Guido Cavina

  • Come si legge nelle linee guida per la valutazione e la gestione del rischio sismico del patrimonio culturale: “La scelta delle tecniche d’intervento sarà valutata caso per caso, dando la preferenza a quelle meno invasive e maggiormente compatibili con i criteri della conservazione, tenendo conto dei requisiti della durabilità”. Proprio con queste premesse, in alcuni interventi seguiti da me, sono stati utilizzati i materiali compositi di fibre di carbonio in diverse partizioni e elementi architettonici di edifici monumentali di Bologna, che occorreva conservare e

  • Il progetto di restauro di un edificio storico richiede sempre una prima fase conoscitiva del monumento con l’esecuzione di rilievi geometrici, materici, analisi delle strutture. Gli accertamenti sullo stato di conservazione e di degrado devono essere eseguiti con indagini prevalentemente non invasive come georadar, tomografia sonica, pacometria, termografia e ispezioni dirette non distruttive, quali endoscopie, stratigrafie e piccoli saggi. È necessario, inoltre, eseguire indagini morfologiche sulla natura e composizione dei materiali con analisi petrografiche e chimiche.

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