DAL MAGAZZINO AUTOMATICO ALLA LOGISTICA DELL’IMPRESA

Qualifiche dell'autore: 
amministratore delegato di Incaricotech Srl, Campogalliano (MO)

Nonostante sia nata in piena crisi mondiale, Incaricotech ha acquisito clienti importanti, grazie a un’attenzione e un’offerta mirate ai singoli casi di automazione del magazzino, con cui ha conquistato la loro fiducia. Ma è aumentata anche la sensibilità degli imprenditori italiani verso il settore della logistica?

Per fortuna, anche in un momento di recessione, incomincia a diffondersi la cultura della gestione ottimizzata dei flussi di materiali all’interno delle aziende. Fino a qualche anno fa, gli investimenti degli imprenditori nel nostro paese si concentravano principalmente in nuovi macchinari e impianti automatici per produrre in maggiori quantità a costi inferiori. Il colmo era però che, pur riducendo i costi della produzione con l’automazione, la movimentazione era tale che, alla fine della filiera, un pezzo costava come prima, con la differenza che intanto l’azienda aveva assunto l’onere dell’investimento in nuovi macchinari. Oggi, molti imprenditori hanno capito i vantaggi di un magazzino automatico, che dà la certezza delle giacenze e consente di fare una politica degli acquisti e degli approvvigionamenti che elimina gli sprechi e garantisce continuità all’attività. Quale produzione automatica, infatti, potrebbe permettersi di fermarsi perché manca un particolare? Eppure, fino a quando non adottano soluzioni automatiche, le aziende corrono questo rischio, come quello di acquistare oggi materiale che domani tornerà in magazzino da un cantiere, dove non è stato utilizzato secondo le previsioni, e spesso si tratta di migliaia di euro che rimangono immobilizzati. Anche la possibilità d’identificare l’operatore è sempre più apprezzata, soprattutto nelle aziende che trattano materiali costosi. Per questo stiamo proponendo i sistemi più disparati: dal più semplice al più evoluto, da quello che richiede la digitazione di una password per accedere alla macchina a quello che prevede un transponder da tenere in tasca, nel grembiule o al collo, con cui la macchina identifica l’operatore e registra tutto ciò che fa.

Incaricotech affianca alla fornitura di magazzini automatici l’analisi logistica dell’azienda cliente nel suo complesso. Può darci qualche testimonianza della vostra esperienza?

L’analisi della logistica porta spesso a ottenere grandi recuperi, perché purtroppo anche aziende importanti possono avere una gestione piena di sprechi e di contraddizioni. Nelle grandi imprese produttive del Nord Italia, come dicevo, la logistica è sempre stata, più che trascurata, adattata. Anche quelle che da anni avevano un responsabile logistico, lo impiegavano per la gestione delle emergenze, attribuendogli tutte le responsabilità dei ritardi o delle mancate consegne, degli imprevisti e degli incidenti di percorso, inevitabili in un’azienda che riceve da e spedisce in tutto il mondo. Ecco perché per noi, durante l’analisi, diventa indispensabile affiancare il responsabile della logistica, che non ha tempo per la programmazione, ma ha la cultura per farla e la capacità di gestire anche politicamente l’equilibrio fra i reparti. Certo, se disegniamo uno “spaghetti chart” – lo strumento di rilevazione grafica utilizzato per mappare le percorrenze degli operatori durante il processo produttivo –, spesso constatiamo che, per compiere un’azione, molti operatori percorrono 450 metri quando ne basterebbero 100, se andassero lungo una linea retta. E tanti guru della logistica, che dalla loro torre d’avorio rischiano di produrre valanghe di carta assolutamente distanti dalla vita dell’azienda, sono pronti a puntare il dito contro il responsabile della logistica che, preso dalle sue corse quotidiane, non si accorge del tempo sprecato nei movimenti a zig zag degli operatori. Ma ciò che chiede l’azienda non è una semplice, per quanto convincente, analisi: chiede risposte concrete a problemi concreti, chiede di trovare una via di mezzo fra i 450 e 100 metri, in quel caso particolare e specifico, non secondo teorie generali.

Il vostro, in breve, è un intervento pragmatico, che tiene conto del caso singolo e quindi vi dà la chance di divenire interlocutori dell’imprenditore…

Occorre intervenire per il caso singolo, pensando che la logistica non è l’unico problema dell’impresa. Occorre avere sempre presente che un’azienda è governata da un imprenditore o da uno staff dirigenziale che si occupa dell’impresa nella sua globalità: area commerciale, amministrativo-finanziaria, produttiva e logistica. Per cui il nostro consulente deve partire da una cultura generale d’impresa, anche on the field, rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani, perché, per dare risposte concrete, occorre studiare, lavorare, capire il contesto, capire come viene percepita una soluzione, in particolare se è automatica o semiautomatica, capire come andrà a operare sei mesi dopo, uno e due anni dopo e introdurre gradualmente le novità. Solo così si diventa partner dei propri clienti che, nel nostro caso, sono più che soddisfatti: spesso alcuni clienti hanno chiesto di visitare installazioni nella loro zona senza la presenza dei nostri commerciali, e tutte le volte abbiamo venduto i nostri sistemi. Indubbiamente, nessuno è più efficace di un cliente soddisfatto a spiegare i vantaggi che ha chi lavora con noi.