L’EDILIZIA SECONDO IL CRITERIO DELLA QUALITÀ

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presidente di Bianchi Alberto Srl, Funo di Argelato (BO)

Sin da quando vent’anni fa lei ha intrapreso l’attività nel settore edile, il lavoro, l’industria e la città sono elementi che s’intrecciano nella sua storia, intervenendo prima nella ristrutturazione di molti edifici del Centergross, la città del commercio nota come il più importante centro mondiale del pronto moda all’ingrosso e con la più alta concentrazione di imprese e poi nella costruzione e nella ristrutturazione di altri edifici, anche rinascimentali, secondo tecnologie innovative a ridotto o nullo fabbisogno energetico. Le stagioni di rilancio del Paese sono sempre state caratterizzate dal rilancio anche dell’edilizia, settore che negli ultimi anni ha attraversato grandi trasformazioni. Qual è la sua testimonianza?

La mia esperienza nel settore edile è incominciata nel 2000, in un’azienda edile che operava già da diversi anni e in cui sono giunto a svolgere funzioni che competevano tecnicamente al presidente della società, Roberto Soncini, che presto mi ha proposto di divenire socio. Soncini era un uomo con molte qualità, ma mi sono subito dichiarato non intenzionato a prendere in mano la società, aprendone una invece a mio nome, per distinguere nettamente la conduzione. È stata per me un’esperienza molto importante, in ambito sia commerciale sia tecnico. Quando poi lui è deceduto improvvisamente, la società è stata avviata alla chiusura e i sindacati mi hanno sobbarcato di responsabilità che non mi competevano, pretendendo l’assunzione di tutti i dipendenti della vecchia società. Oggi, il marchio dell’azienda è costituito dal mio nome per indicare che siamo sicuri di fornire un lavoro di qualità, non subappaltando ma mettendoci la firma. Il fatturato è cresciuto di anno in anno e abbiamo continuato a effettuare ristrutturazioni impegnative, anche di milioni di euro, in ambito commerciale, industriale e civile. Molti edifici del Centergross sono stati ristrutturati da noi e abbiamo esteso i nostri interventi ai settori impiantistico ed energetico: costruiamo e ristrutturiamo immobili in Classe A+ e siamo in grado d’intervenire secondo diversi criteri di bioedilizia, per costruire immobili che possono produrre più energia di quella che consumano, sia per privati sia per aziende. In ambito commerciale abbiamo costruito negozi bellissimi per importanti gruppi industriali della moda italiana, secondo cui bellezza e qualità sono i requisiti del migliore Made in Italy.

Qual è il valore aggiunto del suo lavoro?

Come tutti i lavori imprenditoriali, l’impegno profuso mi ha consentito di crescere e quindi mi ha formato anche come persona. Ciascuna volta assumo io in primis la responsabilità della riuscita del progetto, non soltanto verso i miei clienti, ma anche verso i collaboratori dell’azienda e le loro famiglie: in alcuni casi lavorano da noi il padre, il figlio e il genero. I nostri committenti continuano ad affidarmi interventi di una certa importanza, confermandomi il loro apprezzamento, ma l’altra cosa di cui vado orgoglioso è avere la stima dei miei dipendenti: loro chiedono molto, ma io posso contare su di loro in qualsiasi momento.

Qual è la tendenza nell’edilizia?

Come altri imprenditori del settore, ritengo che in questa fase la politica dei bonus abbia avuto l’effetto di una speculazione. Noi siamo un’azienda solida finanziariamente e quindi lavoriamo poco con le banche. Abbiamo incominciato un lavoro a luglio 2020 – eravamo fra le prime imprese a utilizzare il bonus 110% a Bologna – e il cantiere è stato concluso con successo a marzo 2021. Ma stiamo ancora aspettando d’incassare il credito di 100 mila euro già asseverato. Ma perché un’impresa dovrebbe accettare di attendere il proprio incasso così tardi? Attualmente, per agevolare clienti che da diversi anni ci hanno scelto come costruttori di fiducia, continuiamo a effettuare interventi di questo tipo, ma è il cliente ad accollarsi il credito e la gestione delle pratiche.

Spesso si tende ad associare l’edilizia al cosiddetto “consumo di territorio”. Ma basta attraversare la via Emilia per constatare come ciò che rende l’Italia e il suo paesaggio unici al mondo sono le migliaia di piccole e medie imprese che producono manufatti di qualità, le cui sedi sono disseminate lungo le nostre città e paesi, montagne e valli. E la peculiarità di questo paesaggio non si può certo chiamare consumo di territorio…

Noi abbiamo costruito molti immobili per queste imprese e non saremmo qui oggi se altri industriali e commercianti non avessero effettuato espansioni commerciali per l’esigenza di crescere e di produrre cose di qualità. Poi, si può decidere di fare industria in una maniera che non sia sfavorevole all’ambiente, e nei prossimi anni questo approccio sarà indispensabile. Le nostre aziende clienti vanno in questa direzione. Non possiamo ignorare che le città amplieranno sempre di più la propria estensione. Pertanto, se si amplia il terreno del costruito quando si costruiscono edifici a impatto zero, il problema delle immissioni resta perché lasciamo che i vecchi immobili continuino a consumare tonnellate di gas. Allora, il problema non è il consumo di territorio, ma la riqualificazione energetica delle città. Noi abbiamo l’esigenza di costruire secondo criteri di qualità e spero di riuscire sempre più in questa direzione.