LA LUCE NARRATIVA DI MARIO NANNI SULLE PAGINE DEI CAPOLAVORI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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La luce pensata, calibrata, progettata e realizzata da Mario Nanni esalta la storia e il prestigio dei manoscritti originali di alcuni dei maggiori capolavori della letteratura italiana, dal Decamerone di Boccaccio ai Promessi Sposi di Manzoni, esposti nella Sala delle Bandiere del Palazzo del Quirinale in occasione della mostra Viaggio tra i capolavori della letteratura italiana, Francesco de Sanctis e l’Unità d’Italia

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione de Sanctis, ha sviluppato un cammino virtuale attraverso i secoli e i movimenti filosofico-letterari che hanno segnato l’origine della lingua e della letteratura italiane dal Duecento all’Ottocento. Un’occasione unica di crescita culturale e umana in cui adulti e bambini, professori e studenti si sono confrontati con la testimonianza di qualcosa che appartiene al nostro patrimonio ed è la massima espressione di un’evoluzione naturale verso l’unità del nostro paese. Poter leggere uno scritto duecentesco e trovare le radici culturali della nostra formazione porta inevitabilmente a una sola conclusione: l’Italia letteraria si è da sempre preparata al grande sogno di abbattere le barriere geografiche e politiche.

I prestigiosi spazi sono stati sapientemente reinterpretati attraverso l’allestimento curato nei minimi dettagli dall’architetto Simona Pieri dello Studio de Sanctis Pieri architetti associati, che è stata anche l’ideatrice, con Francesco de Sanctis, del progetto espositivo. La suggestiva cornice della mostra è realizzata con una particolare attenzione alla ricerca della luce giusta e dei materiali idonei alla conservazione dei delicatissimi manoscritti.

L’illuminazione ha un valore non solo nella comunicazione, ma anche nella capacità di suscitare emozioni nello spettatore. Con la luce è stato possibile esaltare i colori, sottolineare gli aspetti formali, suggerire percorsi di visita e realizzare gerarchie di importanza e di interesse nell’ordine di esposizione.

I beni librari in mostra sono stati illuminati dal progettista Mario Nanni come vere e proprie opere d’arte, da differenti angolazioni e la parola scritta ha preso forma seguendo la traccia luminosa.

“La materia su cui si poggia la mia luce questa volta va oltre l’oggetto – precisa Nanni – è contenuto, significato, testo e immagine; per questo ho progettato una luce essenziale e grafica, invisibile, percepibile solo per la presenza dell’effetto luminoso, non per l’oggetto del corpo illuminante. Ho creato dei piccoli tagli che rispettino i valori d’illuminazione minima prescritta per la salvaguardia dei manoscritti; non ho superato i 50lux per salvaguardare e mantenere inalterati carte e inchiostri”.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso teche dedicate a ogni singolo manoscritto, inquadrato in una cornice come un quadro tridimensionale, e al centro della sala una teca free standing accoglie il manoscritto autografo della storia della letteratura italiana di Francesco de Sanctis, che lega come un fil rouge il percorso espositivo dal 1200 fino ai suggestivi autografi ottocenteschi di Leopardi e Manzoni, contemporanei di de Sanctis.

La matericità calda della carta, la luce puntuale sapientemente calibrata, l’inchiostro e le miniature sono state affiancate da innovativi supporti multimediali, che hanno posto il visitatore nella condizione di avvicinarsi gradualmente a oggetti che danno comunque un forte impatto con il passato. Il gioco a quiz ha reso ludico e scherzoso il primo passo, evidenziando una sorta di linea di confine da superare: il ricordo scolastico. La proiezione della carta geografica con i diversi contenuti ha posto l’accento sull’omogeneità della diversità regionale.

Il progetto della luce inoltre non si è fermato solo all’illuminazione degli scritti, ma si è trasformato in racconto con le poesie di luce di Mario Nanni, declinate sulla carta... bianca, perché scritta dalla luce, non dall’inchiostro. I due libri di luce del progettista, appositamente realizzati per l’occasione, si sono inseriti tra i manoscritti come icone letterarie che con le moderne tecnologie raccontano, attraverso l’uso di “immagini di luce”, la storia dei nostri scritti, dei nostri grandi maestri, la nostra storia. I libri sono stati illuminati per mezzo della liv, lampadina a immagini variabili, ideata dallo stesso progettista e in grado di creare vere e proprie “poesie di luce”, come quella narrata tra dicembre 2009 e gennaio 2010 sulla facciata del teatro alla scala di Milano.

Le scolaresche in visita hanno manifestato grande interesse, soprattutto se accompagnate e “illuminate” sui diversi punti elencati, hanno ripetuto a memoria i testi leopardiani scovando le correzioni, hanno sorriso sull’abitudine manzoniana di piegare a metà il foglio protocollo, si sono emozionate di fronte al tormento di Torquato Tasso.

Un’occasione unica per scoprire inediti percorsi e avvicinarsi, senza timore, agli autori che per primi hanno fatto grande la nostra storia.