DALLE FIGURINE ALL'ELETTRONICA

Qualifiche dell'autore: 
EDP Manager del Gruppo Panini, Modena

Intervista di Anna Spadafora

Panini è nota da decenni in tutto il mondo per le sue figurine. Ma oggi è un grande gruppo editoriale che ha accresciuto molto la sua gamma di prodotti. Quali sono e in quanti paesi sono venduti?

Vendiamo prodotti in circa centoventi paesi, in alcuni abbiamo filiali direttamente controllate, per gli altri abbiamo una struttura Export centrale con area manager che seguono i mercati.

Quando l’azienda verifica che un mercato sta diventando strategico, perché è crescente o dimostra interesse per determinati prodotti, apre una filiale. È successo nel Messico l’anno scorso, nel Cile tre anni fa e in Germania tre anni fa. A parte la filiale brasiliana, che è anche produttiva, le altre sono prevalentemente commerciali.

È importante sottolineare quanto Panini sia cambiata, non solo dal punto di vista della copertura internazionale, ma anche dei business che tratta: mentre, fino a sette, otto anni fa, faceva prevalentemente figurine, oggi il collectibles, ciò che è collezionabile, rappresenta circa il trenta per cento del fatturato; un altro trenta per cento è dato da publishing, fumetti e magazine per ragazzi; un altro da quello che noi chiamiamo distribuzione, cioè la vendita sui nostri circuiti distributivi di prodotti di terzi (giocattoli, ma anche distribuzione di traffico di telefonia mobile); infine, un altro dieci per cento è rappresentato da altri due business: il commercio elettronico e il licencing out. La crescita del gruppo è stata esponenziale negli ultimi anni: se nel 1999 fatturavamo circa centocinquanta miliardi delle vecchie lire, quest’anno ci proiettiamo verso i cinquecento milioni di euro. Questo poi è un anno di Mondiali di calcio, quindi, molto importante per noi. Fino a qualche anno fa, l’azienda aveva un andamento ciclico, quadriennale, legato ai Mondiali, che rappresentavano una fonte importante. Oggi lo sono ancora, ma non sono più così fondamentali. Questo perché l’azienda ha pensato di diversificare il prodotto e andare anche su nuovi mercati.

L’anno scorso abbiamo anche fatto un test di distribuzione delle figurine in Cina: in un momento in cui tutti comprano dalla Cina, noi siamo una della poche aziende che ha venduto in Cina prodotti fabbricati in Italia.

In questo percorso di crescita costante dell’azienda, la tecnologia informatica diventa abbastanza importante, perché ci aiuta a essere il più possibile pronti alle evoluzioni dell’azienda. Alla fine del 2002, quando abbiamo acquistato in Germania una casa editrice di magazine molto forte, abbiamo dovuto integrarla in due, tre mesi. L’azienda è dinamica e si muove velocemente in acquisizioni o cessioni, quindi, anche noi dobbiamo essere sempre pronti su questo fronte.

La nostra azienda in questo momento ha uno standard unico, a parte la filiale brasiliana perché il sistema normativo civilistico-fiscale brasiliano è molto più complesso del nostro.

Nell’applicazione del nostro sistema informatico alle filiali, dal 1998, come sistema gestionale generale usiamo un ERP che si chiama BaaN, un prodotto internazionale, che, come altri prodotti internazionali, ha una localizzazione nazionale per ogni singolo paese in cui vengono installati, perché in ciascun paese ci sono normative civilistico-fiscali differenti. In tutte le filiali, siamo riusciti a installare un modello italiano, con il controllo e la gestione direttamente da Modena, senza dovere avvalerci di consulenti locali.

In che modo Cast Group, in particolare con Netsphere, è intervenuta per rispondere alle vostre esigenze in materia informatica?

Un editore ha esigenze abbastanza particolari rispetto a altre aziende: per alcune materie come la gestione del licencing, quindi, il calcolo delle royalty, e la gestione dei contratti di licenza, una materia molto complessa, non esisteva sul mercato un ERP che le coprisse.

Allora, abbiamo dovuto prendere una decisione: sviluppare in casa qualcosa che potesse darci una risposta esauriente. Qui è nata la collaborazione con Netsphere, che sui progetti software da sviluppare in toto è molto forte, ha un gruppo di ingegneri con competenze molto elevate sull’analisi dei progetti: a oggi, con loro abbiamo sviluppato cinque progetti importanti. Il primo riguarda l’informatizzazione di tutta la nostra banca dati calcio: fra i nostri prodotti principali ci sono l’Almanacco e l’Album dei calciatori; abbiamo una struttura redazionale e editoriale che si occupa dell’alimentazione della banca dati calcio, tanto da essere considerata una “Bibbia” per gli addetti ai lavori, questa banca dati è alimentata attraverso un software abbastanza complesso che abbiamo creato con Netsphere.

Poi abbiamo sviluppato il progetto di gestione del licencing, tutta la gestione della contrattualistica delle licenze per la produzione dei nostri prodotti e il calcolo delle royalty.

Inoltre, abbiamo progettato un sistema dipartimentale di logistica di una nostra divisione specifica, che si occupa di distribuzione di fumetti, non solo nostri ma anche di altri editori, nei canali distributivi fumetterie e librerie, differente da quello delle edicole.

Abbiamo realizzato con loro un software di controllo di gestione avanzato, per l’analisi della redditività di ogni singolo prodotto/collezione. Anche questo è un software integrato con l’ERP. L’ultimo progetto è sempre legato al mondo delle licenze e serve a informatizzare non ciò che succede dopo che abbiamo firmato il contratto, ma ciò che succede prima di firmarlo, cioè la conoscenza di quello che noi chiamiamo una property. Se fino al 2000 l’ERP era quasi tutto il nostro mondo applicativo, in questo momento rappresenta il sessanta per cento, il resto è costituito da applicazioni che stanno attorno agli ERP e che sono state realizzate quasi tutte con Cast Group.

La collaborazione con Netsphere fa pensare a una bottega rinascimentale, in cui le competenze s’intrecciano e sorgono combinazioni che ci fanno pensare che stia lì la base del cervello dell’impresa, non nella testa di qualcuno in particolare. Da ciò che dice s’intende che lo sviluppo di un’impresa necessita di questo lavoro di cervello costante.

Io sono convinto del fatto che oggi, anche se siamo nell’era della telematica, l’incontro sia ancora molto importante nel rapporto tra cliente e fornitore. La struttura EDP, di cui sono responsabile, conosce come funzionano i vari settori dell’azienda, però è importante che anche il fornitore sappia come funziona un’azienda. Quindi, la presenza frequente del fornitore nella nostra azienda è importante per fargli capire come funziona un determinato processo aziendale, tanto che, come nel caso di Netsphere, i fornitori diventano quasi dei collaboratori, non sono dipendenti, ma s’instaura comunque un rapporto di collaborazione più che di semplice fornitura. Basti pensare che a Modena nella struttura siamo in sei a seguire l’architettura dei progetti condivisi e, in questo momento, si alternano dalle cinque alle sei persone di Netsphere, a seconda dei progetti in corso di sviluppo. Ci sono aziende che magari, progetto per progetto, coinvolgono diversi fornitori; noi abbiamo scelto, per quanto concerne lo sviluppo di progetti software applicativi, la strada della partnership con un fornitore qualificato.