SOLUZIONI SEMPLICI PER PROBLEMI COMPLESSI

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ingegnere, titolare dello Studio di ingegneria Valva, Modena

Lo Studio di ingegneria Valva, fin dagli anni ottanta, ha fornito un contributo importante alla progettazione e consulenza per il consolidamento e restauro di edifici monumentali rappresentativi del nostro patrimonio artistico e architettonico fra cui il teatro La Fenice di Venezia, il castello visconteo di Pavia, la Basilica di Santa Chiara di Assisi, il palazzo della Gran Guardia di Verona, la messa in sicurezza della cupola delle Anime Sante a L’Aquila, ottenendo riconoscimenti prestigiosi.

Fra questi vorrei evidenziare il “Grand Prize”-European Union Prize for Cultural Heritage/Europa Nostra Awards 2009, per la Categoria 1 “Conservazione”, che ha assegnato il “Gran Premio” alle opere di restauro della chiesa dei Santi Faustino e Giovita di Fasano di Gardone (Brescia), danneggiata dal sisma del 24 novembre 2004, eseguite su progetto architettonico di Rossana Bettinelli di Brescia e nostro progetto strutturale di consolidamento e relativa direzione dei lavori. L’evento sismico aveva provocato il crollo parziale della volta della prima campata e prodotto danni alle strutture murarie intrinsecamente più fragili, compromettendo l’agibilità dell’intero fabbricato, che fu evacuato. Furono inizialmente eseguiti lavori di pronto intervento per mettere in sicurezza la porzione di volta superstite: per mezzo di un ponteggio costruito fuori dall’area interessata dal crollo e poi spinto su rotaie sotto la volta, si puntellarono i frammenti rimasti in equilibrio precario, si sollevarono i conci che avevano subito un’eccessiva deformazione e, dopo aver ricomposta la continuità fra gli elementi separati, fu costruito all’estradosso un reticolo di costolature di betoncino epossidico armate con fibre di carbonio che diede sicurezza alla porzione di volta rimasta in sito, come fu provato da una severa prova di carico effettuata a intervento completato.

In un secondo momento fu redatto il progetto definitivo volto a inibire quei meccanismi innescatisi durante il sisma, oltre che a impedirne di nuovi, e a migliorare la risposta sismica dell’intero edificio. Furono pertanto perseguiti i seguenti obiettivi principali: riparare i danni provocati dal sisma, dare alle murature portanti adeguata compattezza e resistenza, conferire all’edificio un effetto scatolare chiuso, all’epoca compromesso, e rafforzare le volte; il tutto in assoluto rispetto degli organismi originali, utilizzando materiali compatibili chimicamente e filologicamente con quelli esistenti e adottando metodi adeguati alla natura storica, architettonica, artistica e culturale dell’edificio. 

Dopo un crollo dovuto a un sisma, come lavorano le varie parti di un edificio rimaste in piedi?

A seguito di un sisma gli edifici, dopo aver sviluppato tutta o in parte la propria capacità dissipativa, ovviamente possono uscirne molto danneggiati. In tale condizione, le strutture assumono una nuova configurazione di equilibrio che può essere anche assai differente da quella originale. 

In simili contesti, deve svilupparsi la sensibilità tecnica del professionista per coniugare al meglio i nuovi interventi di consolidamento con le parti strutturali esistenti e superstiti, nel rispetto dell’identità strutturale del manufatto originale. Infatti, è di fondamentale importanza che gli interventi previsti dal progettista siano in totale armonia e sinergia con gli elementi della struttura esistente. Qui entra in gioco l’ingegno del professionista per studiare di volta in volta la tecnica d’intervento che meglio si adatta al manufatto in esame, ricercando soluzioni specifiche per il fabbricato stesso, poiché non sempre le stesse tecniche d’intervento sono idonee a risolvere i problemi di ogni edificio.

Nella moderna pratica di consolidamento, spesso si riescono a risolvere problemi complessi con risultati oltremodo soddisfacenti attraverso l’uso dei materiali compositi, che bene si armonizzano con una tecnica, ormai già da tempo consolidata, che il nostro Studio si pregia di avere messo a punto nell’ambito del rinforzo sismico di edifici in muratura esistenti. Il metodo consiste nel realizzare pseudo cordoli di piano mediante connettori di acciaio che si dipartano dalle solette dei solai (sia di conglomerato cementizio armato che di legno) e s’innestano nella muratura lungo tutto il perimetro; i cordoli, com’è noto, sono elementi fondamentali per la sicurezza di edifici murari. L’insieme connettori-soletta dà un efficace effetto concatenante alle murature, effetto che, in zona sismica, è condizione necessaria per la salvaguardia dell’integrità dell’edificio, e il metodo dei connettori diffusi lungo tutto il perimetro della muratura risulta più efficace delle catene singole. Ne abbiamo avuto un inequivocabile riscontro nel recente terremoto del 20 e 29 maggio in Emilia, laddove le costruzioni che in fase di ristrutturazione erano state dotate di tali dispositivi hanno reagito perfettamente al sisma, non mostrando alcun segno di danneggiamento. È stata la prova che si possono trovare soluzioni semplici a problemi complessi.