NELLA CARTOLERIA C'È LA VITA

Qualifiche dell'autore: 
amministratore delegato di Fulloffice S.r.l., Cartec S.n.c. e Euroffice, Bologna

In qualità di vice presidente vicario della Federazione Nazionale Cartolai Confcommercio, nonché della sezione di Bologna, può dirci com’è cambiato il settore della cartoleria negli ultimi trent’anni?

Il settore della cancelleria è più sensibile di quanto non si pensi alle novità del mercato. E, d’altra parte, gli articoli che noi vendiamo accompagnano un arco della vita che va dalla scuola all’attività professionale e lavorativa in genere, poiché ormai anche il mestiere apparentemente più lontano dalla scrittura deve fare i conti con le esigenze sempre più avanzate della società della comunicazione. Il settore quindi cambia in funzione delle nuove tecnologie informatiche che comportano nuovi modi di pensare, di lavorare e di scrivere: dalla carta, utilizzata sempre di meno, si è passati al compact disk, prima, e alla chiavetta USB, che oggi è il supporto più diffuso; sono rimasti in pochi coloro che scrivono ancora con la penna stilografica, mentre un tempo il pennino era lo strumento principe. Trent’anni fa, agli amici si spedivano lettere o cartoline, oggi si mandano mail e si comunica attraverso i social network. Non è difficile sentirsi chiedere: “Come mai ieri non mi hai risposto su Facebook, dove sei andato?”. Questa è una prova che il mezzo cambia il contenuto e ci costringe a ragionare e a parlare in modo differente, aumentando le nostre possibilità. Lo stesso valore giuridico della firma digitale, per esempio, era impensabile fino a qualche anno fa, mentre oggi è una realtà incontrovertibile. Un po’ com’è accaduto per la moneta elettronica: quando il bancomat e le carte di credito hanno fatto il loro ingresso nei sistemi di pagamento, chi avrebbe mai detto che sarebbero arrivati a soppiantare il contante fino a questo punto? Eppure, proprio quella che sembrava una smaterializzazione del denaro, è diventata la via per la sua tracciabilità, quindi per garantire maggiore sicurezza ai possessori. Ancora una volta, dobbiamo ammettere che l’informatica contribuisce alla scrittura e alla memoria: ciascuna comunicazione è registrata e, per di più, in pochissimo spazio, laddove il supporto cartaceo richiedeva enormi capannoni per ospitare archivi per i quali basta un hard disk.

Allora possiamo dire che le vostre cartolerie – Euroffice a Monteveglio, C.ar.tec. a Casalecchio di Reno e Full Office nel centro di Bologna – seguono le vicende della scrittura in tutti i suoi mezzi e strumenti…

Le nostre tre sedi si rivolgono a un pubblico differente e vario, e questa è una grande ricchezza, perché ci permette di confrontarci con le esigenze più disparate, ma anche di capire che non esiste un luogo che possa fare a meno della cartoleria, anche dopo l’avvento della grande distribuzione, che sembrava una minaccia molto più pesante di quello che si è rivelata nel corso degli anni. Se prendiamo, per esempio, i nostri piccoli clienti, i bambini, da noi trovano articoli originali che difficilmente sono reperibili al supermercato. Il privato, invece, spesso apprezza la comodità di non dover fare lunghi percorsi per rifornirsi, per esempio, di una cartuccia per la stampante. Ma anche le piccole attività e le piccole aziende qui trovano il vantaggio di testare il prodotto, cosa impossibile nei centri commerciali. La nostra scommessa è quella di dare la massima qualità nel servizio e nei prodotti che il mercato offre: per esempio, quest’anno abbiamo acquisito un vasto assortimento di proposte ecologiche delle migliori aziende del settore. Siamo, infatti, molto sensibili anche a politiche di produzione nel mercato più rispettose dell’ambiente.

“Cartoleria è bella, cartoleria è vita”, è uno dei suoi motti…

Chi entra in un negozio pieno di penne, matite e carte colorate non può non pensare a quando era bambino e agli strumenti che usava, mentre simultaneamente viaggia nel futuro, esplorando le novità del settore con funzioni e stili differenti. Nella cartoleria c’è la vita, il passato e il futuro. E c’è il gioco, che non ha età: mi capita spesso di vedere anziani che, davanti a una pennetta USB, si chiedono quanto tempo ci metteranno per capire come usarla; poi, basta poco per vederli sfruttarne tutte le possibilità. Questo è molto bello perché consente di constatare che non è mai troppo tardi per giocare e imparare cose nuove.