IL BELLO È LONTANO DALLO STANDARD

Qualifiche dell'autore: 
titolare di Sutilis Alta Sartoria, Bologna

Nel cuore di Bologna, l’antica arte sartoriale incontra la contemporaneità nell’Alta Sartoria Sutilis, realtà sempre più rara, soprattutto fra i giovani. È difficile trovare un giovane come lei che, pur avendo molte altre strade aperte, decide d’intraprendere questa attività…
La mia passione per l’alta sartoria è nata fin da quando ero un bambino e ammiravo gli abiti di mio nonno, finemente realizzati da abili sarti. Spesso lo accompagnavo quando sceglieva il modello e il tessuto, e mi piaceva osservare la realizzazione del cartamodello, il taglio della stoffa e la cucitura a mano. Oggi, in laboratorio, oltre agli abiti, realizziamo camicie, cravatte, polo, scarpe e c’è in cantiere la realizzazione di costumi da bagno. Grazie a una manodopera esperta nell’antica e raffinata maestria sartoriale, che abbiamo cercato in varie regioni d’Italia, riusciamo a dare soluzioni di classica modernità all’uomo che vuole distinguersi per un’eleganza senza tempo.
Come si combina la qualità artigianale con i ritmi imposti da una società che punta all’ottimizzazione delle risorse?
Anziché considerare le innovazioni uno svantaggio, noi ce ne avvaliamo. Per esempio, puntiamo sul web per incontrare il mercato e diciamo al cliente – che magari ci ha raggiunti tramite internet e pensa di non avere tempo per incontrare il sarto – che il nostro sarto può fargli visita presso la sede che preferisce, per prendere le misure e seguire con cura la scelta dei tessuti e di tutti gli altri dettagli del capo da realizzare, nonché, in un secondo momento, per la prova intermedia con il capo imbastito, per verificarne le misure e apportare eventuali modifiche prima della consegna.
Sfruttando la tecnologia, inoltre, riusciamo a essere più veloci, senza ridurre i tempi di lavorazione, che è fondamentale per un capo ben riuscito. È vero che la velocità oggi determina il modo di vestire, di mangiare e di vivere. Eppure, sono proprio le generazioni che hanno introdotto le tecnologie le prime a tornare a valorizzare le tradizioni.
L’idea che tutto debba essere veloce è forse divenuta un luogo comune del marketing, che lancia prodotti standardizzati, perfetti per l’occasione, che piacciono subito a tanti ma che poi diventano scomodi e riempiono gli armadi di tante variabili che non si riescono a integrare in modo tale da dare una sensazione di stile e comfort…
Dallo shopping impulsivo non può che scaturire un abbigliamento scomposto. L’artigiano invece è in grado di dare preziosi consigli, perché il suo modo di lavorare è guidato dall’ascolto.
Anche il corpo ha un suo linguaggio, che occorre ascoltare. Preferisco, parlando con un cliente, aspettare che trovi l’ispirazione e la decisione per fare una scelta, piuttosto che concludere subito, confezionandogli semplicemente un capo bellissimo che mancava nel suo guardaroba, ma alla cui progettazione non ha partecipato attivamente. Spesso da noi arrivano clienti che non trovano soddisfazione nel “pronto” e decidono di provare il sartoriale. Allora, per la prima volta, hanno la sensazione d’indossare un capo che, oltre a essere bello, sta veramente bene su di loro, “cade bene”, come si suol dire: la tela che si usa nella lavorazione, infatti, lo rende più morbido, così che una volta indossato si adatta al corpo del cliente e lo veste, anziché costringerlo ad adattarsi.
Qual è la vostra idea del bello?
Il bello è ciò che si allontana dallo standard, per questo la mano dell’artigiano è molto importante, per ottenere lo stesso risultato che raggiungevano i sarti di cento anni fa. Ma la fortuna di un sarto incomincia dalla scuola, dalla bottega o dall’atelier in cui ha lavorato. Il bello non corrisponde a una moda, è la ricerca di ciò che sta bene addosso al cliente dal punto di vista sia estetico sia del comfort: per questo gli facciamo scegliere il tessuto e la trama in base al grado di calore che percepisce, il taglio della giacca, il giromanica, il torace, e lo consigliamo sulle proporzioni della giacca in base alla corporatura nel suo complesso. Il bello è anche ciò che si raggiunge lavorando sui dettagli, i bottoni delle maniche, per esempio, o l’inserimento di particolari in contrasto; o, ancora, giocando su parti che non si vedono all’esterno, come il sottocollo o la fodera della giacca e delle maniche. In breve, si può giocare su aspetti che rendono il capo unico, oltre che bello, e un particolare è più bello se lo sai soltanto tu, anche se poi magari viene scoperto per caso.