PAJU, LA CITTÀ DEL LIBRO

Qualifiche dell'autore: 
direttore del Progetto di Paju Bookcity (Corea del Sud)

Intervista di Anna Spadafora

La rivista italiana “La città del secondo rinascimento” è molto felice di pubblicare, nel numero dedicato all’ospitalità, un’intervista al direttore del progetto di Paju Bookcity, la città interamente dedicata al libro che da poco è sorta in Corea, a nord-ovest di Seul. Di cosa si tratta?

È un particolare luogo dove ciascuna cosa ha a che fare con il libro, l’editoria e la stampa, nonché la logistica e il trasporto a esso connessi. Abbiamo messo tutto questo assieme per creare un effetto di sinergia che giovi a una maggiore creatività. Tutte queste cose, poste in un unico luogo, hanno creato una città. Anche il design degli edifici è particolare. Alcuni sembrano libri o scaffali di libri.

Chi ha ideato questo progetto?

Il Presidente di una casa editrice e della Bookcity Culture Foundation, Yi Ki-Ung. All’inizio c’era solo il libro, che segnò la nascita di una casa editrice. Poi, quest’idea si ampliò sempre più, fino a interessare non solo il libro ma anche il design architettonico, lo stile di vita delle persone che lavoravano in questo progetto. Man mano, si stava inventando una nuova cultura, che, attraverso la cultura e la produzione del libro, coinvolgeva e migliorava tutto ciò che vi era connesso, anche l’ambiente.

L’idea di Paju Bookcity è nata nel 1989. Oggi a che punto è il progetto?

È stato realizzato circa l’ottanta per cento.

Le persone vivranno all’interno di questa città o soltanto ci lavoreranno?

Ci lavoreranno e ci vivranno. Questo è coerente con quello che dicevo prima: cercare di fare cultura in ciascun ambito della vita, non soltanto nel momento del lavoro. Adesso, infatti, stiamo lavorando agli appartamenti per i residenti. Ciascun edificio ha uno spazio anche per i residenti.

Quando proponete alle persone di lavorare e vivere nello stesso posto, che risposta ricevete?

Sono entusiasti, adorano l’atmosfera, l’ambiente, l’aria pulita di Paju Bookcity. E questo aiuta a creare una base, un contesto che dà la possibilità di aumentare la loro creatività. Questo è ciò che amano di questa città.

La notizia di questa città sta diffondendosi rapidamente…

Certo, e voglio sottolineare che sono molto felice che tante persone abbiano interesse per questa città e vengano a trovarci. Il 10 ottobre 2003, hanno partecipato al Festival del libro per ragazzi, tenutosi a Paju, oltre sessantamila persone. È stato un grande successo, specialmente se si considera che metà della città era ancora in costruzione. Noi sappiamo che questo è il primo modello di una città che ospita i libri, l’editoria e la stampa, una città del libro con anche la possibilità di viverci. Può essere un buon modello per la costruzione di un’altra città del libro nel mondo.

Inoltre, abbiamo in programma di organizzare un grande meeting, a cui invitare esponenti di ciascun paese. Abbiamo già contattato alcuni ambasciatori.

Siamo andati a Milano, dove abbiamo venduto molti libri di ottima qualità. Sarebbe bello che gli editori italiani venissero a fare una fiera nella nostra città.