TECNICHE INNOVATIVE DI RINGIOVANIMENTO CUTANEO

Qualifiche dell'autore: 
chirurgo Plastico, esperto in Medicina estetica (Centro Medico Reiter, Modena)

Quali sono le novità che lei sta proponendo nella sua pratica di medicina estetica al Centro Medico Reiter di Modena, oltre che a Londra, Milano e Trento, a partire dalla sua specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università di Goeteberg (Svezia), di cui è anche fellow?

La medicina estetica oggi deve rispondere all’esigenza di ottenere risultati sempre più efficaci e immediati, ma sempre più naturali, riducendo al minimo i segni dell’intervento eseguito. Per questo, le tecniche più innovative di ringiovanimento devono essere indirizzate a mantenere il più fresco possibile l’aspetto della superficie cutanea, con particolare riguardo a viso e collo, e ad attenuare le conseguenze del lavoro svolto su un tessuto come ematomi, segni delle iniezioni, buchini delle puntine dei bisturi e degli aghetti, gonfiori e tumefazioni assolutamente abnormi, che si manifestano a distanza di qualche ora dall’intervento.

Finora, nella medicina estetica si è cercato di contrastare l’invecchiamento con metodiche di tipo prevalentemente riempitivo, attraverso filler e sostanze protesiche iniettabili, in associazione a trattamenti di levigatura superficiale dell’epidermide: da una parte, si aiutava il telaio della pelle in profondità a rilassarsi il meno possibile e a mantenere elasticità, dall’altra, si lavorava in superficie per migliorare la texture. La metodica che sto proponendo, invece, la bioristrutturazione volumetrica, nasce dal presupposto che si debba stimolare la pelle a produrre da sé ciò che era in grado di produrre fino a dieci, quindici anni prima. È chiaro che questo non basta, allora occorre associare la tecnica che utilizza il filler esterno, per dare volume, a quella della biostimolazione e della biorivitalizzazione.

Può illustrare brevemente in che cosa consiste la bioristrutturazione volumetrica?

Il bioristrutturante è un insieme di sostanze studiate in laboratorio per ottenere i “mattoni” fondamentali per la replicazione delle nostre cellule. La mia tecnica di bioristrutturazione volumetrica, che ho pubblicato un paio di anni fa e sto esponendo nell’ambito di diversi congressi, viene sempre più eseguita per la sua efficacia: è una metodica di ringiovanimento cutaneo per infiltrazione nel lipoderma superficiale – lo strato immediatamente sotto il derma – di un insieme di sostanze biostimolanti e biorivitalizzanti (aminoacidi essenziali, acidi nucleici, coenzimi, vitamina A e una provitamina del complesso P), insieme all’acido ialuronico, noto come uno dei filler più corretti da usare, più in equilibrio e più naturali, per un effetto simultaneo di biostimolazione e riempimento. Con la biostimolazione, stimoliamo i fibroblasti a produrre elastina, collagene, acido ialuronico e ad aumentare il numero di queste cellule e dei loro prodotti, la cui diminuzione, nel corso dell’invecchiamento, porta alla formazione di rughe più o meno profonde. Con la biorivitalizzazione, otteniamo un rinvigorimento del derma con conseguente idratazione profonda dei tessuti, normalizzazione delle ghiandole sebacee e formazione di collagene tipo 3.

Quali sono le indicazioni a questa metodica, quando si fa e a chi si propone?

La biorivitalizzazione trova applicazione clinica nel trattamento dei segni dell’invecchiamento cutaneo crono e foto indotto, quali le rughe del volto, del collo, delle mani, del decolleté, delle braccia, dell’interno coscia, dell’addome e dei seni, il rilassamento cutaneo, la forte disidratazione e nel trattamento delle alterazioni del microcircolo della pelle, che si manifestano nel volto con il fenomeno della couperose.

E quali sono i vantaggi di questa nuova metodica?

Oltre ai risultati estetici evidenti, la biorivitalizzazione ha il grande vantaggio di essere priva di traumi, poiché si effettua mediante l’uso manuale di aghi sottilissimi, che non provocano dolore. La bioristrutturazione volumetrica, inoltre, ha il vantaggio d’intervenire a partire da un’analisi globale dell’insieme in cui la parte da ristrutturare è inserita: è una metodica estremamente moderata e modellante, che non ha più lo scopo di riempire una parte isolata dal resto, come può essere un solco sul viso, sul collo o sul dorso delle mani. Non essendo finalizzata al trattamento di un’area ristretta come le tecniche di riempimento, la biostimolazione non sarà altrettanto apprezzabile immediatamente nella scomparsa della piega cutanea, ma nell’arco di qualche seduta, oltre all’eliminazione delle rughe, si potrà constatare un risultato di maggiore naturalità e freschezza.

In breve, possiamo considerarla un’azione di ringiovanimento ad ampio spettro, di antiaging, indicata per migliorare lo spessore del derma, l’elasticità e la texture, per ridurre le rughe superficiali e profonde, per correggere e reidratare i tessuti molli e ridefinire, rimodellare il profilo di un volto e le volumizzazioni di unità anatomiche diverse.