GUARDIAMO AL FUTURO CON GLI OCCHI DEL NOSTRO PASSATO

Lo scorso 15 novembre la vostra azienda, alla soglia dei settant’anni, ha ricevuto il premio Paolo Mascagni, promosso da Confindustria Emilia Area Centro, in collaborazione con “Il Resto del Carlino”, e assegnato alle “imprese che crescono”, in memoria dell’imprenditore scomparso nel 2011, testimone fervente del ruolo dell’industria nello sviluppo del territorio…
È un premio tanto prestigioso quanto inaspettato che ci riempie di orgoglio e, come ha dichiarato la presidente, Maria Silvia Salami, è dedicato a suo padre, Giuseppe Salami, che nel 1956, da giovane ventenne diplomato, trasformò la propria passione per l’oleodinamica in un’idea di business.
In che modo ha incominciato la sua avventura?
Giuseppe aveva da poco terminato gli studi tecnici superiori quando, al termine della seconda guerra mondiale, gli americani lasciarono le macchine provenienti dalla sovrapproduzione bellica (come autoblindo, jeep e camion) a disposizione della popolazione italiana per gli usi più disparati. Così, come molti imprenditori in erba dell’epoca, ebbe modo di studiare e analizzare il funzionamento dei motori, traendone spunti e idee per una produzione locale. Da questa esplorazione nacquero diversi progetti che divennero operativi rapidamente, dapprima sfruttando piccoli spazi, un po’ come nel classico modello “all’americana”, e successivamente, man mano che l’attività cresceva, in locali sempre più idonei. Giuseppe Salami si appassionò fin da subito ai circuiti idraulici ed escogitò le prime applicazioni per le giostre e i trattori. Per fare un esempio dell’impatto che ebbero questi nuovi componenti oleoidraulici, occorre ricordare che i trattori dell’epoca, una volta raggiunto il limite di un campo da arare, per poter continuare a utilizzare le applicazioni a bordo macchina, era necessario che l’operatore scendesse e girasse a mano gli attrezzi del trattore per proseguire ad arare il proprio campo. Con l’utilizzo delle pompe a ingranaggi e delle valvole oleodinamiche prodotte da Giuseppe Salami fu possibile per il trattore cambiare direzione di marcia utilizzando le proprie applicazioni in continuità, senza che il conduttore abbandonasse mai la cabina di guida. Questo è soltanto un esempio, ma i settori interessati furono molti, anche perché all’epoca, in una nazione che usciva da un conflitto bellico così devastante, c’era bisogno praticamente di tutto e la domanda superava di gran lunga l’offerta.
Ciò non deve però assolutamente sminuire l’importanza di chi in quegli anni decise di rischiare investendo in un’avventura imprenditoriale spesso pioneristica. Oggi rimane essenziale trasmettere e far capire ai giovani la storia delle nostre aziende, perché fare impresa, ora come allora, rimane un’iniziativa molto rischiosa. Ecco perché ritengo che la nostra classe imprenditoriale meriti il massimo rispetto. Perché è costituita da professionisti che lavorano da anni dando un contributo essenziale all’economia e all’immagine del nostro paese. Purtroppo, oggi, in Italia spesso manca questo apprezzamento e l’imprenditoria viene invece vista come interessata soltanto al proprio tornaconto. Sul la base della mia esperienza ormai ultratrentennale posso testimoniare come l’imprenditore italiano reinvesta nella propria attività la maggior parte degli utili, pur essendo consapevole dei costanti rischi insiti nell’attività d’impresa. Si compiono anche grandi sforzi per garantire sempre la massima sicurezza sul lavoro, il rispetto delle leggi e il puntuale pagamento delle tasse in un’attività meritoria per il bene comune dello Stato italiano.
Che cosa comporta la sua funzione di Managing Director della Salami Spa?
Di fatto si tratta di un ruolo molto trasversale: nel dettaglio, curo tutto ciò che riguarda lo sviluppo strategico dell’azienda e lavoro a stretto contatto con il CDA, che è composto dalle due sorelle Salami, Rossana e Maria Silvia. Da tre anni, poi, si è unito a noi Guido Leo, il figlio di Rossana, che rappresenta la terza generazione della nostra proprietà. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in ingegneria e aver fatto un passaggio attraverso diversi uffici dell’azienda, adesso coordina il nostro ufficio tecnico con un focus molto attento sul mantenimento della nostra offerta al passo con i tempi. Al momento noi, come altre imprese, viviamo la difficoltà di reperire risorse con competenze adeguate: è un problema rilevante legato anche al gap che si è venuto a creare con i giovani di oggi che si sono allontanati dalle generazioni precedenti, soprattutto in termini di priorità. Il lavoro e la crescita professionale per un ragazzo sono aspetti importanti, ma oggi lo sono al pari di altri aspetti come la qualità del loro tempo libero e gli interessi personali. Oggi i giovani mettono al primo posto le loro passioni, e questa di per sé è una cosa bellissima, che però dev’essere gestita. Il rischio che si corre altrimenti è di creare ali bi per chiudersi in mondi virtuali quali quelli proposti dai social e credere di poter fare a meno degli altri. Per mia fortuna ho modo d’incontrare spesso molti giovani e mi accorgo che, al contrario della mia generazione, non hanno alcun timo re reverenziale e sono molto onesti e leali nell’esporre le proprie idee. Questo è un fenomeno positivo che trovo interessante e stimolante, ma rimane nostro dovere insegnar loro ad ascoltare e ad acquisire anche ciò che non fa parte diretta del loro mondo. Solo così possiamo colmare questo gap per riuscire a instaurare collaborazioni efficaci ed evitare che la loro bellissima passione porti non a realizzare un sogno, ma soltanto ad alimentare un’utopia. Noi possiamo definirci persone felici e di successo proprio nel momento in cui la nostra passione viene incanalata e diventa motore del nostro lavoro.
Nel 2023, avete registrato un fatturato di oltre 24 milioni di euro, segnando un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Questo risultato straordinario è attribuibile sicuramente agli 83 collaboratori che lavorano in team, ma anche alla vostra forte vocazione internazionale, considerando che esportate quasi il 90% della produzione. In che modo riuscite a gestire la rete commerciale in tanti paesi?
La rete commerciale si avvale innanzitutto del fatto che il nostro è un mercato di nicchia: noi produciamo e commercializziamo componenti oleodinamici (come pompe e mo tori idraulici a ingranaggi esterni in alluminio o ghisa, divisori di flusso, valvole direzionali sezionali o monoblocco) caratteristici di una meccanica di alta precisione e destinati al settore industriale mobile: trattori, carrelli elevatori, gru, scavatori, trivelle, spazzaneve, macchine per la pulizia stradale e altri mezzi usati al di fuori delle autostrade. Le esigenze a livello mondiale sono più o meno le stesse, quindi la rete commerciale è gestita da ingegneri e da tecnici con una grande esperienza nel settore, che sono in grado di confrontarsi con le richieste dei vari mercati e stabiliscono una serie di contatti in ciascun mercato con le industrie costruttrici. Queste quasi sempre hanno al loro interno delle persone di riferimento per seguire la componentistica ed è con loro che spesso instauriamo un’interlocuzione stabile. In pratica, a lungo andare, si crea un rapporto di partnership con i nostri clienti anche perché, una volta che un nostro componente viene montato su una macchina, ne diventa parte integrante e quindi il rapporto dura almeno per tutto il periodo di messa in produzione della macchina e delle sue successive evoluzioni. Nella nostra area commerciale in particolare, lavorano otto persone, tre delle quali sono in sede, mentre le altre sono dislocate all’estero e seguono i nostri clienti, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Ci avvaliamo inoltre di una rete di rivenditori tecnici molto specializzati che arrivano dove noi non possiamo arrivare, per esempio in Australia, dove abbiamo un rap porto di lunga data con un’azienda distributrice di componenti che è il nostro tramite con il cliente finale. La nostra azione commerciale si muove pertanto sempre in direzione del cliente finale, sia direttamente sia indirettamente, e cerchiamo d’intercettare i costanti bisogni della clientela per farne lo spunto della nostra attività promozionale.
Per inciso, noi abbiamo un archivio storico di disegni costruttivi dei nostri prodotti che costituisce un patrimonio inestimabile. Spesso scopriamo che richieste dal mercato, caratterizzate da notevoli innovazioni tecnologiche di prodotto, sono state già oggetto di studio in passato e possono essere facilmente riprese. Stabilire fino a che punto accontentare le domande di personalizzazione dei clienti, senza penalizzare troppo i nostri margini, non è un processo semplice, ma è vitale per mantenerci competitivi su un mercato sempre più globale. Le nostre dimensioni tipiche di una PMI ci lasciano meno margine di errore, ma il segreto è selezionare bene la nostra catena di fornitura, la nostra clientela e crescere sviluppando pro dotti e rapporti presentandoci come veri problem solvers.
Il nostro mercato a oggi è ben consolidato sia in Europa sia in America e in Australia. Abbiamo avviato al cune iniziative interessanti in Africa e ci stiamo avvicinando all’India che ormai si presenta come vera potenza economica mondiale. Al momento abbiamo lasciato da parte il mercato cinese perché è molto vasto e troppo complesso. In Cina serve una presenza diretta con personale locale per controllare le complesse dinamiche che si muovono al suo interno, e al momento siamo concentrati su altro.
Un’interessante strategia che stiamo perseguendo è quella d’instaurare partnership con aziende delle nostre dimensioni, con Dna simile, che magari lavorano in settori complementari al nostro. In questo modo è forse possibile condividere passi e mosse per arrivare insieme all’obiettivo anche più velocemente. Si possono sviluppare sinergie molto interessanti sia di prodotto sia di clienti, si possono creare joint venture commerciali che abbiano come basi le nostre reciproche sedi di lavoro e, non ultimo, possiamo studiare insieme soluzioni congiunte relative a nuovi fattori che stanno entrando nel nostro settore quali, per esempio, l’elettronica.
La vita di un’azienda come la nostra passa costantemente di sfida in sfida e ogni giorno non si sa mai che cosa dovremo affrontare. Questo è sicuramente molto impegnativo, ma per noi è anche fonte di grande entusiasmo e slancio. Siamo obbligati a pensare fuori dagli schemi per trovare soluzioni efficaci a problemi complessi e questo, grazie al sostegno incessante della famiglia Salami, nonché allo sforzo e alla passione dei colleghi, rende la nostra professione molto stimolante e gratificante.
Cerchiamo di vivere secondo il nostro slogan aziendale: “Guarda re sempre al futuro attraverso gli occhi del nostro passato”, e questo è il modo migliore per mantenersi giovani, nonché per onorare al meglio la memoria di chi ha fondato questa azienda.