Medicina

  • Oggi si parla molto della sindrome ADHD nell’infanzia e nella prima adolescenza e va diffondendosi sempre più la somministrazione di psicofarmaci ai bambini. Lei conduce da anni una battaglia che mette in discussione l’operato della psichiatria. Può dirci qualcosa di più?

  • Avvocato e imprenditore, lei è noto in particolare per avere pubblicato il libro Guarire la prostata in 90 giorni. Può dire ai nostri lettori come mai è giunto a occuparsi di questo problema?

    Nel 1989, mi fu diagnosticato un cancro alla prostata. Quando me lo trovarono, i medici volevano seguire il procedimento standard, che prevedeva un’operazione chirurgica d’urgenza il mattino successivo. Consapevole delle disastrose conseguenze che tale operazione avrebbe comportato, mi rifiutai e avviai, invece, un processo di ricerca intorno alle ragioni per cui si produce il

  • Gli psicofarmaci, l’elettroshock, i trattamenti sanitari obbligatori, i farmaci immunodepressivi, l’abuso di chirurgia vengono giustificati dalla mitologia medica con il principio di necessità, di mancanza di alternative: se non si fanno queste cose, che cosa si può fare? Così, in nome della salute ideale, futura, questa medicina limitata dalle proprie convinzioni e convenzioni impone la morte presente, nel migliore dei casi la vita bianca. Trascurando che, in vari ambiti, scienziati, medici e ricercatori sono protagonisti, ciascun giorno, della battaglia per la salute, che non si attiene

  • La sua formazione è di tipo scientifico, ma anche di tipo letterario: lei è ordinario di Istologia ed Embriologia all’Università di Palermo, ma è anche poeta e autore di saggi di critica d’arte e di letteratura. Come sono nati e come si sono sviluppati questi due ambiti d’interesse?

  • Oltre che presiedere il poliambulatorio Promedical e la SAI (Servizi Aziendali Integrati), lei collabora, come rappresentante provinciale dell’ANMA (Associazione Nazionale Medici d’Azienda), con il Ministero del Lavoro alla redazione del Testo Unico della medicina del lavoro, per gli aspetti medici, ambientali e della sicurezza. Qual è il contributo che emerge in tale collaborazione?

  • A sessant’anni dalla fondazione dell’Alfa Wassermann, qual era il progetto e quali sono le trasformazioni intervenute nel corso degli anni?

    Il desiderio di fare impresa nel settore farmaceutico nasce da una vocazione degli anni universitari. Dopo gli studi e un’esperienza di lavoro in campo farmaceutico, ho acquistato i prodotti di un’azienda distrutta durante la guerra e, il 24 gennaio 1948, nasceva l’Alfa biochimici, poi diventata Alfa farmaceutici. All’inizio, ero da solo, ma ragionavo già in termini di sviluppo nazionale dell’azienda, cosa che poi si è verificata

  • Fra i centri di eccellenza in Europa, il Gruppo Hesperia Hospital ha alle spalle anni di collaborazione con istituti di ricerca di altissimo livello come l’Arizona Heart Institute di Phoenix, la Boston Scientific Society di Boston, la Duke University del South Carolina e la Humboldt University di Berlino, tanto per citarne alcuni oltre quelli italiani. Può dirci quali sono le novità recenti nella ricerca e nella cura in cardiochirurgia e non solo?

  • Oltre a svolgere l’attività pratica, lei è autore di diverse pubblicazioni. Può dirci com’è cambiata l’attività odontoiatrica negli ultimi anni?

    Sicuramente, sono aumentate le esigenze estetiche dei pazienti e, di conseguenza, la richiesta di impianti fissi. A parte l’utilizzo di materiali nuovi e particolari, oggi gli impianti privilegiano l’estetica, soprattutto perché le capsule sono metal-free. La parte esterna è sempre in ceramica, ma la parte interna, anziché avere un’anima in metallo, è in zirconio, un materiale bianco che ha una resa estetica maggiore e non ha quella

  • "Via via che conoscevo meglio la vita del manicomio mi rendevo conto che le persone internate ricorrono alle strategie e agli accorgimenti di sopravvivenza di cui tutti hanno bisogno quando si trovano costretti in luoghi di soggiorno forzato, dopo essere stati strappati con l’inganno e con la violenza alla loro casa, ai loro rapporti reali, ai loro affetti e al loro ambiente originale”.

  • Lei ha fondato e dirige tuttora il laboratorio di analisi Val Sambro, che da anni studia le intolleranze alimentari. Può dirci qualcosa della sua ricerca?

    Già venticinque anni fa avevo capito che lo studio delle allergie non bastava a rispondere in modo adeguato ai quesiti dei pazienti, quindi ho cercato qualcosa di più avanzato, prima sul mercato italiano e, in un secondo momento, all’estero, in particolare in Inghilterra, dove ho trovato il test citotossico, che viene eseguito sui leucociti, mentre si osserva al microscopio la reazione e i danni che gli alimenti possono