LE CARTE CHE L’ITALIA PUÒ CONTINUARE A GIOCARE

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presidente di Lameplast Group

Con questo numero del giornale, incominciamo a scrivere la carta intellettuale dell’impresa, grazie alla testimonianza di imprenditori che, come lei, hanno continuato a investire nella ricerca, nella formazione e nell’innovazione, senza mai lasciarsi scoraggiare dalle congiunture sfavorevoli o dall’assenza di sostegni da parte delle istituzioni…

Tra il 2007 e il 2009, abbiamo superato i quattro milioni di euro di investimenti. Inoltre, a fine gennaio inizieremo a produrre nel nuovo stabilimento per la divisione farmaceutica, a Rovereto di Novi, che abbiamo realizzato in dieci mesi e rappresenta la prima parte di un investimento totale di trenta milioni di euro. Ma non mi stancherò mai di ripetere che la nostra carta intellettuale si scrive con l’intelligenza delle persone che qualificano il Gruppo grazie alla loro capacità, competenza e spirito costruttivo, non solo singolarmente, ma anche in quanto parte di un team che funziona in modo meraviglioso.

Lo staff si è costituito negli anni seguendo un programma costante, che non si è mai arreso dinanzi agli impedimenti intervenuti lungo il viaggio…

Certo, e per questo occorre fare crescere le persone ciascun giorno, in modo che affrontino sempre nuove sfide e offrendo loro l’opportunità di aggiornarsi, attraverso la formazione e l’informazione, di confrontarsi fra loro e con l’imprenditore: da qui nasce il cervello dell’impresa che può scrivere la carta intellettuale. Con un’organizzazione di questo tipo, si ottengono grandi risultati nell’innovazione di prodotto e di processo. Chi cerca la scorciatoia deve sapere che la via facile, come diceva Machiavelli, è la rovina. 

Occorre attraversare la difficoltà per trovare la semplicità. Coloro che in questi anni hanno cavalcato l’onda del benessere a tutti i costi ora si trovano senza carte in mano, perché la prima cosa che viene loro in mente dinanzi alle difficoltà è quella di cambiare, di scappare dall’Italia…

L’Italia ha ancora tante carte da giocare, tanti imprenditori con capacità intellettuali e organizzative straordinarie, che però non devono limitare i loro sforzi alla ricerca del lucro, altrimenti sono costretti a cambiare paese ogni cinque anni, a seconda del vento che soffia. Le imprese che hanno puntato sul made in Italy sono riconosciute in tutto il mondo e, nonostante la grande diffusione delle imitazioni in tutti i settori, nessuno potrà mai copiare il nostro patrimonio culturale e artistico, che si respira anche nei prodotti apparentemente più lontani dall’arte.

Tant’è che il vostro Gruppo ha vinto diversi Oscar mondiali dell’Imballaggio per l’eleganza che contraddistingue i vostri contenitori monodose. 

Lei è appena tornato dal Cosmoprof di Hong Kong. Quali sono le impressioni e le considerazioni? 

È vero che sono andato in una delle città più internazionali della Cina, ma sono rimasto molto meravigliato: l’organizzazione, il rispetto delle regole, l’ordine e la pulizia nelle strade, la considerazione per lo straniero, che viene sempre indirizzato e orientato, nonostante le difficoltà linguistiche. E poi è veramente impressionante la velocità con cui gli industriali si mobilitano quando capiscono che c’è una novità.

Con oltre trent’anni di brevetti registrati in vari paesi, il Gruppo Lameplast ne ha di novità da offrire…

Infatti, abbiamo in prospettiva dalle trenta alle quaranta trattative che si sono avviate nei giorni della fiera. E con quale sollecitudine questi futuri clienti ci hanno chiamato per avere i listini: la fiera si è conclusa il venerdì sera, il martedì mattina si sono già fatti sentire. Anche nel dare risposte, ho riscontrato una grande puntualità e precisione. In Cina si trovano le stesse condizioni in cui vivevamo noi nel dopoguerra, quando avevamo bisogno di tutto, dovevamo sostenere la crescita e migliorare assolutamente il tenore di vita. Quello che si pensava fosse il pericolo giallo sta diventando sempre più un’opportunità. Noi abbiamo cominciato ad aprirci al mercato cinese nel 2006, quando siamo stati fornitori di contenitori per vaccini. Oggi, sono veramente tante le imprese europee che stanno aprendo sedi in Cina. Alla Cosmoprof di Hong Kong abbiamo incontrato molti espositori europei che non avevano partecipato all’edizione di Bologna, come avevano sempre fatto negli anni precedenti, mentre si sono dichiarati curiosi di conoscere le novità dei paesi emergenti. 

Tornando alla nostra nazione, nonostante il paragone con un’economia in così forte crescita sia inadeguato, penso che sia venuto il momento d’introdurre nuove norme e nuove regole nei rapporti fra le parti sociali, non possiamo più continuare a foraggiare chi non s’impegna nel lavoro e vive sulle spalle della comunità. Nessuno nega il valore del patrimonio intellettuale che un collaboratore rappresenta per un’azienda, ma quando non è valido e non fa nulla per diventarlo, allora l’azienda dovrebbe essere messa nelle condizioni di licenziarlo. L’impossibilità di liberarsi degli esuberi nel privato, oltre che nel pubblico, ha come conseguenza uno spreco enorme di risorse che potrebbero essere destinate alla crescita del paese, attraverso il sostegno alle imprese meritevoli, che sono sul mercato da anni, con tutte le carte in regola, e invece sono ostacolate come se fossero covi di delinquenti, solo perché magari vogliono ampliare la propria sede o fare qualche intervento migliorativo.