IL GUSTO DELL’INCONTRO

Qualifiche dell'autore: 
responsabile commerciale della Hellis Sas, Sassuolo (MO)

Lei è responsabile commerciale della Hellis, distributore di componenti elettronici dal 1976 e riferimento per clienti di diversi settori. Può darci una testimonianza della sua esperienza di giovane imprenditrice in un settore di cui si occupano prevalentemente gli uomini?

Da dieci anni, insieme a mio fratello, stiamo lavorando per proseguire e fare crescere l’attività avviata da nostro padre nel 1976. Per poter offrire alle aziende nostre clienti – che operano in Emilia, in Toscana e nelle Marche – le soluzioni più idonee alle loro necessità, siamo divenuti anche partner di fornitori importanti italiani e di altri paesi, con cui collaboriamo costantemente.

Quando ho incominciato a lavorare, nel 1992, sicuramente non è stato facile: allora erano veramente poche le donne in un settore tecnico come il nostro, ho dovuto lottare per guadagnare la fiducia dei clienti che non credevano che una “ragazzina” potesse aiutarli a risolvere problemi importanti. Devo dire che comunque è stato importante il contributo di mio padre, oltre alle prove sul campo che ho dovuto dare. Ma una cosa era certa, fin dall’inizio, non avevo nessuna intenzione di restare dietro una scrivania, per me il gusto dell’incontro era e rimane impagabile. Oggi si lavora molto anche a distanza, ma preferisco incontrare i clienti, sapere chi c’è dall’altra parte del telefono e cogliere qualsiasi occasione di arricchimento reciproco. Se si evita il confronto, proteggendosi con una mail – magari per paura di sentirsi dire di no o di prendersi una responsabilità rispetto a un problema – non c’è crescita, ma chiusura. Forse le donne sono avvantaggiate in questo, si confrontano ciascun giorno con i problemi più svariati e non hanno paura di fare brutta figura: tendono a risolverli, anziché affannarsi per capire di chi è la colpa.

Come imprenditrice, quale pensa che sia la battaglia più urgente da fare in questo momento?

La lotta da cui nessuna impresa può esimersi oggi è quella alla burocrazia. Per fare un esempio, le nostre istituzioni non solo non ci danno una mano negli investimenti, ma rendono talmente complicati gli iter per l’accesso ai finanziamenti pubblici che diventa letteralmente impossibile usufruirne, senza interpellare consulenti da pagare profumatamente perché seguano le pratiche necessarie; tutto questo senza nessuna garanzia di vincere il bando o, in caso di successo,  di ottenere le erogazioni in tempi utili per evitare costi insostenibili del denaro che magari l’impresa è riuscita miracolosamente a farsi anticipare dalla banca.