Sitta Carlo Alberto

  • Ringrazio Anna Spadafora per questa importante occasione d’incontro con Serge Gavronsky (“Words are my life”. La psicanalisi, l’impresa, la scrittura, Villa Corte dei Melograni, Modena, 17 luglio 2013), con il quale abbiamo in comune non soltanto l’amicizia con Paolo Valesio, ma la letteratura, non solo italiana, ma anche francese, nordamericana e in fondo la letteratura del mondo. Abbiamo in comune l’esercizio della traduzione: Gavronsky, oltre a insegnare da cinquant’anni al Dipartimento di francese del Barnard College alla Columbia University, di cui è

  • Nella clausura prevale il silenzio del mondo, affiora l’interiorità. Ha il valore di un chiudersi in se stessi per un viaggio di scoperta e di formazione. Le monacazioni più o meno forzate sono diventate romanzo ben prima di Diderot e di Manzoni, prima che emergessero come problema sociale. 

    Suor Juana Ines de la Cruz, nel secolo d’oro della letteratura spagnola, sceglie il silenzio solo quando il vincolo del potere la costringe a rinunciare a scrivere.

    La clausura non è soltanto la segregazione monastica, ma la condizione esemplare della poesia contemporanea. Il poeta

  • Negli articoli di economia o di politica, accade spesso di leggere che “la Cina è un’opportunità”, ma raramente si sottolinea il fatto che l’opportunità può essere rappresentata anche dall’incontro che avviene nell’arte, nella poesia e nella scrittura. Su questo piano, credo non abbia senso parlare d’interscambio: la cultura vive nell’incontro, vive nella trasposizione che si compie da un continente all’altro, proprio com’è avvenuto tra la Cina e l’Italia nell’opera complessiva di Roberto Panichi e com’è evidente leggendo il libro di Shen Dali e Dong Chun, Roberto Panichi (Spirali