COME CURA IL METODO LORENZ

Qualifiche dell'autore: 
operatrice sanitaria e socia del Centro Biomedico Lorenz 2, Maranello (MO)

Lei lavora al Centro Biomedico Lorenz 2 fin dalla sua apertura nel 1994, diciotto anni in cui avete curato tutte le patologie articolari muscolo-scheletriche, anche quando si rivolgevano a voi persone che avevano provato qualsiasi altro metodo, con risultati scarsi o addirittura assenti, per di più con la rassegnazione, spesso suggerita dagli stessi medici consultati, che dovevano imparare a convivere con il dolore…

Per fortuna, i risultati raggiunti in questi anni mettono in discussione la convinzione che ci sia chi debba imparare a convivere con il dolore. Come specifica la più recente definizione dell’O.M.S., il dolore è un’esperienza sensoriale legata a un danno tissutale presente o potenziale. Dunque, eliminare o ridurre notevolmente il dolore vuol dire eliminare non più un sintomo ma una vera e propria malattia. La farmacologia agisce cercando di dominare la reazione infiammatoria o di potenziare i dispositivi di controllo del dolore. L’elettroterapia a Biofeedback secondo il metodo Lorenz interviene dove si forma lo stimolo doloroso e, inibendolo, ne impedisce la propagazione.

Ecco perché con questo metodo si riesce a fare molto di più: le apparecchiature emettono impulsi che penetrano in profondità nei tessuti ed esplicano un’importante azione vascolarizzante, andando a ossigenare e a dare nuovo nutrimento ai tessuti stimolati. In questi diciotto anni, sono centinaia i casi di periartrite che abbiamo curato, nonostante non rispondessero alle terapie tradizionali, compreso l’intervento. Noi partiamo sempre dal presupposto che, laddove c’è un problema e si prova un dolore, alla base c’è sempre una scarsa o una mancata irrorazione sanguigna, quindi, una scarsa vascolarizzazione.

Ma nel corso degli anni avete ottenuto risultati soddisfacenti anche per patologie diverse da quelle osteo-articolari?

Con il metodo Lorenz possono essere trattate efficacemente, per esempio, patologie del sistema nervoso centrale, esiti di ictus, aneurisma, lesioni neonatali, paraplegie traumatiche, nevralgie del trigemino, cefalee a grappolo, insonnia, fino alla tonificazione estetica anticellulite.

Negli ultimi tempi constatiamo una sempre maggiore incidenza delle malattie autoimmuni, come le artriti reumatoidi e, fra le malattie reumatiche, la fibromialgia. Chi soffre di fibromialgia non presenta alcuna patologia in particolare, il dolore è reale e diffuso, ma dagli esami effettuati non si trova alcuna patologia concreta. Tuttavia, considerando la sua notevole incidenza, a prevalenza femminile, da qualche anno è stata classificata come vera e propria malattia, con disturbi che riguardano anche il sonno e dolori articolari che arrivano a condizionare la vita sociale e lavorativa. 

In che modo intervenite rispetto alle fibromialgie?

Oltre ad agire sui sintomi, di recente abbiamo messo a punto un altro approccio, considerando che, come risulta da studi scientifici, le persone che soffrono di questa patologia hanno un’alterata percezione dello stimolo doloroso: iniziamo il trattamento con una stimolazione generale sul sistema nervoso centrale, in modo da potenziare il sistema immunitario, per rinforzare l’organismo e metterlo in condizioni di rispondere meglio alle aggressioni della patologia; solo in un secondo momento, interveniamo in periferia, sulle zone che solitamente sono più colpite, l’area cervicale o quella lombare. 

Questo approccio può essere esteso anche alle altre patologie che si suppone abbiano alla base un indebolimento delle difese immunitarie, come alcune forme di nevriti e le artriti a etiologia sconosciuta. Il metodo Lorenz diviene quasi una forma di automedicamento che l’organismo attiva grazie agli impulsi che risvegliano tutte le potenzialità dei sistemi vascolare, endocrino e immunitario. 

Il dolore cosiddetto nevropatico ha origine da una sorta di memoria che viene mantenuta, anche quando non c’è più una causa o non c’è mai stata. Ecco perché in questi casi occorre intervenire a livello centrale, inviando impulsi mirati a interrompere il circolo vizioso del dolore. Lo stesso obiettivo che tentano di raggiungere alcuni farmaci, i cui effetti collaterali sono ormai noti, studiati appositamente per inviare i corretti impulsi dal cervello alla periferia.

Gli impulsi inviati dalle apparecchiature usate nel Centro Lorenz non hanno effetti collaterali e, soprattutto, sono più mirati per ciascuna persona, mentre un farmaco è come un proiettile lanciato per colpire milioni di persone, come se fossero tutte uguali…

Per ciascuna persona, a parità di patologia, impostiamo una terapia personalizzata, che modifichiamo seguendo il percorso del dolore nelle sue fasi evolutive e nelle sue risposte, ascoltando quanto riferisce la persona e adattando la terapia secondo l’occorrenza.

Qual è l’ultima novità nelle vostre applicazioni?

Abbiamo scoperto che il metodo Lorenz funziona anche per la roncopatia, la patologia del russare, che è un disturbo del sonno non solo del partner o di chi dorme accanto, ma anche del russatore stesso, ignaro degli scompensi cui può andare incontro: oltre a essere spesso accompagnata da apnee notturne, la roncopatia può portare problemi respiratori, ipertensione arteriosa e cardiopatie. Allora, noi interveniamo con una stimolazione dei seni paranasali per ossigenare maggiormente la zona e rendere la respirazione molto più fluida.