Edilizia e restauro

  • Al convegno La materia del restauro (Bologna, 16 ottobre 2009), Roberto Cecchi ha sottolineato l’importanza del bene come testimonianza materiale di civiltà e del restauro come restituzione in qualità, che non cancelli la memoria, come invece avviene in alcuni interventi. Non è il caso del restauro di Palazzo Legnani Pizzardi, che Coop Costruzioni ha curato di recente a Bologna…

  • Uno dei restauri più importanti da noi affrontati in questi anni, che ha avuto risonanza nazionale e internazionale, è stato indubbiamente quello di Palazzo Fantuzzi, in via San Vitale a Bologna. Si tratta di un restauro, svolto in integrazione con varie professionalità, che ci ha impegnato tantissimo: innanzitutto per la conformazione del palazzo, ricchissimo di cunicoli, di camminamenti, di vani sorprendenti, ma anche estremamente problematico per i materiali costitutivi da trattare, con una committenza che, logicamente, teneva tantissimo alla migliore riuscita del lavoro. Il cantiere

  • Emilfides Restauri si è distinta negli anni per l’intensa attività di restauro architettonico e l’attenta opera di recupero conservativo di superfici di monumenti dal rilevante valore storico artistico, tanto da aver curato il restauro di uno tra i palazzi più importanti della storia di Bologna come Palazzo Hydra. Di quale tipo di intervento si tratta nell’opera di restauro?

  • Il plastico di Vema – la città ideale presentata al Padiglione italiano della 10° Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2006 – è frutto del vostro lavoro, in collaborazione con l’Università di Ferrara, presso la quale eravate collaboratori alla ricerca. È stata una bella vetrina per due giovani architetti come voi, che si erano da poco lanciati in un’avventura assolutamente nuova nel nostro paese: applicare tecnologie nate in campo industriale, come la scansione laser e la prototipazione rapida, all’architettura, all’edilizia, al restauro e al recupero dei

  • Dall’intervento di Roberto Cecchi al convegno La materia del restauro (Bologna, 16 ottobre 2009), emerge l’importanza dei materiali utilizzati nella fabbrica di un bene vincolato. La ricerca meticolosa di sabbie, pozzolane e materiali naturali, che sta alla base della vostra industria “artigianale”, dà un contributo inestimabile al lavoro di architetti, restauratori, professionisti e soprintendenze impegnati nella conservazione del nostro patrimonio culturale.

  • In qualità di dirigente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, porto i saluti del nostro presidente, Marco Cammelli, che non è potuto intervenire a causa di impegni assunti in precedenza. Siamo particolarmente lieti di ospitare questo convegno (La materia del restauro, Bologna, 16 ottobre 2009) all’interno dell’Oratorio di San Filippo Neri, il cui splendido restauro ha appena compiuto dieci anni.

    Non mi resta pertanto che augurare un proficuo convegno ai relatori e ai partecipanti.

  • Kompass Service S.r.l., società leader nel settore delle ristrutturazioni a Bologna, sta portando avanti una ricerca che riguarda le nanotecnologie applicate all’edilizia. Di che cosa si tratta?

    È risaputo che nelle nanotecnologie la materia, ridotta a una particolare unità di misura inferiore al micrometro, si comporta in maniera particolare, seguendo i parametri della fisica quantistica, e viene manipolata a livello atomico e molecolare in modo che la sua funzionalità risulti ampliata.

    Lo smog che entra nelle abitazioni è molto più concentrato di quello esterno

  • La politica adottata dal suo assessorato si è sempre basata sul bilancio dell’avvenire, anche se ha sempre tenuto conto della memoria storica: basti pensare alla collaborazione con architetti come Mario Botta o Paolo Portoghesi, che valorizzano nelle loro opere la combinazione fra tradizione e invenzione. Inoltre, attraverso il cosiddetto Laboratorio della città, è cambiato l’approccio alla programmazione urbanistica, che ha visto coinvolti i cittadini e l’università, al punto che da varie città docenti e ricercatori sono stati invitati non solo a intervenire nei convegni e nei

  • Attraverso il restauro di alcuni dei più importanti monumenti di Modena (dal Palazzo Ducale al Teatro Storchi, per citarne soltanto due), eseguiti nel corso di centocinquant’anni di attività nel settore edile, l’Impresa Scianti ha contribuito alla valorizzazione anche economica dei nostri beni architettonici. Se è vero che, come lei sottolineava in un recente articolo sul nostro giornale, i beni architettonici e artistici sono la vera materia prima dell’Italia, in che modo potremmo farli divenire parte del PIL e qual è la politica industriale che dovremmo adottare?

  • Com’è emerso nel convegno I distretti del made in Italy nell’era della globalizzazione (tenutosi il 19 settembre nella sede di Confindustria Ceramica, con l’intervento di Alberto Piantoni, project manager del bando Industria 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, sul tema Innovazione industriale per le nuove tecnologie del made in Italy), il made in Italy non ha soltanto un contenuto distintivo di estetica, ma anche di tecnologia, d’innovazione e, non ultima, di responsabilità sociale d’impresa. Quali sono le novità intervenute di recente in proposito anche