Michele Gatti

  • Dal 1967, anno della sua fondazione, Gape Due S.p.A. ha conquistato la fiducia delle principali industrie ceramiche del distretto di Sassuolo e l’ha mantenuta grazie ai costanti investimenti in ricerca e sviluppo, che le hanno consentito d’introdurre sempre nuove tecnologie nella produzione e nella rigenerazione degli stampi. Com’è cambiato il vostro lavoro in questi cinquantaquattro anni?

  • A proposito del titolo di questo numero del giornale, Gli indici della riuscita e della direzione, quante volte lei, in oltre cinquant’anni alla guida di Gape Due Spa, si è trovato a dovere decidere in poco tempo quale fosse la direzione da prendere? E quale criterio ha utilizzato per capire che era sulla strada della riuscita?

  • Il viaggio della Gape Due Spa s’intreccia con quello del comprensorio in cui si produce ben l’80 per cento delle piastrelle italiane, che si estende da Sassuolo, dove voi avete la sede, alle cittadine adiacenti di Scandiano, Rubiera, Casalgrande, Castellarano, Formigine, Fiorano, Maranello e Castelvetro di Modena, dove si produce. Quali sono i fattori che hanno influito perché questo comprensorio si specializzasse nella ceramica? L’atto di nascita del distretto della ceramica di Sassuolo risale al 1741, quando un gruppo di imprenditori costituì la prima società operativa nella

  • Sono trascorsi quasi settant’anni da quando il “prete imprenditore” di Enego (VI), don Dorino Conte, nel 1952, fondò a Sassuolo l’Acal, la scuola di avviamento professionale con sede in un capannone donatogli dal cavalier Pietro Marazzi.

  • La Gape Due Spa è nota sia per la qualità degli stampi per l’industria ceramica, che produce su misura, tenendo conto delle esigenze del cliente, sia per il servizio post-vendita… Nella nostra attività, abbiamo sempre privilegiato la qualità e il servizio post-vendita: tre tecnici si recano ciascun giorno presso i nostri clienti e, dinanzi al minimo problema, si adoperano per trovare una risposta soddisfacente ed esaustiva, oltre che immediata.
    La nostra presenza costante all’interno delle fabbriche ci consente di capire maggiormente le particolari esigenze di ciascuna

  • La Gape Due S.p.A. è nata nel 1967, quando gli stampi erano poco più che due pezzi di ferro messi insieme per accogliere l’argilla in modo da formare le piastrelle.
    All’epoca, i formati non superavano i 20 centimetri per 20, anzi, 10x10 era lo standard. Negli anni, come possiamo vedere sui pavimenti e i rivestimenti di case, di aziende e di luoghi pubblici, la dimensione delle piastrelle ha superato addirittura i 60 centimetri. E noi fornitori abbiamo seguito la trasformazione del settore ceramico, realizzando stampi che sono diventati vere e proprie macchine, estremamente complesse,

  • L’emergenza Covid è costata finora all’industria ceramica italiana una perdita superiore a 350 milioni di euro di fatturato.

  • “Di fronte a un calo del Pil drammatico per il settore ceramico”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani (“Il Sole 24 Ore”, 21 maggio 2020), “il rilancio dell’edilizia è la strada principale che il governo deve perseguire e, in questo contesto, la ceramica è il materiale adatto per realizzare l’edilizia del futuro: più sostenibile e più salubre”. Sono 230 le aziende attive nella produzione di piastrelle e il 91 per cento ha sede in Emilia Romagna ed esporta l’85 per cento della produzione. Dal 1967, i vostri stampi hanno un ruolo essenziale in questo

  • Quando avete avviato l’attività di produzione e rigenerazione di stampi per ceramica, nel 1967, nel distretto più importante al mondo, quello di Sassuolo, avreste mai immaginato di divenire una Spa, con tre stabilimenti e clienti nei paesi più industrializzati fra cui Germania, Francia, Olanda, Finlandia, Stati Uniti, America del Sud e Russia? Assolutamente no. Quando ci siamo messi in proprio, il mio ex socio e io eravamo spinti soltanto dall’esigenza di disporre di maggior tempo libero: all’epoca un dipendente lavorava dieci ore al giorno, tranne il sabato, in cui le ore di lavoro

  • Pur riconoscendo il valore aggiunto che in una società civile ha la pubblica amministrazione, non possiamo negare l’indifferenza che a volte constatiamo verso le esigenze delle imprese, soprattutto verso le piccole e medie aziende. E siamo fortunati se questa indifferenza non si tramuta in contrasto: mettere il bastone fra le ruote, purtroppo, è un’attività che troppo spesso in Italia è esercitata da una burocrazia sorda e ignara delle difficoltà che noi piccoli imprenditori dobbiamo affrontare nel mare magnum del mercato, sempre più globale, sempre più incerto e in balia degli umori dei “