LA SFIDA DELL'IMPRENDITORE RINASCIMENTALE

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amministratore delegato di Ponzi Srl

Quindicimila porte automatiche in Italia, di cui seicento girevoli, nelle sedi delle più importanti aziende del mondo, la maggior parte degli aeroporti italiani e oltre il 30 per cento degli hotel nazionali sono alcuni dei numeri che qualificano il marchio Ponzi di Bagnara di Romagna.
La vostra azienda in oltre cinquant’anni di attività ha inventato un nuovo modo d’intendere il settore dei serramenti, depositando numerosi brevetti e privilegiando dal 1936, anno in cui il nonno Domenico Ponzi ha inaugurato una fra le più antiche botteghe per la lavorazione del ferro battuto, la cultura artigianale che ne fa oggi un’impresa fiore all’occhiello del made in Italy…
Io e mio fratello Stefano siamo letteralmente cresciuti nella bottega artigiana di nostro nonno, un maestro della lavorazione del ferro battuto. L’odore intenso del ferro arroventato nei camini per essere lavorato con il martello è ancora vivo nella memoria. È nato qui quel forte legame con il metallo e con la sua plasmabilità, che rende l’attività dell’artigiano che forgia il ferro battuto simile a quella dell’artigiano che plasma il vetro soffiato. La bottega di famiglia, con l’apporto di mio padre, Alessandro Ponzi, è poi divenuta una moderna impresa che utilizzava l’alluminio per i serramenti. Sul finire degli anni sessanta si diffuse, infatti, l’utilizzo di un materiale chiamato anticorodal, costituito da una serie di leghe di alluminio, che aveva il vantaggio di non ossidarsi. Nel frattempo, incominciavo il servizio militare e m’iscrivevo alla Facoltà di Scienze Politiche di Bologna per studiare relazioni internazionali. Mio padre non era molto d’accordo, ma si convinse quando vide i risultati del mio impegno. Dopo la laurea, l’Istituto di Scienze Economiche della Facoltà mi consigliò di soggiornare a Londra per approfondire alcuni aspetti economico-finanziari della Comunità Economica Europea. Andai anche a Budapest per un corso sull’economia dei paesi dell’Est e poi di nuovo in Inghilterra, presso un’azienda di serramenti, dove mi occupavo di vendita e distribuzione.
La formazione all’estero è stata foriera d’idee e io ero determinato a svilupparle nell’azienda di famiglia. La lunga esperienza nel settore dei serramenti e l’accordo con alcune aziende che avevo incontrato durante il soggiorno inglese hanno portato all’invenzione della prima porta automatica chiavi in mano, che ha dato una forte spinta innovativa al settore in Italia. In passato, chi forniva i serramenti tradizionali non produceva anche i vetri e tanto meno si occupava dell’automazione.
Quando abbiamo incominciato, non sono mancate le difficoltà per reperire le risorse finanziarie richieste dagli investimenti, poiché la nostra era una piccola azienda familiare con pochi dipendenti. Oggi, lavorano con noi un centinaio di persone fra le quattro filiali di Bagnara, Milano, Roma e Pescara e seguiamo i più importanti appalti del settore. Oltre alle forniture per uffici, abbiamo sviluppato diverse aree come la grande distribuzione, l’aeroportuale, l’ospedaliera, l’alberghiera. Sono target aziendali per i quali abbiamo studiato tipi di prodotti specifici.
Per il settore ospedaliero, per esempio, dove le esigenze igieniche sono più accentuate, realizziamo porte con una speciale sigillatura per sale operatorie o per ambienti con funzione radiologica. Anche il settore alberghiero esige particolari infissi come le porte girevoli, che proponiamo in legno, in acciaio o in metallo e che in alcuni casi sono bellissime sculture di vetro in movimento. Ancora differenti sono le esigenze delle catene di distribuzione, dei supermercati e dei centri commerciali, per i quali abbiamo studiato prodotti robusti e affidabili molto simili a quelli che forniamo agli aeroporti, che sono però dotati di ulteriori dispositivi di accesso con combinazioni elettroniche molto avanzate.
Abbiamo servito importanti realtà fra cui gli uffici e i punti vendita della Ferrari, il Museo del Cinema della Mole Antonelliana, lo Sporting di Montecarlo, la Stazione Termini di Roma, oltre alla sede della Regione Lombardia e alle nuove portinerie del Senato della Repubblica. La nostra lunga esperienza artigianale ci ha consentito di elaborare una grande varietà di prodotti che va dagli infissi in alluminio agli ingressi di edifici con porte scorrevoli lineari, curve o girevoli, fino alle porte automatiche antipanico di sicurezza, idonee a via di fuga in caso di emergenza e rispondenti alle più avanzate normative di sicurezza e certificazione. Abbiamo inoltre costituito la divisione Ponzi Service per la manutenzione post-vendita dei nostri prodotti.
Ma voi realizzate anche le opere degli architetti o dei designer con cui collaborate…
Inventiamo avveniristiche “sculture dinamiche” come le porte girevoli in vetro, dotate di un motore interno. Sono spesso realizzate su progetto, per cui i nostri interlocutori non sono solo i clienti, ma, oltre agli arredatori e ai serramentisti, gli architetti e i designer. La collaborazione con i più importanti studi di progettazione del mondo è molto stimolante. A Praga, per esempio, abbiamo realizzato un edificio particolare, il Ginger & Fred, con Frank O. Gehry; per Mario Botta l’ingresso girevole del Mart, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; mentre per lo Studio B.W. di Renzo Piano gli ingressi degli Hotels al Lingotto di Torino; poi, con lo Studio Pei Cobb Freed & Partners, gli ingressi della nuova sede della Regione Lombardia a Milano.
La nostra esperienza si avvale della logica artigianale, perciò riusciamo a “forgiare” anche quello che non c’è. Questa cultura industriale ha il vantaggio d’integrare la fase della progettazione con i contributi degli uffici Ricerche e Sviluppo e Qualità e Controllo, che consentono l’acquisizione di specifiche certificazioni. È un settore particolarmente complesso, ma se l’imprenditore non accoglie le sfide e non scommette sull’invenzione costante, probabilmente ha sbagliato mestiere.
La vostra lunga attività di ricerca ha consentito l’elaborazione di speciali certificazioni e importanti brevetti…
La normativa italiana è molto dettagliata in merito agli ambienti di lavoro e prescrive l’utilizzo di specifiche porte. Pertanto, abbiamo sviluppato prodotti innovativi e acquisito apposite certificazioni per porte scorrevoli che sono dotate di dispositivo antipanico, perché in caso di emergenza possono ribaltarsi verso l’esterno.
Abbiamo studiato anche un particolare sistema di scorrimento verticale per porte automatiche a scomparsa, che solitamente si aprono manualmente. È un congegno molto interessante perché viene posizionato nei montanti verticali della muratura e ha alcuni vantaggi quali la facilità della manutenzione e la vocazione a essere installato in ambienti di ridotte dimensioni. Questo brevetto sarà applicabile non solo alle porte interne, ma anche agli armadi e altri componenti d’arredo. Ancora una volta abbiamo integrato la nostra esperienza nel settore degli infissi con le esigenze dell’arredamento: cliccando su un pulsante sarà possibile aprire gli armadi come per magia.
Uno specifico brevetto è dedicato ai profilati in alluminio a taglio termico che consente un alto risparmio energetico per le porte scorrevoli automatiche. È in fase di ricerca, invece, un progetto che rivoluziona ulteriormente le porte girevoli nella logica della costruzione di edifici sostenibili: attraverso il loro movimento potrà essere prodotta nuova energia. Ciascuna persona che entrerà in queste porte hi-tech, infatti, con la propria spinta, contribuirà a produrre energia che sarà convogliata in un dispositivo interno che la convertirà per il fabbisogno energetico dell’intero edificio.
Oggi conduciamo la nostra battaglia per fare sempre meglio, investendo i nostri capitali e rischiando in proprio, ma sarebbe importante che la politica, se non contribuisce allo sviluppo in modo adeguato, almeno non ostacolasse la riuscita.
A ciascuno la sua impresa…
La flessibilità dell’azienda è legata all’integrazione di diversi fattori che sono anche culturali. L’ingegnere può avere un’idea diversa da quella del designer oppure, nello studio di un nuovo prodotto, può essere interessante interpellare anche chi si occuperà dell’installazione. Ciascuno può dare un apporto alla ricerca, integrando storie ed esperienze anche molto differenti. Questa politica ha dato più volte ottimi risultati. Per esempio, per migliorare i progetti del settore ospedaliero, abbiamo invitato in azienda i caposala e il primario di un ospedale. L’infermiere ci ha suggerito, per esempio, di considerare l’esigenza di pulire velocemente alcune porte, cosa a cui non avevamo pensato. Abbiamo addirittura assunto una persona che da anni faceva il manutentore dell’ospedale perché aveva conoscenza delle quotidiane problematiche del settore. Sicuramente l’integrazione di formazioni differenti sarà il futuro delle aziende.
Costruire il prodotto in modo artigianale, quindi su misura del cliente, favorisce la flessibilità dell’azienda ed è la carta culturale vincente delle imprese made in Italy.
Il problema che abbiamo in Italia è che l’imprenditore deve formare da sé il personale, mentre in altri paesi chi entra nel mondo del lavoro ha già una formazione che gli consente di apprendere molto più velocemente le dinamiche dell’azienda. Questo è un vantaggio organizzativo non trascurabile perché comporta che l’imprenditore possa dedicarsi con maggiore profitto agli aspetti commerciali e finanziari. Anche per questo io e mio fratello seguiamo differenti aree operative, mentre mio padre interviene negli aspetti strategici, rappresentando l’azienda quando occorre.