Maiocchi Marco

  • Tutti pensano che le tecnologie digitali consumino poca energia. Ma non è così: i social media (il reale strumento di distanziamento sociale: altro che il Covid!), le e-mail inutili, i messaggi di WhatsApp consumano molto. La stessa auto elettrica consuma più energia: l’auto che inquina meno e richiede meno energia è quella che ho già: produrne una nuova e smaltirne una vecchia richiede molta energia.

    I dati ci dicono che il consumo residenziale di energia è oltre il 20% del totale, e che si mantiene costante, indipendentemente da qualunque crisi

  • “Disturbo”: strano vocabolo dall’etimologia complessa.
    Legato a turba, folla, interpretata come disordinato movimento; quindi “disturbo” è qualcosa che agita, che crea confusione. Ma l’accezione corrente del termine disturbo mantiene una certa ambiguità interpretativa, una sorta di confusione tra soggetto e oggetto: il ragazzo “affetto” da ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è affetto da un disturbo o sono i suoi compagni e insegnanti a essere disturbati dal suo comportamento? O ambedue? Secondo la legge, se un medico certifica che

  • Da milioni di anni l’animale “inventa” protesi per aumentare la sua potenza: scimmie che escogitano spugne fatte di foglie strizzate per raccogliere acqua con le mani da fonti irraggiungibili con la bocca, corvi che usano bacchette sottili per snidare insetti dai tronchi, macachi che allestiscono setacci per raccogliere semi immersi nella sabbia, e così via.

  • Oggi dire “città moderna” evoca in modo estremamente riduttivo la pervasività delle tecnologie. E un’antonomasia ci suggerisce che il termine tecnologie sottenda l’elettronica, l’informatica e la rete.
    Chi, come me, viene dall’origine di queste tecnologie – il primo computer che ho usato occupava una stanza di duecento metri quadrati e aveva una potenza di calcolo decine di migliaia di volte inferiore a qualunque dei telefonini che abbiamo in tasca – ha potuto assistere alla loro vertiginosa evoluzione, che non pochi osservano con una certa preoccupazione.
    Tra questi ci

  • Parlo, qui a Modena, del valore dell’impresa, prendendo spunto dalla mia città di provenienza, Milano, e dal mio passato d’imprenditore. Io credo che il problema reale dell’imprenditore oggi in Italia non sia quello della globalizzazione dei mercati, ma quello della globalizzazione della stupidità, ossia dell’assenza di valori. È drammatico. Ho provato enorme dispiacere dinanzi all’evoluzione di Milano, dagli anni sessanta, quando era la capitale del lavoro, a quella che oggi sembra essere la Milano della Finanza. La finanza è una cosa molto positiva se è strumentale all’

  • Le ricerche sull’archestesia nascono dall’incontro di personalità diverse: io, che mi occupo di fisica, incontro un architetto, Ettore Lariani, e un musicista, Francesco Rampichini, e iniziamo un percorso culturale, concettuale, di discussione e di dibattito, per il puro piacere di capire qualcosa di più a proposito delle percezioni e delle sensazioni.

  • L’idea di fondo di Archestesie (Spirali, 2005) nasce da diverse esperienze che derivano, come Sergio Dalla Val ha indicato, da molteplici traiettorie di conoscenze che percorrono le esperienze di noi tre autori. Ettore Lariani è architetto. Francesco Rampichini è musicista e compositore e, quindi, per forza un po’ matematico, e io vengo dalle tecnologie, dall’informatica.

    Molti elementi del testo derivano da un approccio neo-strutturalista, di ricerca di relazioni e strutture all’interno degli artefatti comunicativi, senza pretendere, come lo strutturalista potrebbe

  • Il titolo di questo convegno “Internet, il museo planetario” (4 dicembre 2001; VI convegno organizzato dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna e dall’Accademia di Belle Arti di Bologna), si compone di tre parole chiave, che non sono ancora state completamente esplorate nei loro potenziali significati. Internet è una realtà molto vecchia; dal punto di vista tecnologico nasce nel 1957, ma come fenomeno di mercato e di costume è molto più recente, nasce nel 1994, quando i browser, cioè gli strumenti che ci permettono di accedere a Internet, non richiedono più specifiche competenze

  • Intervista di Anna Spadafora

    Il titolo del suo ultimo libro, 

    Il bel programma