AMBIRE ALL’UNICUM
Nello
scorso numero della rivista, lei ha notato come storicamente i regimi abbiano
osteggiato la produzione artigianale perché mette in risalto l’ambizione del
singolo a inventare e produrre in modo non conforme…
L’ambizione
dell’artista è produrre oggetti unici, come accade anche per l’artigiano
quando, per esempio, scolpisce il marmo. Ciascun blocco di marmo è unico non
solo per il colore e le sue striature, ma anche per la tecnica con cui è
estratto e il modo in cui è lavorato dall’artigiano. In Italia, poi,
l’attenzione al design e alla qualità di questa materia è davvero notevole. È
una vocazione storica quella dell’artigianato italiano, favorita proprio dalla
carenza di materie prime: il ridotto numero di cave per l’estrazione del marmo
ha favorito l’ingegno nelle tecniche per la sua lavorazione, tanto che i
marmisti italiani sono fra i più richiesti al mondo.
Il nostro
business è acquistare questa preziosa materia prima e trasformarla in oggetti
di arredamento unici, anche nel caso di una semplice soglia. Noi integriamo
l’eccellenza del design italiano con la qualità dei migliori marmi del mondo.
La natura ci permette di fruire di colori meravigliosi, non regalandoci nulla di
uguale. Inoltre, oggi le diverse tecniche di estrazione ci permettono di
disporre di materiali e colori che erano impensabili qualche anno fa perché,
per esempio, la cava era situata in aree non facilmente raggiungibili. Fino ad
alcune decine di anni fa, l’estrazione di pochi blocchi di pietra comportava un
lavoro che durava anni, mentre adesso bastano appena pochi mesi o settimane,
addirittura talvolta è sufficiente anche un solo giorno per estrarre la pietra di
mezza montagna. Quest’ultimo caso, tuttavia, non è auspicabile, perché non
tiene conto di tempi e modi per fruire delle risorse della natura senza
danneggiarla. Tutto il mondo potrebbe essere considerato una cava e negli
ultimi anni ne sono state aperte molte. In ciascun caso, però, bisogna
considerare se la qualità del materiale da estrarre valga i costi di estrazione.
Il migliore porfido è tipicamente trentino, per esempio, anche se attualmente i
più importanti cavatori italiani hanno aperto succursali in Argentina e
Brasile, paesi con notevoli potenzialità minerarie.
Esigenze
di restauro possono richiedere l’eccezionale apertura di cave dismesse…
Nel 2008, ho
partecipato alla gara per il restauro della Cappella della Sacra Sindone a
Torino, progettata alla fine del XVI secolo da Guarino Guarini – fra i massimi
esponenti del barocco piemontese –, che era stata danneggiata da un incendio
nel 1997. La cupola e l’edificio sono costituiti da conci di un marmo
particolare, ricavato dalla cava di Frabosa, poi dismessa dopo la morte
dell’architetto Guarini, perché l’estrazione rischiava di compromettere la
stabilità della montagna e della valle adiacente.
Dal momento
che era necessario sostituire i conci deteriorati dalle fiamme, la direzione
regionale del Ministero dei beni culturali ha concesso la riapertura della
cava, previ carotaggi di un numero determinato dei metri cubi di pietra
necessari al restauro. Anche in questo caso occorreva rispettare parametri
precisi per l’estrazione.
L’opera
degli scalpellini ha reso i centri storici nelle nostre città autentiche opere
d’arte…
L’Italia
offre centri storici che sono unici al mondo, come quello di Ferrara, con il
suo Palazzo dei Diamanti: le pietre sono state estratte e lavorate manualmente
una per una. L’estrazione è avvenuta utilizzando martello, scalpello e cuneo di
legno bagnato, che, gonfiandosi, spacca la roccia. Individuare il punto esatto
in cui la roccia può aprirsi è un’arte, così come modellarla e levigarla.
Michelangelo, per esempio, utilizzava pietre più dure quando lisciava le mani delle
sue sculture. Nel Cinquecento non era stata inventata ancora la carta vetrata e
nemmeno gli utensili diamantati: il marmo veniva scolpito e lucidato a mano.
All’epoca, non c’era neanche il metro e l’unità di misura era costituita dal
braccio o dal palmo della mano, mentre oggi per disegnare un progetto
utilizziamo il computer, il CAD (Computer Aided Design) e le stampanti. Quanta
ambizione c’era in quelle mani. E noi cerchiamo di trasmetterla ancora, per quanto
possibile, ai nuovi artigiani.