LA TRASFORMAZIONE È CULTURALE: NESSUNA POLITICA PUÒ IMPORLA

Il tema di questo numero della rivista è La casa. La proprietà, l’investimento, l’accoglienza. Soprattutto in una realtà industriale come Clevertech Group, che mantiene il fulcro della sua governance nella famiglia del fondatore, l’accoglienza e l’ospitalità verso i clienti provenienti da tutto il mondo, così come verso i fornitori e i collaboratori, sono imprescindibili, e l’azienda diviene un vero e proprio luogo d’incontro, una “casa” a tutti gli effetti…
Gli italiani hanno una particolare predisposizione per l’incontro verso altri popoli e nazioni. Il rinascimento non sarebbe nato senza la curiosità intellettuale che ci contraddistingue e ci porta a esplorare sempre nuove realtà e nuove opportunità di crescita. E, senza questa curiosità, non si spiegherebbe come piccolissime aziende riescano a intraprendere e a condurre business che negli altri paesi sono riservati esclusivamente alle grandi organizzazioni. Quindi, l’accoglienza e l’ospitalità che derivano da questa predisposizione sono indubbiamente un patrimonio di quella che definiamo italianità. E da qui si capisce come avviene che i problemi più complessi si risolvano parlando con persone di cultura, formazione e provenienza differenti. D’altronde, il nostro popolo ha dovuto sobbarcarsi secoli di invasioni – francesi, spagnoli e tedeschi, in particolare – e affrontare guerre con grandi stati, mentre era diviso in piccoli staterelli, l’uno differente dall’altro. Ma da queste difficoltà e tribolazioni ha sviluppato la capacità di ingegnarsi e di riuscire anche a primeggiare nel le proprie attività. E, curiosamente, anziché divenire diffidente verso lo straniero, ha coltivato la curiosità che lo porta all’accoglienza e all’incontro autentico, amichevole, anche nel mondo degli affari. Cosa che non avviene negli altri paesi.
Lei ha potuto constatare la differenza nei suoi viaggi alla ricerca di clienti già negli anni ottanta, quando si è proposto di automatizzare tutti gli scatolifici del pianeta…
A questo proposito, una volta sono andato in un paese europeo a trovare un mio vecchio cliente che conoscevo da tanti anni e accoglievo con grande amicizia quando veniva in Italia, portandolo sempre a pranzo e facendogli gustare le nostre eccellenze. Ebbene, nella sua azienda, siamo rimasti a parlare per tre o quattro ore, ma l’unica cosa che mi ha offerto è stato un bicchiere d’acqua. Per lui era normale, anzi, era un gesto che considerava molto affettuoso, perché nel loro paese quando si parlava di affari non si usci va mai dagli schemi. Ne ho preso atto e mi sono attenuto alle condizioni, ma ho capito la differenza fra noi e loro.
In Italia la vita non segue schemi e strade obbligate. Basti pensare ai palazzi e alle case dei nostri centri storici, ai borghi antichi e al paesaggio: niente è omologato e omologabile. Purtroppo però può accadere che alcune direttive europee vadano in direzione opposta e finiscano per mettere in difficoltà i proprietari, che sono costretti a fare i conti con normative standard spesso inapplicabili…
Se parliamo dell’ambientalismo imposto dal Green Deal europeo, non dobbiamo dimenticare che Ursula von der Leyen, nella precedente legislatura, è stata eletta con il contributo determinante dei Verdi e quindi tutta la politica della Comunità europea era sfacciatamente piegata al traguardo annunciato l’11 dicembre 2019, quello di diventare il primo continente a impatto climatico zero. Per quanto fossero giusti gli obiettivi, solo adesso ci siamo accorti di tutte le problematiche che hanno causato, prima di tutto nel settore dell’automotive: dopo cinque anni, si è scoperto che quegli obietti vi non sono raggiungibili adottando come unica tecnologia il motore elettrico, perché si creerebbe un grande vantaggio per la Cina, che è più strutturata di noi, e si ucciderebbe in Italia e in Europa tutta la manifattura legata al motore endotermico. Speriamo che non sia troppo tardi, ma purtroppo solo adesso si è capito che la strada da percorrere deve coinvolgere lo sviluppo di diverse tecnologie: il motore endotermico dovrà coesistere con il motore elettrico, con il motore a idrogeno e con altri tipi di autotrazione, fra cui il metano e le miscele di meta no e idrogeno. E questo ci permetterà di raggiungere gli stessi obiettivi, gli stessi traguardi, ma in maniera più pertinente alla nostra cultura.
La stessa cosa è avvenuta per quanto riguarda le abitazioni: il Green Deal ha tentato d’imporre il rispetto di normative che, per quanto giuste di per sé, non sono applicabili agli edifici storici che fanno parte del patrimonio artistico italiano ed europeo. Questo non vuol dire che nei prossimi anni il nostro stile di vita non debba cambiare, ma il cambiamento dev’essere frutto della capacità che avrà l’uomo stesso, con le sue intuizioni e invenzioni, di raggiungere obiettivi che effettivamente è necessario raggiungere, come il risparmio energetico, il rispetto del la biodiversità, il rispetto del verde e tutto ciò che l’uomo riesce a intendere attraverso un percorso culturale, non attraverso l’imposizione di una legge.