LAMBRUSCO, SIRTUINE E NEFROPROTEZIONE

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direttore del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi

L’effetto benefico del consumo moderato di vino ai pasti è ormai ampiamente dimostrato dal punto di vista scientifico: a beneficiarne è soprattutto il sistema cardiovascolare. Ma, il 13 settembre 2011, abbiamo avuto la conferma di quest’abitudine alimentare favorevole alla salute, oltre che ascoltare nuove e preziose informazioni sugli sviluppi futuri della scienza sul rapporto fra vino e salute: organizzato dalla Camera di Commercio di Modena e dal Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, si è tenuto il convegno di presentazione dei risultati della ricerca Lambrusco, Sirtuine e Nefroprotezione, con l’intervento di scienziati come Dipak Das, della University of Connecticut School of Medicine (USA), Alberto A. E. Bertelli, dell’Università di Milano, Luca Giovannini e Claudio Mannari, dell’Università di Pisa. 

Considerando che ben poco ancora si sa sui meccanismi che stanno alla base del fenomeno di nefroprotezione – che si traduce in una diminuzione della mortalità anche in popolazioni che seguono una dieta non tipicamente mediterranea –, è di grande importanza che per la prima volta due studi (quello di Dipak Das, su una sponda dell’Atlantico, e quello di Luca Giovannini e Claudio Mannari, sull’altra) riescano a chiarire attraverso indagini biomolecolari di avanguardia le proprietà benefiche del consumo di vino. Ancora più importante, forse, è il fatto che, per questi studi, sia stato preso in considerazione uno dei vini rossi più significativi e popolari del panorama enologico italiano: il Lambrusco.

Nell’ottica di un approccio sanitario che integri l’utilizzo delle terapie convenzionali con un’educazione alimentare, i risultati prodotti da questa ricerca sottolineano quanto sia indispensabile approfondire le conoscenze sui composti naturali e le matrici alimentari capaci di modulare l’attività/espressione di importanti sistemi molecolari come quello delle sirtuine. 

Come hanno ricordato Luca Giovannini e Claudio Mannari al convegno, “studi recenti hanno evidenziato l’attività neuroprotettiva delle sirtuine in patologie correlate all’invecchiamento: la SIRT1 agisce nella riparazione del DNA e regola i geni che subiscono alterata espressione con l’età. Il resveratrolo, attraverso un meccanismo SIRT1 mediato, è in grado d’inibire l’espressione genica associata con l’invecchiamento muscolare se aggiunto nella dieta di topi. L’aumentata espressione di SIRT1 a livello renale riduce il numero di cellule apoptotiche in presenza di stress ossidativo e quindi effettua una nefroprotezione. La SIRT1 può indurre anche il percorso del segnale di Notch, che è noto per riparare i danni neuronali nel cervello caratteristici nella malattia di Alzheimer. Inoltre, la Sirt1 è in grado di aumentare la secrezione d’insulina e quindi di contrastare e curare il diabete di tipo 2”.

Tuttavia, recenti sperimentazioni hanno dimostrato che il resveratrolo non è l’unico composto naturale contenuto nel vino rosso dotato di queste proprietà, difatti sia il vino bianco sia alcuni suoi composti hanno proprietà cardioprotettive e sono in grado di modulare l’espressione delle sirtuine. 

“Sulla base di queste premesse – proseguono gli scienziati –, è stato condotto uno studio sperimentale in vitro su linee cellulari renali per valutare la capacità del vino Lambrusco, molto povero di resveratrolo e dei suoi composti fenolici principali, nel modulare l’espressione di SIRT1, attraverso l’innesco di specifici segnali molecolari. Una delle peculiarità di questo studio è l’utilizzo di basse concentrazioni di vino e di fenoli, assimilabili a quelle ottenute dopo un consumo moderato di vino.

I risultati ottenuti dimostrano che sia i vini Lambrusco utilizzati sia i suoi composti fenolici più rappresentativi hanno effetti benefici indipendenti dalla presenza del resveratrolo. In particolare, è stato osservato che vini Lambrusco e fenoli aumentano in vitro l’espressione della SIRT1 e modulano alcuni segnali cellulari responsabili della sua neosintesi; questi aspetti evidenziano un’attività biologica caratterizzata da meccanismi molecolari fini, distinti dal più generico effetto antiossidante e indispensabili per ridurre gli eventi di morte cellulare”.

Già nel 2002, l’OMS aveva dichiarato che il 17 per cento della popolazione della regione europea del Pacifico del Sud Australia non viene ricoverato per malattie cardiovascolari grazie al moderato consumo di vino. 

Allora, se i risultati della ricerca presentata in settembre scorso meritano ampia diffusione è proprio in virtù dell’informazione, che può dare un apporto straordinario alla salute dei consumatori, oltre che invitare a un’esperienza frizzante come quella di sorseggiare un bicchiere di Lambrusco a tavola, in famiglia o con gli amici.