IL GUSTO E LA QUALITÀ DELL’ABITARE

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amministratore delegato di Rerum Capital Spa, Bologna

Ringrazio l’amico e socio Luca Pu lega per avermi dato la grande opportunità di partecipare alla Rerum Capital Building, anche perché, per portare avanti la sua iniziativa, non si è rivolto a un ingegnere o a un architetto, ma a un geometra, con buona pace dei colleghi. Da quel momento la responsabilità assunta ci ha portato a prendere tante decisioni, a cominciare da piccoli interventi che non dovevamo sbagliare per dimostrare a tutti, ai soci e anche a noi stessi, che eravamo effettivamente capaci di affrontare una sfida come questa.

Adesso le prove ci sono, siamo diventati una realtà abbastanza attiva, per quanto io la consideri ancora un’attività marginale. Penso infatti a quando si costruivano intere vie e città, mentre noi oggi stiamo semplicemente mettendo alcune nuove tessere in un mosaico urbanistico scombinato, per rifunzionalizzare soltanto alcune aree della città.

In alcuni casi sono state le amministrazioni comunali a cercare di dissuaderci dal costruire nuove aree più salubri. Questo accade quando prevale la visione minimalista di conservare l’esistente così come era stato costruito e di volere continuare a costruire nello stesso modo. I progetti che abbiamo portato avanti fino ad ora mi hanno sempre dato una grande soddisfazione, sia per gli aspetti estetici sia per quelli funzionali, per ché fare cose belle è bello. Le città sono i luoghi in cui viviamo e vedere una cosa bella in città fa bene a tutti, non soltanto a noi che la costruiamo, e fa bene a coloro che andranno a vi vere nelle nostre case. Tra fare bene una cosa e farla male la differenza è talmente minima a livello di costi che tanto vale puntare alla qualità, come noi stiamo facendo.

Siamo prossimi all’inaugurazione di un nuovo cantiere a Riccione, dove ho aperto anche un altro mio ufficio, dopo quelli di Bologna e di Częstochowa. Ho cercato di conoscere meglio il territorio della Romagna, dove ci sarebbe tanto da dire e tanto da fare sul tema dell’accoglienza e su ciò che significa fare turismo oggi. Spero che avvenga un cambiamento di mentalità e che finalmente siano emanate norme che permettano di ricostruire, superando le strettoie burocratiche e amministrative che non permettono, per esempio, di riqualificare gli edifici che ospitavano le colonie, oggi divenuti ricettacoli di ogni cosa.

Potremmo andare avanti all’infinito parlando di edilizia, di sostenibilità ambientale, di “green deal” e vi direi anche che siamo obbligati a costruire case efficienti, sostenibili ed ecologiche, ma vi racconterei una falsità. Quanto polistirolo hanno appiccicato sui muri delle case negli ultimi anni? Se questo significa fare case ecosostenibili allora io non sono tanto d’accordo. Forse il vecchio mattone era molto più ecosostenibile di quello che stiamo facendo oggi: non aveva gran di qualità energetiche, ma assicurava una salubrità notevole alle case.

Noi come Rerum Capital Building crediamo molto nel nostro modo di costruire case, operiamo sul territorio e vogliamo rimanervi. Per questo ringraziamo i nostri investitori, che ci hanno dato sempre fiducia. Spero e credo che siano stati debitamente ricambiati nei loro investimenti e, appunto, nella loro fiducia.

La “rigenerazione urbana” è una bellissima frase, ma non è come la in tendo io: vorrei che fosse ancora più rigenerativa, se mi facessero fare dei grattacieli di venticinque piani. Ma purtroppo i nuovi piani regolatori mi obbligano a scavare e a coprire tutto con garage, poi mi fanno mettere un bel metro di terra sopra i garage per fare il cosiddetto “verde profondo”. Ma, secondo voi, è verde profondo un metro di terra su un garage? Senza contare i costi e i problemi di infiltrazione che ne seguono sempre. È questa la cosiddetta rigenerazione urbana? Noi ovviamente ci adeguiamo a questo modus operandi e a questo sentimento generale, ma io sarei ben contento se smettessimo di fare garage che si allagano. Piuttosto, preferirei che ci lasciassero fare un’ampia area verde profonda intorno ai nostri lotti e che ci facessero costruire molte case verticalizzando le città.

A proposito dei centri storici, quando camminiamo per il centro storico noi ci sentiamo diffusamente bene: io non avverto il problema delle distanze tra i fabbricati, non avverto se ci sono fabbricati energivori, ma invece constato la qualità e il gusto dell’abitare, cosa che invece non avverto nelle periferie.

È chiaro che difficilmente possiamo ripetere in periferia quanto c’è nel centro storico, ma allora stacchiamoci completamente da questo modello, cerchiamo di fare qualcosa che sia dirompente, che sia affascinante, che sia emozionante, perché abbiamo anche bisogno di emozionarci quando percorriamo le vie dei quartieri. Credo, quindi, che sarebbe più vantaggioso per i cittadini se puntassimo a costruire case in altezza – cercando di adempiere a tutte le normative e a tutti i desiderata –, ammettendo che ciascuno vorrebbe un po’ di verde in torno alla casa, che nessuno ha voglia di guardare in faccia il vicino quando è in casa propria e che tutti vogliamo a disposizione terrazze e spazi luminosi. Non soddisfa nessuno limitare la verticalizzazione degli edifici.