LA LUNGIMIRANZA DELL’IMPRENDITORE

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presidente di Gape Due Spa, Sassuolo (MO)

Quando avete avviato l’attività di produzione e rigenerazione di stampi per ceramica, nel 1967, nel distretto più importante al mondo, quello di Sassuolo, avreste mai immaginato di divenire una Spa, con tre stabilimenti e clienti nei paesi più industrializzati fra cui Germania, Francia, Olanda, Finlandia, Stati Uniti, America del Sud e Russia? Assolutamente no. Quando ci siamo messi in proprio, il mio ex socio e io eravamo spinti soltanto dall’esigenza di disporre di maggior tempo libero: all’epoca un dipendente lavorava dieci ore al giorno, tranne il sabato, in cui le ore di lavoro erano nove. Non volevamo più essere prigionieri di una fabbrica, anche perché avevamo meno di diciotto anni. Così, ci licenziammo per fare, in modo indipendente, ciò che avevamo imparato nell’officina di una fabbrica della Marazzi, perché allora gli stampi si costruivano all’interno delle industrie ceramiche. Alcuni dettagli della nostra storia iniziale sono stati pubblicati in vari numeri del vostro giornale, qui dico soltanto che la riuscita e l’approdo non erano scontati: dopo avere aperto l’officina con tanti sacrifici e con l’aiuto di amici e benefattori, per i primi sei mesi rimanemmo senza lavoro, perché non era facile trovare chi desse fiducia a due ragazzi di ventidue anni. Inoltre, come si può immaginare, per fare gli imprenditori non bastavano le competenze tecniche, erano necessarie anche capacità organizzative, commerciali e finanziarie, che avremmo affinato sul campo, procedendo per tentativi ed errori.
Poi, finalmente, un giorno venne a trovarci un imprenditore del settore che, dopo essersi accertato che avessimo tutti gli strumenti necessari per la costruzione di stampi, ci promise che ci avrebbe procurato tanto lavoro. E così fu: lavorammo per molti anni per conto terzi, finché un’industria ceramica ci portò uno stampo da rigenerare.
Allora gli stampi erano costruiti dagli uomini, non c’era la tecnologia odierna, quindi, per un’intera settimana, ci dedicammo a quello stampo affinché uscisse dalla nostra officina come se fosse nuovo fiammante.
Quando andammo a consegnarlo, ci fecero vedere un altro stampo che, dopo essersi staccato dalla pressa, a causa di una resistenza che lo aveva reso incandescente, era finito in una fossa. Noi lo tirammo fuori con il nostro motocarro e lo riparammo.
Fu un lavoro durissimo, ma servì ad accrescere la nostra fama anche presso altre industrie che già allora ci apprezzarono per quello che poi sarebbe diventato il nostro principale elemento di forza: il servizio ai clienti, svolto in tutte le fasi con entusiasmo, serietà e impegno assoluti.
Oggi Gape Due (di cui dal 1985 lei detiene il 100 per cento) è la prima azienda del settore in termini di fatturato, numero di collaboratori, organizzazione e servizio e ha raggiunto traguardi importanti come l’invenzione dello Smart Mould, lo stampo intelligente… Lo stampo è fondamentale per la riuscita di un buon prodotto: da uno stampo perfetto nascono piastrelle perfette. Per questo abbiamo ideato e brevettato lo Smart Mould, che consente di monitorare parametri indispensabili al suo corretto funzionamento come la pressione, l’usura, le temperature e lo stato dei vari componenti, operazione che prima era affidata all’occhio umano, che non riusciva a reperire dati certi e obiettivi. Grazie ai progressi incredibili della sensoristica, lo Smart Mould permette di tenere sotto controllo con precisione ciascun aspetto e garantire una diagnostica precisa e una manutenzione preventiva puntuale e programmabile, in grado di prevenire rotture e malfunzionamenti dello stampo, evitando fermi di produzione.
Non è un caso se siamo diventati i primi del settore: quando siamo nati, cinquant’anni fa, le officine spuntavano come funghi, seguendo lo stesso andamento delle industrie ceramiche, le quali nascevano al ritmo di una al mese. Oggi le aziende che fanno il nostro lavoro sono soltanto una ventina, tra piccole e grandi, ma pochissime hanno fatto un salto di qualità come abbiamo fatto noi nella progettazione, nella tecnologia e nella costruzione di stampi, oltre che nel servizio post-vendita, che curiamo moltissimo. Molti, partiti come noi cinquant’anni fa, invece, sono rimasti artigiani e il problema dell’artigiano è che crede di essere l’unico depositario della competenza e che i dipendenti siano meri esecutori dei suoi ordini.
Io, invece, ho capito molto presto l’importanza di avere collaboratori che fossero più preparati e competenti di me. Un titolare, un imprenditore non può pensare di fare da sé, soprattutto in un’azienda strutturata.
Quindi la riuscita e l’approdo dipendono anche dalla lungimiranza dell’imprenditore? Dipendono anche dalla fortuna di trovarsi a Sassuolo nel momento della sua massima espansione, quando le industrie richiedevano fornitori preparati e pronti a soddisfare le loro esigenze in tempi rapidi, senza badare al prezzo: avevano un margine talmente alto che ripagavano l’investimento iniziale in due anni. Ci chiedevano soltanto di lavorare con dedizione per fornire un prodotto eccellente.
Questo vale ancora oggi e noi manteniamo questo approccio perché, come diceva Steve Jobs, l’unico modo per fare un buon lavoro è farlo con amore.