ARTE E NUOVI MEDIA INFORMATICI

Qualifiche dell'autore: 
direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna

Per quanto concerne l’arte e l’innovazione informatica, vorrei evidenziare due aspetti significativi. Il primo riguarda il crescente interesse che l’ambito multimediale e informatico ha nei confronti del museo, quindi l’aspetto applicativo delle tecnologie sul grande ventaglio dei beni artistici e culturali. Il secondo è rappresentato dalle possibilità che le tecnologie sono in grado di offrire al museo, soprattutto per la catalogazione, di estrema utilità per attività espositive, con la possibilità di ricostruire interi complessi pittorici e d’ambiente che non esistono più.
I nuovi criteri di catalogazione informatizzata ci permettono di mettere insieme milioni di dati che prima non potevano avere un contenitore, se non enormi impianti di biblioteche con difficoltà di reperimento di dati.
Dalla serie di convegni “Arte e innovazione tecnologica” organizzati dall’Accademia di Belle Arti di Bologna e dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, è nata un’esperienza che consente di realizzare sinergie tra l’Accademia e il settore informatico, per trovare insieme nuove e possibili soluzioni. Il grande processo innovativo ha investito il mondo degli studi e ha modificato il processo formativo agevolando i modi e i tempi della didattica.
Almeno tre dei nuovi corsi che l’Accademia di Bologna ha inaugurato recentemente – Pedagogia e comunicazione dell’arte, Conservazione dell’Arte, Progettazione multimediale – sono fortemente interessati ai Beni artistici, da una parte, e, dall’altra, alle nuove tecnologie.
Ho avuto modo di assistere recentemente alla presentazione del Museo Virtuale del Quotidiano, presso la Cineca di Casalecchio di Reno (un consorzio di cui fanno parte quindici università) e ho goduto letteralmente di quella grafica ad alta definizione che è la silicon graphics. Con gli occhialini verdi e rossi, ho potuto vivere una situazione di vertigine virtuale, per esempio, guardando il mondo dall’interno di un frullatore degli anni Cinquanta, oppure avvicinandomi a straordinari gioielli di varie epoche. Il Museo parte dagli anni Trenta e arriva ai giorni nostri, percorrendo la storia dalla moda alla cucina. Tutto è ricostruito in modo virtuale con passaggi vertiginosi, si poteva percorrere Bologna attraverso le sue strade ed era come esserci veramente.
Le tecnologie oggi, sia in fatto di ricerca, sia in fatto di standard, sono avanzatissime e la direzione che dobbiamo prendere noi come Accademia e le altre istituzioni artistiche è proprio quella che utilizza al massimo grado le opportunità che essa ci offre.