LA MIA VOCAZIONE PER LA MECCANICA

Qualifiche dell'autore: 
presidente di Gape Due S.p.A., Sassuolo (MO)

Il viaggio della Gape Due Spa s’intreccia con quello del comprensorio in cui si produce ben l’80 per cento delle piastrelle italiane, che si estende da Sassuolo, dove voi avete la sede, alle cittadine adiacenti di Scandiano, Rubiera, Casalgrande, Castellarano, Formigine, Fiorano, Maranello e Castelvetro di Modena, dove si produce. Quali sono i fattori che hanno influito perché questo comprensorio si specializzasse nella ceramica? L’atto di nascita del distretto della ceramica di Sassuolo risale al 1741, quando un gruppo di imprenditori costituì la prima società operativa nella produzione della maiolica, conosciuta come “Fabbrica della Maiolica”.
Lo stabilimento, per un lungo periodo, godette del monopolio nella produzione e nella commercializzazione delle piastrelle all’interno del territorio estense, e due dei suoi fondatori, i fratelli Carlo e Don Antonio Rubbiani, furono i primi a brevettare la tecnologia per la produzione di piastrelle ceramiche da rivestimento. Tuttavia, le prime vere e proprie produzioni di piastrelle in ceramica risalgono soltanto al XX secolo, in particolare al dopoguerra, quando aumentarono a dismisura le imprese operative nel settore, grazie all’abbondante disponibilità dell’argilla rossa e alla possibilità di reperire manodopera dalle zone agricole circostanti. Sembra incredibile, ma dove adesso vediamo moderni stabilimenti progettati da famosi architetti, che ospitano le industrie ceramiche più innovative, fino agli anni cinquanta si vedevano soltanto pecore al pascolo.
Invece, negli anni sessanta, quando è nata la Gape, nasceva quasi un’azienda al giorno. Si trattava di piccole realtà, costituite da cittadini che facevano tutt’altro mestiere – dal lattaio al falegname al contadino – che si mettevano in società con piccole quote, quasi a livello di azionariato popolare. Così, si era arrivati a un periodo in cui, percorrendo la strada statale che va da Sassuolo a Reggio Emilia, c’era un’unica fila continua di aziende ceramiche a destra e a sinistra. Questo per noi fornitori era un vantaggio, perché riducevamo i tempi di spostamento da un cliente all’altro. Che bei tempi.
Quando è incominciato invece lo sviluppo da cui sono nate le organizzazioni industriali attuali, che esportano le piastrelle e influenzano le tendenze dell’architettura da interni e da esterni in tutti i paesi del mondo? Negli anni novanta, molte piccole aziende sono state assorbite dai grandi gruppi che tuttora dominano il mercato. L’evoluzione del prodotto ceramico è stata enorme e ha richiesto anni di ricerca con risultati eccellenti, che hanno influito sulle tecnologie di produzione: ciascuna innovazione nel settore nasce dall’esigenza di rispondere alle trasformazioni che intervengono nella società in termini di moda, stile, gusto, ma anche in termini di risparmio energetico, impatto ambientale e sostenibilità. A volte, siamo noi fornitori a proporre un’innovazione che poi consente alle industrie manifatturiere di ottenere i risultati cercati.
Può fare qualche esempio a questo proposito? Negli ultimi vent’anni, sono state tre le tappe salienti dell’innovazione proposte dalla nostra azienda. Nel 2000, la Gape Due ha messo a punto e brevettato lo stampo Multiformato, che ha comportato un notevole risparmio di tempo per le fabbriche di piastrelle. Nel 2015, poi, abbiamo ideato lo stampo isostatico Calibra, in grado di garantire l’uniformità della pressatura sia su formati medio piccoli – con un gran numero di uscite piastrella – sia sui grandi formati. Ma la svolta decisiva c’è stata nel 2017 con lo Smart Mould, lo stampo intelligente che si avvale della sensoristica più avanzata per soddisfare le esigenze della fabbrica digitale. Lo Smart Mould permette il monitoraggio continuo del ciclo produttivo dello stampo, riducendo i costi sostenuti dalle aziende clienti a causa di eventuali guasti e rotture dei macchinari.
Qual è il dispositivo che contribuisce alla ricerca e all’innovazione nella vostra azienda? I nostri ingegneri sono certamente i protagonisti dell’innovazione, ma i tecnici commerciali, che si recano in visita dai clienti in modo costante, hanno modo di ascoltare le loro esigenze e di raccogliere informazioni di grande utilità per gli ingegneri che lavorano nell’ufficio di progettazione.
All’inizio, però, quando è stata fondata la Gape, nel 1967, l’impulso all’innovazione veniva principalmente da me.
Com’è nata la sua vocazione per la meccanica? C’era qualcuno in famiglia che lavorava in questo settore? Mio padre era muratore, figlio di muratore, mentre i genitori di mia madre erano contadini, tuttavia, suo padre aveva allestito una vera e propria officina in campagna ed era noto per avere inventato diverse attrezzature utili nel lavoro dei campi. Da bambino, in estate mi mandavano in villeggiatura sotto Montese, vicino al fiume Panaro, a casa dei nonni. Non c’erano altri bambini con cui giocare e, per certi versi, mi sentivo in esilio.
Anche se allora non lo capivo, oggi però posso dire che frequentare l’officina del nonno la sera, quando lui tornava dai campi, è stato il più bel regalo che potessero farmi.