LA VIA VERDE DELL’EMILIA

Qualifiche dell'autore: 
presidente e amministratore delegato di Eos Group

Nonostante la sua giovane età, Eos Group, nata nel 2008, può già vantare la realizzazione di quello che all’epoca fu il più grande impianto fotovoltaico in Emilia Romagna (ottocento kW) e la partecipazione come membro effettivo alla ISES (International Solar Energy), la più importante associazione scientifico-culturale nel mondo, senza finalità di lucro, operante nell’ambito delle fonti rinnovabili e dell’uso razionale dell’energia. Considerando l’entrata in campo in pochi anni di tantissime aziende in questo settore – dai grandi gruppi che hanno aperto e presto visto arenarsi le loro divisioni “solare” alla miriade di artigiani tuttofare –, come si costruisce una reputazione solida, capace di andare oltre l’euforia che il tema “energia solare” suscita nell’opinione pubblica, soprattutto quando si parla d’investimenti ventennali?

Già da due anni, abbiamo adottato una politica commerciale che ci permette di garantire un impianto fotovoltaico per vent’anni e di sostituire immediatamente un pannello o un inverter in caso di rottura. Abbiamo puntato sulla qualità di un prodotto europeo che dà sicurezza di affidabilità e continuità. In questa direzione, a gennaio 2009, abbiamo siglato un accordo con Solon S.p.A. per la fornitura e l’installazione di due MW di moduli fotovoltaici: un accordo importante, finalizzato a sviluppare ulteriormente il settore del fotovoltaico in Emilia Romagna, che ha dato un segnale forte e ha fatto capire che è possibile, grazie agli incentivi, avere un impianto a costo zero, totalmente pagato dal gestore servizi elettrici. Ci siamo rivolti in particolare ai costruttori perché siamo in grado di fornire il fotovoltaico a un costo bassissimo, che non incide sul costo dell’immobile e che viene installato solo al momento della vendita. Quando l’immobile viene venduto, interagiamo direttamente con l’acquirente, preoccupandoci delle procedure burocratiche per ottenere lo Scambio sul posto (Delibera AEEG 74/08), che consente all’utente che abbia la titolarità o la disponibilità di un impianto la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione. Con i nostri servizi, il costruttore non ha nessun impegno nella progettazione dell’impianto e il cliente finale non deve occuparsi delle procedure burocratiche. 

Ma la vostra crescita oggi si prospetta anche attraverso una particolare differenziazione, con l’inaugurazione delle prime applicazioni da voi progettate e installate nel campo della mobilità elettrica e della domotica… 

Nel settore della mobilità elettrica, il futuro riserva ancora alcune incognite, soprattutto perché ha ancora costi elevati: se un motorino elettrico è già acquistabile a cifre piuttosto contenute, 1.500-3.000 euro, un’automobile elettrica ha costi sproporzionati rispetto alla sua omologa a carburante. La 500 che abbiamo presentato a Bologna di recente costa 39.000 euro; la Citroen Czero costa 36.000, perché usa batterie da 1.000 euro a kW: se pensiamo che un’auto ne monta una ventina per un’autonomia di 150 chilometri, il conto è presto fatto. Le auto elettriche diventeranno economiche quando verrà data ai produttori la possibilità di produrle in grandi quantità. 

Bisogna trovare poi il modo di impiantare le colonnine. Trasformare i classici distributori in grandi centri per l’auto, aree di servizio con 5 o 6 colonnine da 3 kW, pensati anche per l’autista che deve attendere venti minuti per una carica. E per velocizzare l’operazione ci sono diverse ipotesi: allestire distributori da 50 kW invece che da 3, oppure sostituire le batterie scariche con batterie cariche, anche se questo richiede un’omologazione delle batterie e un’organizzazione logistica con una rete di distribuzione. Per chi si muove in città, le tratte brevi con picchi di 50/100 km sono gestibili con le attuali tecnologie senza grandi investimenti. 

Ma è in atto questa trasformazione, per cui in ciascuna città verrà stabilito un programma di installazione di distributori?

Quello che conta è che venga evitata la realizzazione di un nuovo monopolio, come invece sta tentando di fare Enel, che vuole occuparsi dell’installazione delle colonnine, in quanto già distributore di energia elettrica. Non sarebbe logico e non andrebbe nella direzione indicata dall’Unione Europea, che condanna i monopoli. Inoltre, l’interesse a evitare i monopoli non è soltanto dei costruttori o installatori di colonnine, ma dell’intera comunità, che non può permettere che un distributore monti quando e dove vuole nuove colonnine, a parte ovviamente i vincoli della tutela dei beni architettonici. 

Con la nostra esperienza nella progettazione e la specializzazione nell’utilizzo di queste applicazioni, noi partiamo leggermente avvantaggiati rispetto agli altri, perché le nostre colonnine esistono già da qualche anno e sono state omologate e certificate dalla Comunità Europea. 

Fra qualche mese, avvieremo l’installazione nel comune di Casalecchio delle prime colonnine che potrebbero essere destinate in primis ai mezzi usati dall’amministrazione pubblica o dal servizio postale. 

Nel frattempo, siamo in attesa di una legge che dovrebbe essere approvata a breve, mirata a incentivare la mobilità elettrica, sbloccando fondi a supporto dello sviluppo di questo nuovo settore. Quindi, siamo già in fase di interessanti proposte di legge, sempre nella speranza che ci sia una puntuale approvazione e che durante la redazione non si voglia ancora una volta rendere la normativa più astrusa di quello che è la realtà.