QUEL CHE ACCOMUNA L’UCRAINA ALL’ITALIA
Con le sue aziende d’importazione e commercializzazione
di prodotti alimentari dell’Europa dell’Est, lei contribuisce agli scambi
commerciali tra Ucraina e Italia. Ma i legami tra questi due stati e tra
l’Ucraina e l’Europa sono molto antichi. Ne è la prova la presenza nella Basilica
di San Pietro delle spoglie di san Giosafat Kuncewycz, l’unico santo sepolto in
Vaticano, oltre ai Papi della Chiesa. Anche per questo l’Ucraina si sente più
europea che russa? San Giosafat è stato ucciso nel 1623 dagli ortodossi,
perché voleva unificare la chiesa cristiana. Ora che la Chiesa ortodossa ucraina
si è separata dalla Chiesa ortodossa russa la storia gli sta dando ragione.
Sono tanti i legami tra Italia e Ucraina, perché una parte di ucraini è di fede
greco-cattolica e appartiene alla giurisdizione del Papa di Roma, anche se rispetta
feste e calendario ortodossi.
Anche il suo bisnonno è vissuto a Roma e, nel 1960, è
stato nominato da Papa Giovanni XXIII il primo segretario della Commissione
preconciliare e conciliare del Vaticano II per le Chiese orientali e poi, nel
1963, è stato elevato alla dignità di Padre del Concilio, conservando
eccezionalmente entrambe le cariche a seguito della pronuncia di Papa Paolo VI…
Padre Atanasij Velykyj è stato anche vice rettore e prorettore del Pontificio
Collegio Ucraino di san Giosafat a Roma. Grazie ai suoi sforzi, la commissione
del Concilio Vaticano ha adottato una risoluzione sulla necessità di costituire
un patriarcato di Kyiv. Egli fu anche, tra l’altro, consulente della
Commissione per la revisione della legge canonica della Chiesa romana e delle
chiese orientali.
Inoltre, la Commissione biblica dell’Ordine Basiliano, che
ha effettuato la prima traduzione ucraina della Bibbia, è stata diretta da
Velykyj.
Il cognome di sua madre era Bekysh, come il mio. Padre
Damian Bohun ha sottolineato che il cognome del mio bisnonno, Velykyj, tradotto
con il termine “grande”, indica anche la sua grande opera scientifica, su cui è
basata la Chiesa greco-cattolica. Durante il periodo dell’Unione Sovietica,
Padre Velykyi lavorava negli archivi del Vaticano, da cui ha tratto importanti
raccolte di documenti. Nonostante ciò, quando morì la madre, tenne la messa per
i suoi funerali tramite Radio Vaticana, perché se fosse tornato in Ucraina, avrebbe
rischiato di essere arrestato immediatamente.
In Italia condividiamo con l’Ucraina la cultura della
cura dei genitori e della famiglia e la sua mamma era impiegata come badante
presso una famiglia di anziani. Perché, secondo lei? Gli ucraini sono molto
religiosi, ecco perché hanno cura dei genitori.
Tante donne ucraine sono venute in Italia, abbandonando i
figli, per aiutare gli anziani italiani. Questo è il loro dono al popolo
italiano.
Perché molte donne hanno lasciato il paese? Vivevano in
povertà in Ucraina? In Giappone, la più grande maledizione che si può
augurare è di vivere in tempi di cambiamento. Quando è crollato il regime
sovietico, negli anni novanta, l’Ucraina si è trovata in una situazione molto
difficile: il potere russo ha depredato ogni ricchezza. In quel periodo,
l’Ucraina ha mantenuto la propria civiltà, pur attraversando la difficile fase
del disfacimento del regime. Per cui sono stati tanti gli ucraini, fra i quali
anche professori e insegnanti, che sono emigrati verso l’Italia, accettando di
svolgere i lavori più umili pur di non vivere di stenti, come avveniva in quel
momento di grande cambiamento in Ucraina.