IL C.S.O. PER LA VALORIZZAZIONE DELLA FRUTTA ITALIANA

Qualifiche dell'autore: 
direttore del CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli), Chiesuol del Fosso (FE)

In che modo il Centro Servizi Ortofrutticoli si occupa della valorizzazione dei prodotti tipici?

Valorizziamo non solo i prodotti tipici che, come la pera e la pesca nettarina, hanno ottenuto il riconoscimento IGP, ma anche le produzioni che, pur non avendo un riconoscimento, come il kiwi per esempio, sono di grande interesse economico per la nostra regione. In breve, possiamo dire che promuoviamo l’ortofrutta in generale, con particolare riferimento ai prodotti IGP.

Quali sono i vostri nuovi progetti di promozione in Italia e in Europa?

L’Unione europea ha finanziato, per la seconda volta, il progetto Mr Fruitness, che prevede azioni di promozione della frutta italiana in Austria, Polonia, Germania, Svezia e Inghilterra. Il progetto – che ha un budget di tre milioni e mezzo di euro e c’impegnerà per il triennio 2010-2012 – è rivolto ai giovani e ha l’obiettivo di fornire loro informazioni sui prodotti ortofrutticoli, sul territorio da cui provengono e sulle loro caratteristiche nutrizionali. La promozione avviene nelle sedi della grande distribuzione oppure presso i distributori di frutta all’ingrosso dei paesi sopra citati. La comunicazione si avvale, in particolare, di un sito internet. È un progetto in linea con quanto oggi la Commissione europea sta promuovendo attraverso il proprio progetto School Fruit Scheme, ovvero la distribuzione della frutta nelle scuole per contrastare il sovrappeso dei bambini e, in particolare, l’obesità infantile, considerata una vera e propria epidemia. Questa operazione ha una dotazione di novanta milioni di euro, ventisei dei quali destinati all’Italia.

C’è stata o c’è attualmente un’incidenza della crisi nel settore dei prodotti ortofrutticoli, in generale, e dei prodotti IGP, in particolare? Almeno nella grande distribuzione, sembra che i prezzi al consumo siano scesi, ma che cosa sta accadendo in realtà?

I prezzi al consumo sono scesi relativamente. Secondo il nostro osservatorio, sono scesi poco rispetto a quanto è accaduto nel settore della produzione, che è il più penalizzato e sta pagando abbondantemente il leggero abbassamento dei prezzi al consumo da parte della grande distribuzione organizzata. Quella attuale è una crisi dei prezzi, non dei consumi. Per i prodotti ortofrutticoli, i consumi non sono calati, anzi, forse, nel 2009, hanno acquisito qualche punto percentuale in più, ovvero un recupero che dipende o dai prodotti o dall’offerta, se si tratta di frutta o ortaggi di stagione. Il calo vero e proprio ha riguardato i prezzi alla produzione e ha sfiorato il 40-50 per cento rispetto al 2008; di questa situazione non sono i consumatori a beneficiare in pieno.

Quindi, è una riduzione che va a vantaggio della grande distribuzione?

La grande distribuzione fa la sua politica. In questo caso, ha condotto, a livello europeo, una politica di aggressione sul prezzo, pagando la merce a prezzi più bassi rispetto a quelli dello scorso anno. Quindi, l’aumento della produzione, che, in particolare, per le pesche nettarine, si stima intorno al 3-4 per cento, ha fatto crollare il prezzo del 40-50 per cento, tanto, cioè, da non riuscire a remunerare i costi di produzione ai produttori.

Il prezzo delle pesche è il bilanciere dei prezzi in agricoltura?

Sì, perché le pesche sono il prodotto più acquistato. Però, quest’anno, rispetto al prezzo, sono andate male quasi tutte le produzioni: gli asparagi, i prodotti deperibili, come il melone e il cocomero, le pesche e le nettarine e, almeno fino a questo momento, le mele. Fa eccezione, per una certa tenuta, il comparto delle pere, in particolare delle pere di qualità, anche se i prezzi non sono entusiasmanti. Forse, è cambiato il modo di acquistare: si fanno acquisti più piccoli con più passaggi al supermercato per fare la spesa e c’è più caccia all’offerta e alle promozioni. Mentre prima si faceva, ciascuna volta, una spesa da cento euro, ora si spende con più moderazione, prestando più attenzione agli acquisti.

Quali sono le strategie che il vostro Consorzio e gli associati hanno messo in atto per affrontare la situazione attuale?

Noi continuiamo l’attività di promozione, mentre i produttori ortofrutticoli s’impegnano costantemente per ottenere prodotti di qualità. Non a caso, in Italia, sono sempre più numerosi i prodotti DOP e IGP, sebbene costruire una marca con un prodotto IGP sia abbastanza difficile. Comunque, è un percorso che va avanti, i produttori si stanno impegnando per ottenere produzioni ortofrutticole con tecniche a basso impatto ambientale, quindi, in questa fase, stanno cercando di favorire il consumatore.

Noi abbiamo il compito d’informare i consumatori per indirizzarli a un acquisto consapevole e, soprattutto, per far comprendere loro come, oggi, la frutta e la verdura siano insostituibili nella dieta alimentare e, in particolare, nella dieta mediterranea, che è alla base della dieta europea.

Quello della sicurezza alimentare è uno dei temi fondamentali per garantire al consumatore un percorso che gli dia tranquillità.

È importante come messaggio e come segnale. In particolare, l’Emilia Romagna, con la produzione integrata, è paladina di una tecnica che consente una difesa attiva, attraverso pratiche agronomiche che riducono notevolmente l’impiego della chimica.