UNA RIVOLUZIONE INTELLETTUALE NEL CAMPO DEGLI IMMOBILI

Qualifiche dell'autore: 
presidente del Gruppo La Maison du Monde

Qual è la situazione attuale del mercato immobiliare?
Il mercato immobiliare è stato tra i più colpiti dalla crisi economica e questo ha comportato una trasformazione che si sta rivelando più profonda di quanto ci si aspettasse in un primo momento. In Italia, le cose si complicano anche perché la legislazione di riferimento resta inadeguata e le lungaggini burocratiche non accennano a diminuire, anzi, si potrebbe dire che la crisi in ambito immobiliare abbia radici culturali strettamente connesse alla gestione economica e finanziaria del territorio.
Per questo sono convinto che per fare impresa in questo settore occorra una rivoluzione intellettuale, che tenga conto dei nuovi modi di operare che stanno emergendo sul mercato. Il mediatore, per esempio, oggi è colui che va in piazza, conosce gli immobili e li segue direttamente, quindi è vicino alle reali esigenze dei clienti, mentre risultano improduttive le agenzie troppo strutturate, perché l’utente non vuole più essere costretto a esporre la propria richiesta al personale addetto al centralino.
Fare impresa è semplice, ma in Italia è particolarmente complicato, soprattutto per l’incapacità di evitare alcune speculazioni e di permettere all’economia di essere fluente e vivace. In economia, un flusso continuo, seppure di piccola entità, è sempre meglio di un grande capitale immobilizzato. Se l’economia è statica, le case subiscono un’inflazione del 30-40 per cento reale, per cui chi vuole vendere deve farlo a queste cifre.
Come pensate di affrontare questo momento difficile?
Noi abbiamo diversificato la nostra attività: abbiamo fatto scelte specifiche, dedicandoci alla tecnologia, quindi investendo molto sul web e sul marketing attraverso il web. In questo periodo stiamo lavorando al progetto Residenze italiane, uno strumento on line per le agenzie immobiliari studiato per gli operatori del settore. Inoltre, abbiamo diversificato l’attività, ampliandola verso il mercato internazionale (www.kouroshqajar.com) e mantenendo la Maison du Monde per le locazioni a Bologna (www.lamaisondumonde.it).
Dopo questa crisi, il prezzo del mattone non tornerà più ai valori precedenti, comunque non prima di quindici anni. Oggi un bilocale di sessanta metri quadrati è una struttura pensata per il singolo o la coppia: se il singolo ha un reddito di mille euro e la coppia di duemila, dovendo fare un mutuo, potrebbe ipotizzare un importo di centoventimila euro. Ma il mercato offre immobili di queste dimensioni che costano dai centocinquanta a centosessantamila euro, mentre la quotazione minima per un bilocale è di trecentosettantamila euro.
È evidente che c’è uno squilibrio. Qualcuno riesce anche a vendere a prezzi esorbitanti, ma ciò accade perché la casa è ancora un bene primario nella vita della famiglia. Nelle locazioni, invece, c’è una vivacità maggiore.
Negli altri paesi, il valore della prima casa non è sentito come in Italia. Lei conferma questo dato?
Dipende dallo stile di vita: i giovani sono abituati a spostarsi spesso, ormai si sposano intorno ai trentacinque anni e sentono la casa di proprietà come un peso. La locazione risulta lo strumento più facile per non avere vincoli anche per molte persone che devono spostarsi spesso per lavoro con l’intera famiglia. La casa però rimane sempre un ottimo investimento perché, salvo acquisti incauti, offre una remunerazione del 4 per cento.
Non è un caso se Bologna ha cinquecentomila abitanti e, tra la città e la provincia, duecentomila case in vendita. Dunque, nonostante la richiesta ribassata, si continua a vendere, anche se è difficile ottenere i mutui, che favorirebbero l’economia.
Lei, recentemente, ha anche fondato una casa editrice. Perché?
La mia casa editrice, la Anqa, è sorta in seguito all’esperienza delle mie ultime pubblicazioni. Finora ho pubblicato circa otto libri e ho ritenuto i tempi maturi per investire in una casa editrice. Ho lavorato con molti editori, confrontandomi con loro e talvolta non condividendo il modo di gestire il rapporto con gli autori.
Quali sono le sue letture recenti?
Sto leggendo vari libri di letteratura francese e spagnola. In particolare, sto studiando un testo di Isidore Lucien Ducasse, detto Lautréamont, uno dei poeti maledetti francesi, e alcuni poeti dell’epoca d’oro spagnola, come Quevedo e Gongora, che ho scoperto in seguito al mio grande interesse per Pablo Neruda.
Queste letture mi aiutano ad arricchire la mia ricerca nel campo dell’estetica, ma credo che la poesia, una notevole cultura, la dialettica e la capacità di astrazione diano un apporto pragmatico anche all’imprenditore, per quanto resti più concentrato sul profitto finanziario perché punta all’utile.