DISPOSITIVI DI FORMAZIONE PER LA RIUSCITA DELL’AZIENDA

Qualifiche dell'autore: 
titolare del Centro servizi Gualtieri Isabella S.r.l., Modena

Dalle piccole imprese artigiane ai grandi gruppi industriali e agli enti pubblici, nel vostro Centro Servizi possono trovare le risposte a tutte le loro esigenze di registrazione dati, gestione concorsi promozionali, televendite, ricerche di mercato e altre attività che dal 1977 offrite per consentire alle aziende di ottimizzare le proprie risorse interne affidando a voi compiti meno specifici per il loro business…

Oggi più che mai, nel mutato scenario seguito alla crisi mondiale dell’economia, per le aziende è importante concentrare le proprie forze alla ricerca di nuovi clienti e nuovi mercati, anziché sprecare risorse preziose in attività di routine. I clienti con cui siamo collegati in outsourcing – tanto che ormai ci considerano quasi una loro succursale – possono testimoniare i vantaggi che ottengono affidandosi al nostro Centro: grazie al nostro personale esperto, che adotta tecniche acquisite in diversi anni di esperienza, possono velocizzare operazioni che richiederebbero intere giornate di lavoro; inoltre, possono evitare quegli errori dovuti al fatto che il personale interno ritiene l’attività di registrazione dati ripetitiva e poco gratificante, errori che possono avere anche costi notevoli.

In che modo le vostre collaboratrici sono state istruite per evitarli?

Nell’area della contabilità, che riguarda i servizi più richiesti, gli errori non sono ammessi. Pertanto le collaboratrici devono imparare alla perfezione i programmi che ciascuna azienda cliente utilizza e i criteri che adotta, prestando la massima attenzione alla corrispondenza dei dati sui vari documenti elaborati. Nel nostro Centro non c’è la divisione dei ruoli e dei compiti: al momento dell’acquisizione di un nuovo lavoro, organizziamo una riunione con tutte le collaboratrici, in modo che ciascuna sia istruita sulle modalità di svolgimento dell’attività e possa sostituire colei o coloro a cui è affidata, in caso di assenza per malattia o ferie. Questo ci consente anche di non chiudere in agosto e di consegnare all’azienda cliente il lavoro al rientro dal periodo di chiusura estiva.

In un’azienda di servizi come la vostra, il cui prodotto non è fabbricato dai robot, quanto conta la fiducia verso le collaboratrici?

La fiducia dev’esserci fin dal momento dell’assunzione, ma è chiaro che ciascuno se la guadagna sul campo, strada facendo. Soprattutto una persona timida e riservata, senza la fiducia, non avrebbe la possibilità di crescere, perché spesso dà l’impressione errata di non essere attenta e quindi di non poter raggiungere risultati interessanti, come invece poi accade, se chi insegna ha la costanza di illustrare i dettagli di ciascuna attività, senza dare nulla per scontato. Al contrario, una persona che si presenta brillante può rivelarsi un bluff, se chi insegna si fida della sua spavalderia: dice di aver capito, per evitare di essere considerata stupida, anche quando non ha capito con esattezza il compito che deve eseguire. Ecco perché penso che alla base della qualità del nostro servizio ci siano le domande che le collaboratrici non devono mai stancarsi di porre a me e ai nostri clienti, per capire tutti i particolari e le sfumature, che possono sembrare banali a chi fa quel lavoro da anni e rischiano di essere omessi o trascurati. Questo è anche il motivo per cui noi teniamo una sorta di giornale di bordo con tutte le notizie relative a ciascun lavoro, compresi i tempi di lavorazione necessari, aggiornandolo costantemente, in modo che ci sia informazione e memoria dei problemi che possono emergere, oltre che delle procedure, perché siano chiare a ciascuno.

Mi pare di capire che nel vostro Centro c’è anche una differenza di approccio nell’insegnamento, a seconda della persona a cui si deve insegnare…

Certo. Una macchina, una volta che è programmata, acquisisce i dati secondo il programma impostato, mentre le persone hanno tempi e modi di acquisizione completamente differenti, quindi richiedono metodi d’insegnamento differenti. Purtroppo, questo approccio a volte non è diffuso proprio dove dovrebbe esserlo di più: nelle scuole. Allora mi chiedo se questo sia dovuto alla difficoltà di personalizzare l’insegnamento in classi numerose oppure se sia frutto di un ritardo nelle politiche educative, che vincola la professione dell’insegnante a parametri obsoleti e assolutamente inadeguati alle trasformazioni in atto nella nostra società.

Nell’insegnamento occorre umiltà e ascolto perché ciascuno trovi la propria via, anziché fare appello a presunti standard e ritenere un “disturbo dell’apprendimento” la difficoltà di chi non si conforma allo standard. Non è casuale che l’umiltà intervenga nell’impresa: forse perché l’imprenditore o l’imprenditrice, trovandosi nel rischio, non possono limitarsi a dire che un collaboratore “non capisce”, ma deve valorizzare i talenti di ciascuno per il contributo che può dare…

Dobbiamo considerare che l’imprenditore non solo si trova in un’esperienza in atto, ma è stato a sua volta un dipendente oppure, se lavorava in proprio, svolgeva tutte le mansioni, quindi ha imparato ad affrontare tanti problemi e a risolverli. A partire dalla sua esperienza, intuisce quando è il momento di esigere da una persona, piuttosto che da un’altra, senza fermarsi alle idee che ciascuno ha di sé, ma instaurando dispositivi di formazione, che giovino alla riuscita sia dell’azienda sia dei collaboratori.