PERCHÉ DOBBIAMO CREDERE NEL NOSTRO INGEGNO

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presidente di Palmieri Group Spa, Gaggio Montano (BO)

Da cinquant’anni lavoro come imprenditore nel settore metalmeccanico. Le mie industrie sono a Gaggio Montano e a Campiglia Marittima, con sette stabilimenti, oltre duecentocinquanta persone impiegate nell’Appennino e più di altre cento che lavorano in vari paesi del mondo. Il mio settore è oggi fortemente penalizzato dai costi delle materie prime e dalle difficoltà di reperirle: ne abbiamo bisogno per un’industria che stampa a caldo mille tonnellate di acciaio al mese e ne utilizza mensilmente circa altre mille per pantografati, tondi e profilati che lavoriamo e esportiamo per l’80% come prodotti finiti.

Lavoriamo nei settori delle escavazioni sotterranee e dei grandi pozzi da miniera non petroliferi, ma anche nel campo molto vasto della degassificazione delle miniere di carbone, dov’è richiesta molta competenza. Attualmente stiamo lavorando a un progetto molto importante per le grandi fondazioni delle torri eoliche nel Mare del Nord, perché siamo specialisti nella perforazione di tunnel sia in verticale sia in orizzontale e siamo ancora più forti sia nei pozzi da miniera sia in quelli particolari.

Dal 1978 ho incominciato a viaggiare attraverso vari paesi del mondo. Il primo che ho visitato è stato la Corea del Sud, dove in quel momento le compagnie di costruzione pensavano che avere macchine meccanizzate per scavare tunnel fosse qualcosa di eccezionale. È stato allora che ho incominciato a vendere gli utensili che avevo imparato a costruire nel 1971, partecipando a un progetto idroelettrico nelle aree di Suviana e del Brasimone, dov’era impiegata una grande macchina americana per l’escavazione di tunnel. Da allora la tecnologia è progredita sempre più, ma produco ancora oggi l’utensile da installare in questa macchina.

Durante i trentacinque anni di viaggi in vari paesi del mondo ho venduto molti prodotti delle mie aziende e, oltre alla memoria, la fantasia non mi è mai mancata. Noi italiani siamo quelli che hanno soluzioni brillanti per tutte le condizioni e siamo i migliori al mondo perché riusciamo a inventare combinazioni nuove “tagliando i vestiti su misura”. Perché oggi sono arrivate in Emilia-Romagna alcune multinazionali americane o cinesi, che potevano investire in altri paesi con un minor costo del lavoro? Occorre andare in giro nel mondo per capire quanto sono stimati gli imprenditori italiani.

Perché i cinesi vengono in Italia a comprare le nostre fabbriche? Perché i tedeschi vengono a comprare le nostre fabbriche? Perché vengono proprio qui a investire? Il sindacato e i cittadini dovrebbero chiederselo. Vengono qui perché qui c’è un popolo di inventori. Questo siamo noi italiani. Ed è da qui che dobbiamo partire: dobbiamo credere nel nostro ingegno. Quando è indispensabile, ancora oggi con mia moglie mi reco nei paesi in cui ci hanno scelto come partner di grandi progetti industriali, per ringraziare.

Noi abbiamo una grande competenza anche nella produzione di macchine utensili, ecco perché abbiamo bisogno di reperire molti collaboratori, che spesso sono periti meccanici ai quali facciamo seguire i nostri corsi interni di formazione. Chi ne ha voglia, il sabato mattina entra in azienda e fa sei ore di formazione retribuite con il 50% in più del compenso orario settimanale. Ma noi insegniamo un’arte a questi giovani, al punto che dopo tre, quattro o cinque anni possono dire: “Ciao Palmieri, non mi piaci e me ne vado in un altro posto”. Ecco perché noi cerchiamo anche di fidelizzare i collaboratori a cui insegniamo il mestiere. Ed è ciò che dobbiamo continuare a fare nelle nostre industrie, è ciò a cui dobbiamo pensare sempre di più, ossia fare in modo che i collaboratori desiderino restare a lavorare nelle nostre aziende proprio perché le hanno scelte.

Noi abbiamo molte impiegate donne e io sono diventato un inventore perché ho avuto vicino a me un ottimo perito meccanico donna, che abbiamo assunto appena diplomata e che collabora con noi da trentotto anni. Lei è sempre stata la penna delle mie idee. Un’altra nostra collaboratrice lavora con me da quasi trent’anni. Accettò di lavorare da noi soltanto per farmi un piacere, disse. Questa signora attualmente è diventata il nostro miglior venditore, ha girato il mondo e ha fatto grandi affari in paesi dove le donne non hanno voce in capitolo. Comunque ho anche tanti validi collaboratori uomini. Oggi continuiamo a recarci in tutti i continenti per visitare i nostri clienti e più sono difficili i progetti che ci propongono e più ci divertiamo, perché è nei vestiti fatti su misura che c’è il valore aggiunto. Così continuiamo a coltivare l’entusiasmo dei collaboratori che ci hanno scelto.