GIOCHI E GADGET FRA L'ITALIA E LA CINA

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amministratore delegato di Grani & Partners S.p.A. (Gruppo Preziosi)

Al suo trentesimo anniversario, Grani & Partners è licenziataria di quasi tutte le top property del mercato: Gormiti, Hello Kitty, gli eroi Marvel, Barbapapà, Ben 10, Winx, vari personaggi del mondo Disney e Dreamworks, per citare solo i marchi delle collezioni più amate da grandi e piccini. Ma com’è nato e com’è stato coltivato nel vostro Gruppo l’interesse per l’utilizzo delle licenze, di cui siete stati pionieri?

Grani & Partners S.p.A. nasce nell’ambito del Gruppo Preziosi, a cui appartiene per il 60 per cento. Per un’azienda operante nel settore dei gadget promozionali, il legame con il primo player italiano, e quarto nel mondo, del settore toys, Giochi Preziosi, costituisce senz’altro uno stimolo e una fortuna non da poco. Sembra passato un secolo da quando producevamo i gadget di Willy Denty per Burghy, che, a differenza di tutte le altre catene di fast-food, non offriva sorprese dedicate ai personaggi dei cartoni animati o dei film del momento. Oggi, infatti, grazie al sempre maggiore coinvolgimento con Giochi Preziosi, ci vediamo inseriti in un vero e proprio circolo virtuoso, che ci permette sia di sfruttare licenze di successo proprie del Gruppo – due nomi per tutti: Cicciobello e Gormiti – sia di ottenerne di nuove, spesso assai ambite, con grande anticipo rispetto alla concorrenza. Giungere al mondo delle licenze è stata la naturale evoluzione di un business nato nel 1980, quando i nostri zii Lorenzo e Luigi fondarono la Giocoplast Import/Export, leader nella distribuzione di articoli natalizi importati dalla Cina, e di cui oggi festeggiamo appunto il trentennale. Dopo la loro scomparsa prematura, noi fratelli Grani – ancora giovanissimi – assumemmo la gestione degli affari di famiglia e verso la fine degli anni novanta avemmo la fortunata intuizione di creare la divisione Giocoplast Promotion, dedita alla produzione di articoli di vario genere per le campagne corporate delle aziende alla loro clientela. Il successo di questa manovra fu tale che nel 2000 cedemmo il ramo Giocoplast Natale al Gruppo Preziosi, concentrandoci solo sul promozionale. E fu proprio per via degli ottimi rapporti creatisi con Enrico Preziosi che nel 2002 decidemmo, insieme, d’investire maggiormente sulla promettente attività di Giocoplast Promotion, trasformando l’azienda in Grani & Partners S.p.A., la nuova realtà di riferimento per il promozionale all’interno del Gruppo.

Com’è emerso nel dibattito che si è tenuto a Modena con Shen Dali, pubblicato in questo numero, lo scambio fra l’Italia e la Cina può essere sempre più fruttuoso, se si mettono da parte i pregiudizi. Il vostro Gruppo, attraverso il lavoro di tanti anni nelle sue sedi di Hong Kong e Shenzhen, testimonia che la creazione di valore per un’impresa procede solo dall’apertura. Ma quali sono gli sforzi dell’imprenditore per mantenere la direzione nell’incontro con una cultura così differente?

Il business Italia-Cina richiede apertura, capacità di ascolto, spirito di adattamento, dialogo continuo e disponibilità all’integrazione di modi di pensare talvolta diametralmente opposti. Tutto ciò risulterebbe alquanto difficile senza l’aiuto di intermediari capaci, conoscitori della realtà locale da un lato e del mercato occidentale dall’altro: è per questo che abbiamo voluto fondare Grani & Partners HK Ltd., la nostra sede di Hong Kong, solo pochi mesi dopo la nascita della casa madre italiana, a cui è poi seguita, nel 2006, la nascita di Grani & Partners China Ltd., a Shenzhen, a testimonianza del fatto che, per mantenere il bilancio in attivo all’interno di un settore altamente competitivo come il nostro, non basta semplicemente avere fornitori – o localizzare la produzione – dove la manodopera e i materiali costano meno.

La mission di Grani & Partners HK è individuare e selezionare i migliori fornitori del Far East per ogni singolo progetto, coniugando le richieste del mercato occidentale con le disponibilità produttive del mercato asiatico. L’azienda funge costantemente da trait d’union tra i fornitori asiatici e la sede italiana e gestisce costanti controlli sull’attività produttiva e sulla qualità della merce. Per fare ciò impieghiamo sei lavoratori europei su quaranta, tutti gli altri sono cinesi: in tale contesto il rispetto reciproco e la flessibilità risultano fondamentali.

La mano d’opera cinese è seria e preparata, ha tanta voglia d’imparare e confrontarsi con la realtà europea; per contro la situazione richiede a noi l’intelligenza e l’umiltà di capire che dobbiamo adattarci alle esigenze giornaliere del mercato locale. Fino a dieci anni fa, per esempio, a Hong Kong era quasi di moda cambiare lavoro in concomitanza con il Capodanno cinese. All’epoca, il tasso di disoccupazione era pari allo 0,5 per cento, oggi è salito al 5 per cento circa e la mobilità della forza lavorativa è drasticamente calata. Tenere gli impiegati per più di un triennio è ancora molto difficile, ma in Grani & Partners HK abbiamo il 50 per cento del personale che lavora con noi da più di sette anni, in pratica dalla nascita dell’azienda. Questo è, secondo me, un dato di fatto molto importante per una realtà giovane come la nostra a Hong Kong, che abbiamo celebrato in loco con una cena speciale in onore di questi dipendenti.