista. Purtroppo, però, il cammino per i futuri restauratori non è altrettanto roseo. È in via di promulgazione una legge che limiterà molto l’esercizio della professione a chi avrà titoli specifici e colpirà anche grandi professionalità in attività. Speriamo che non colpisca anche chi, tra i giovani, ha doti che soltanto la pratica può fare emergere.