Cervello dell'impresa

  • Intervista di Alessandra Pellacani

    Chi è Epaminonda Scaltriti?

  • Mostrare, celare. Celare per mostrare meglio, mostrare per celare meglio. Definire l’immagine, manipolarla, epurarla. Vale più la cosa o la sua immagine? A più di mille e trecento anni dallo scontro tra iconoclasti e iconoduli, tra chi proibiva l’immagine e chi l’adorava, quale partita si gioca intorno al valore? Sarebbe immediato rispondere: il potere come tale, quindi invisibile, si rende visibile in valori simulati, espliciti, spettacolari. E l’immateriale dovrebbe divenire la sostanza del valore e dello scontro sul valore: il valore dell’impresa sarebbe il valore della sua immagine

  • Mercoledì 24 agosto è deceduta Mariella Sandri, autrice e responsabile della redazione di Ferrara di questa rivista. Pubblichiamo il testo che il nostro direttore ha letto a San Bartolomeo in Bosco (FE), il 27 agosto, durante le esequie.

  • intervista di Caterina Giannelli

    Ormai, da diversi anni, la vostra Scuola costituisce un riferimento importante per le aziende di Modena, in tema di formazione e non solo. Quali sono le esigenze, i problemi e le difficoltà che avete rilevato recentemente?

    Le aziende hanno la necessità d’innovare prodotti e processi, superando le abitudini che bloccano il cambiamento. Due elementi fondamentali dell’innovazione sono le idee e le conoscenze tecniche. Ma la routine aziendale tende a limitare le prime e i detentori delle conoscenze hanno difficoltà a trasferirle alle aziende

  • L’icona non è la stessa fra Roma e Atene, o fra Roma e Costantinopoli, o anche fra Milano e Costantinopoli, quando Milano era capitale dell’impero, all’epoca di sant’Ambrogio. Sant’Ambrogio e sant’Agostino erano venuti a Milano, nella capitale. L’icona non è la stessa neppure fra Roma e Mosca, fra Roma e San Pietroburgo, come non è la stessa fra Roma e Berlino, o fra Roma e Londra, fra Roma e Parigi.

    L’icona, per sant’Agostino, è l’immagine che si rivolge all’inimmaginabile, all’inopinabile, all’incredibile, al dogma. E diviene dogma attraverso la scrittura. È l’immagine che si

  • Sono particolarmente lieto di essere a Modena, in un’area del paese nota a tutti gli italiani e non solo per la grande capacità di creare ricchezza e prodotti, per la sua grande vitalità. Ho amici importanti in questa zona, primo fra tutti, il presidente della Ferrari, Montezemolo, quindi, oggi è rinnovato il piacere di trovarmi qui.

  • Tra una guerra mediatica e un reality show, dal paradiso esotico all’inferno burocratico, l’avventura sembra essere diventata appannaggio dello spettacolo, dunque dell’ordinario: un’avventura facile, gestibile, tutto compreso, anche in campo erotico, non si nega a nessuno, purché circoscritta, sancita da trofei e attestati. Avventura senza rischio, contro il quale occorre creare sempre nuovi sistemi di protezione, identificato com’è con un pericolo mortale sempre più localizzato, qui nel mercato e nella globalizzazione, lì nell’Islam e nella Cina. Viene proposta così l’

  • A partire dalla sua esperienza, sia come presidente dell’Unione Industriali Modena sia come industriale di una holding importante nel settore alimentare, che cosa può dirci del rapporto fra istituzioni e economia? Secondo lei l’Italia e l’Europa hanno una crescita lenta anche a causa del loro rapporto con le istituzioni, che, nella maggior parte dei casi, è burocratico, frenante, più che incentivante per l’economia?

  • Quando è nato il centro servizi Gualtieri Isabella srl e come si è sviluppato?

    È sorto nel 1977 quasi per gioco. La moglie del titolare dell’azienda in cui lavoravo mi ha chiesto se volevo aprire un ufficio con lei. Abbiamo aperto due ditte individuali presso un’altra azienda, ma nel giro di qualche mese, erano già sorti i primi problemi e quindi ho deciso di proseguire da sola, trasferendomi in quella che ancora oggi è la sede dell’azienda, assumendo un’impiegata.

    Già dall’inizio la ditta si occupava di

  • Il titolo di questo numero della rivista è "L’impresa. L’avventura e il rischio". Può parlarci della sua avventura imprenditoriale e di come e quando rischiare è risultato essenziale?

    Il rischio è una componente indispensabile per fare impresa. Io credo che la legittimazione a essere un imprenditore o un dirigente stia nel prendere dei rischi, come dicono i francesi, “prendre des risques”. Altrimenti non ci sarebbe ragione per dire che siamo classe imprenditoriale. La nostra missione è creare ricchezza. Naturalmente, questo porta come