Sergio Dalla Val

  • Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto”: dobbiamo al Rinascimento, in particolare a Ludovico Ariosto, l’irruzione delle donne nel testo occidentale. Donne nella parola, donne protagoniste del romanzo e dell’avventura, non più sacerdotesse o arpie, dee o muse, come nella mitologia greca. Dissipati i regni d’Atena e di Medusa, il cattolicesimo, con donne che parlano ai pontefici come Caterina o che edificano monasteri come Chiara, aveva aperto la breccia, ma è con il rinascimento delle arti e delle invenzioni, dei mercanti e dei banchieri

  • Da dove viene la differenza? Dove trovarla? Chi la detiene? Come farne una proprietà? È meglio includerla o escluderla? Nel discorso occidentale porre la morte come limite delle parola ha comportato che la differenza fosse il segno della sopravvivenza: “Tutti sono uguali dinanzi alla morte, nella vita ognuno si differenzi”. È questa la piccola differenza, differenza relativa, differenza tra l’uno e l’altro. È la diversità, per esempio dei modi di essere, di arrangiarsi, di campare.

  • Questo numero della “Città del secondo rinascimento”, che ha preso avvio dal dibattito intorno al libro di Sergio Mattia, L’ambiente, la città, i valori (Spirali), lancia un appello all’intelligenza, alla civiltà, alla qualità, proprio mentre dal terrorismo fondamentalista sembrano ormai dipendere i media, l’economia, la politica.
    Non a caso sono le città, da NewYork a Madrid, da Gerusalemme a Ankara, da Mosca a Roma, a trovarsi nel mirino della distruzione e del ricatto: nulla come la città è base della modernità, della globalizzazione, del nomadismo intellettuale contro cui

  • Su quale terreno si gioca oggi la partita del pianeta? Quello della politica o quello dell’economia? Con le armi o con la carta della diplomazia? Con la regia del terrore o con i successi della genetica? Oppure con il dominio dei media? Grazie alla globalizzazione o nonostante essa?
    La terra, il terreno, l’humus. Qual è l’humus della vita? Come gli umani abitano la terra? Sotto il segno della sepoltura, sembra ricordarci Giambattista Vico, quando riprende l’etimo secondo cui humanitas deriva da humare, seppellire i morti. Così il discorso occidentale lega strettamente l’umanità

  • Parlare di politica è il modo con cui il discorso occidentale ha da sempre tentato di rappresentare la politica come luogo della parola, per regolare la relazione e gestire  la differenza. Già con Platone, lo scopo della politica è di assicurare la riproduzione della specie, come scrive Carlo Sini nel suo libro La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali), a partire dall’idea della morte. Per questo essa può qualificarsi come politica dell’incesto, perché volta a regolamentare il fare, la produzione, la sessualità con i criteri del proibito e del prescritto, dell’ammesso

  • Questo numero pubblica intellettuali, imprenditori, artisti, psicanalisti, medici che non espongono un sapere o una conoscenza sul corpo e sulla scena, che non ne svelano, secondo la modalità occidentale, segreti e pettegolezzi. La loro testimonianza, semmai, offre un contributo per dissipare i luoghi comuni, le risposte pronte, le facili certezze.
    Cosa c’e infatti nel discorso occidentale di più indagato del corpo e di più risaputo della scena? Le scienze hanno fatto del corpo il loro oggetto, osservabile fino all’autopsia,  scrivibile fino alla chirurgia plastica, leggibile

  • Il titolo di questo numero della rivista, “Lo stress, la salute” sembrerebbe indicare un’alternativa tra i due termini, o addirittura un rapporto fra causa e effetto: è ormai luogo comune credere che gran parte delle malattie, soprattutto incurabili, dipendano dallo stress (in inglese tensione, pressione), magari intenso o prolungato. Ma i testi qui pubblicati, che prendono spunto dal congresso internazionale dell’Associazione di cifrematica “Stress.

  • Spetta al filosofo Vittorio Mathieu aver notato che l’Europa non è l’espressione di un territorio bensì di un incessante viaggio, e di come esso si scriva in un romanzo: Ulisse e Alessandro, Mosé e Dante, Edipo e Cristo, Polo e Colombo ne sono emblemi, o testimoni. Viaggio intellettuale, viaggio di arte e cultura, viaggio di civiltà. Che è stato costituito anche dal viaggio dei Vichinghi e da quello dei Vandali o di altri chiamati barbari, cui Roma ha offerto un centro, che mai è venuto meno, semmai con il viaggio del civis romanus si è situato ovunque. Da allora l’Europa è viaggio ma

  • Questo numero prende spunto dal dibattito suscitato a Bologna e in altre città dalla pubblicazione del libro di Gianni Verga, Come avere cura della città (Spirali), e ne propone, tra gli altri, alcuni testi. Più che commenti al libro, sono testimonianze, proposte, programmi di protagonisti dell’impresa che è più implicata dalla città: amministratori, urbanisti, ingegneri, architetti, impresari, qui interpellati in uno statuto intellettuale, non professionale o di categoria. In particolare, amministratori e imprenditori di Milano, Bologna e Parma che, dopo le elezioni, si trovano a

  • Il termine Brainworker viene ufficialmente divulgato per la prima volta nel rapporto preparato per il programma FAST della Comunità Europea elaborato da R. von Gizycki e W. Ulrich The Brain-Workers (Oldenburg Verlag, Monaco, 1988) e giunge in Italia con la pubblicazione del libro di Emilio Fontela Sfide per giovani economisti (Spirali, 1997). In questo saggio, l’economista del Club di Lisbona di cui in questo numero pubblichiamo un testo inedito, tra le caratteristiche di questo “lavoratore di cervello”, tipico della nostra era, evidenzia la creatività, l’