IN BILICO TRA REALTÀ E ASSURDO

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studiosa di storia dell’ebraismo, presidente dell’Ass. ADEI-WIZO, sezione di Bologna

L’ADEI-WIZO (Associazione Donne Ebree Italiane) è un’associazione di promozione sociale che opera da ottantacinque anni nel campo del volontariato culturale e sociale, promuovendo i diritti delle donne e diffondendo i valori educativi e formativi dell’ebraismo. Conta venti sezioni in tutta Italia nelle città che sono sede di Comunità ebraiche. Pur essendo fra quelle medio piccole, la nostra sezione bolognese conta circa quaranta iscritte.

Uno dei punti di forza della nostra associazione è il premio letterario, istituito nel 2001, che dal 2008 è intitolato a Adelina Della Pergola, figura storica dell’ADEI. Una giuria prettamente femminile, composta da appassionate lettrici, seleziona tre finalisti che vengono poi valutati da una giuria popolare che ne decreta il vincitore. Nel corso degli anni sono state esaminate circa duecentocinquanta opere di rilievo di autori famosi di differenti nazionalità, ma anche di molti scrittori israeliani, come Amos Oz, Aharon Appelfeld, Abraham Yehoshua, David Grossman e altri. È importante ricordare che, dal 2004, il premio si rivolge anche ai più giovani e coinvolge in particolare gli studenti delle scuole medie superiori. I finalisti del 2012 sono stati Vladimir Vertlib, Alison Pick e Anatolij Krym, con il suo libro Racconti intorno alla felicità ebraica (Spirali). La cerimonia di premiazione si è svolta il 12 novembre a Venezia, nella splendida cornice del Conservatorio Benedetto Marcello. Colgo l’occasione per annunciare che l’anno prossimo il premio letterario ADEI-WIZO molto probabilmente si terrà a Bologna.

Ma veniamo al libro di Anatolij Krym, che dà l’occasione per questo dibattito (La scrittura della felicità, Bologna, 15 novembre 2012): ne parlo non tanto come storica quanto come lettrice. Il libro si compone di sette racconti, sette storie a se stanti, con finali a sorpresa, scritti con uno stile narrativo molto scorrevole, talvolta commovente, talaltra anche ironico e divertente, che offrono uno spaccato di vita quotidiana degli ebrei ucraini nella seconda metà del secolo scorso, dal periodo sovietico fino all’odierno periodo d’indipendenza, caratterizzato dalla massiccia emigrazione degli ebrei in terra d’Israele.

In questo libro, Krym dimostra di conoscere bene il mondo dell’Europa dell’Est, in particolare il mondo ebraico, per questo riesce a descrivere tanto minuziosamente, anche in modo un po’ caricaturale, i personaggi più disparati, differenti l’uno dall’altro per classe sociale, convinzioni ideologiche, carattere e tenore di vita. Come Boris Abramovic, “una celebrità di portata mondiale”; o il personaggio che mi è risultato più simpatico, lo scrittore Josif Pork, che “si vergognava del suo cognome non propriamente Kosher”, (“idoneo”, secondo la normativa ebraica); o il piccolo Lëvuška, intelligente, geniale e unico nipote di due nonne, una ebrea e l’altra cristiana, che si dà molto da fare per trarre profitto da entrambe le situazioni familiari; o il pazzo Lemares, duramente colpito dalla morte dei figli e della moglie durante la Shoah; o, infine, il mitico Griša, che cerca di nascondere le proprie origini ebraiche per ottenere il tesseramento nel partito e aspirare, quindi, a un ruolo di rilievo nella fabbrica in cui lavora, per poi scoprire, a un tratto, che uno dei figli sta per emigrare in Israele con la moglie. Tutti strani personaggi, figure bizzarre, che hanno alle spalle vicende altrettanto bizzarre e singolari modi di vita, ma comunicano al lettore quella felicità ebraica che tutti sanno cos’è ma che, in realtà, nessuno sembra conoscere, nemmeno i diretti interessati. Che cos’è, dunque, questa “felicità ebraica”? Ottimismo e speranza di una vita migliore? O sapere affrontare le cose con filosofia e un pizzico di umorismo? O sapere accontentarsi e avere la capacità di adattarsi a eventi imprevisti? Sì, può essere. Probabilmente la “felicità ebraica” è un insieme di tutto questo, è innata in ciascuno di noi e si esplica in una quotidianità sempre in bilico tra realtà e situazioni al limite dell’assurdo.

 

 

**L'articolo di Ines Miriam Marach è tratto dal dibattito dal titolo La scrittura della felicità, intorno ai libri di Anatolij Krym pubblicati da Spirali, che si è tenuto il 15 novembre 2012 a Bologna.