L’ALLEANZA FRA LE DONNE E I GIOVANI RENDE VINCENTE IL MADE IN ITALY

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amministratore di Moderna Distribuzione, Carpi (MO), vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Modena

Dal 20 maggio 2012, come amministratore di Moderna Distribuzione ha dovuto affrontare difficoltà impensabili: quattro dei vostri dieci punti vendita in provincia di Modena erano stati colpiti dal terremoto. Come lei racconta nel cortometraggio XX settembre, lo sforzo per far ripartire quattro negozi rimasti chiusi per due mesi è stato enorme, considerando che hanno sede in luoghi che si erano svuotati e dove la ripresa è stata lentissima, anche perché molte persone avevano perso il lavoro e non avevano ancora la capacità di spesa di prima. Nonostante tutto, il 9 ottobre 2013 lei ha inaugurato la riapertura di un punto vendita in centro a Carpi, completamente ristrutturato con criteri avanzati di sostenibilità energetica e ambientale. Un’ulteriore prova che gli imprenditori e le imprenditrici di questa provincia non si fermano neanche dinanzi al terremoto, anzi, diventano ancora più combattivi…

È vero, la forza dei nostri imprenditori non viene mai meno e il rilancio è costante. Purtroppo, devono fare i conti ogni giorno con la lentezza della burocrazia, il costo del lavoro e lo scarso sostegno delle istituzioni. Tutto questo in uno scenario di mercato che richiederebbe tanta semplicità, anziché complicazioni. Se, da una parte, negli ultimi anni sono aumentati i finanziamenti dell’Unione Europea destinati a finanziare progetti imprenditoriali o sociali, dall’altra, la difficoltà ad accedere ai bandi – anche a causa della scarsa informazione presso le istituzioni locali, che invece dovrebbero promuovere a gran voce dispositivi per lo sviluppo dell’economia territoriale –, una buona parte di quote stanziate non è stata assegnata per mancanza di adesioni. Come Ascom Confcommercio Modena, stiamo lavorando per partecipare ai bandi del Programma 2014/2020, perché venga finanziata l’apertura di un asilo nido in centro storico, un’iniziativa a beneficio di tutti i cittadini di questa zona della città ancora priva di scuole dell’infanzia. Non abbiamo potuto contare su nessun tipo di supporto da parte delle istituzioni locali, che si sono dimostrate disinformate e noncuranti verso un obiettivo – quello di arricchire di servizi il centro città – che gioca anche a loro favore.

Come donna imprenditrice, ha qualche proposta che possa favorire i giovani, in modo che possano trovare i dispositivi di accoglienza necessari ad esercitare i propri talenti all’interno delle aziende?

Le donne imprenditrici devono trovare un’alleanza con i giovani, nella prospettiva di dare continuità alle proprie aziende e di rivitalizzare il tessuto economico del nostro paese. Il talento è presente nelle nuove generazioni, esattamente come lo era in quelle passate, oggi manca la capacità da parte della politica e dell’impresa di accoglierlo e valorizzarlo, di mettere a disposizione l’humus adatto affinché le abilità tecniche e innovative possano svilupparsi. Se i giovani sono demotivati e sfiduciati, non hanno l’entusiasmo per cercare nuove occasioni o per inventarsi un lavoro e trovare la propria strada. Ci sono esempi reali che testimoniano come questo sia possibile, storie di giovani italiani che dalla provincia hanno portato le proprie idee di business nel mondo. Mi ha colpito l’esperienza di un gruppo di ragazzi siciliani, che ha escogitato un software in grado di modulare la proposta pubblicitaria a seconda del target di utenza: ora questo sistema è presente sui taxi di New York, e stanno ricevendo offerte da multinazionali per l’acquisto del brevetto. Questo è un modello di riuscita auspicabile: le idee geniali dei nostri giovani che decidono di rimanere in Italia, ma che sanno di poter giocare la loro partita nel mercato del mondo.

Mi piacerebbe provare in prima persona a riscrivere le regole partendo dalla mia azienda: accogliere le giovani risorse e aprire una strada orientata alla crescita.

Qual è il contributo che le imprenditrici del terziario possono dare all’integrazione e alla valorizzazione delle nostre eccellenze?

Sarebbe interessante incentivare l’utilizzo dell’e-commerce per la vendita all’estero dei prodotti made in Italy. Viviamo in un territorio di eccellenze agroalimentari, di grandi caratterizzazioni locali, che non sono sufficientemente conosciute nel mondo. Soltanto alcuni distretti riescono nella diffusione e nella promozione del prodotto tipico, in maniera che arrivi anche al di fuori dei confini nazionali: pensiamo al Parmigiano Reggiano o al prosciutto di Parma.

È interessante l’idea che ha adottato la Camera di Commercio di Modena di mettere in rete tutte le nostre tipicità e proporle in un’unica sede (il Palatipico), attraverso un coordinamento condiviso e razionale. Anche qui può giovare un’alleanza, come quella tra le donne e i giovani, tra produttori, tra tipicità, che possa rendere vincente il made in Italy, presentandolo sui mercati internazionali senza quelle inutili frammentazioni, che all’estero non vengono colte, creano soltanto disorientamento e fanno perdere efficacia al messaggio che deve servire a valorizzare la qualità del prodotto.