COME FAVORIRE LE RETI D’IMPRESA

Qualifiche dell'autore: 
commercialista, socio dello Studio Commercialisti Associati, Bologna

Sono commercialista in Bologna e promuovo le aggregazioni delle imprese in rete perché credo profondamente nella filosofia aggregativa delle reti di impresa. È opinione diffusa, infatti, che le PMI potranno sopravvivere nell’attuale contesto sociale ed economico se sapranno modificare la propria struttura, spesso caratterizzata da un individualismo marcato, a favore di dispositivi aziendali più evoluti e integrati. Oggi occorre investire in innovazione, qualità, marchi e servizi per essere competitivi nel mercato globale, stabilendo alleanze che implementino le proprie risorse. 

Recentemente Confindustria, facendosi portatrice di un’istanza delle imprese in rete, ha chiesto all’Amministrazione Finanziaria il rinnovo del provvedimento legislativo che consente di detassare gli utili investiti dalle società per lo sviluppo delle reti: il risparmio di imposta, ottenuto dal precedente provvedimento, si è tradotto in investimenti innovativi finalizzati alla realizzazione del programma di rete, ma l’agevolazione ora è scaduta.

In questa sede vorrei farmi promotrice di un’ulteriore richiesta delle imprese in rete: che l’iter di asseverazione e i costi che le imprese devono sostenere – qualora venisse rinnovata l’agevolazione fiscale, per ottenere la detassazione – siano alla portata anche delle piccole e medie imprese, per massimizzare i benefici fiscali anche di investimenti di valore economico contenuto. 

I presupposti per l’accesso all’agevolazione erano i seguenti: l’adesione al contratto di rete; l’accantonamento e la destinazione dell’utile di esercizio ad apposita riserva per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete, con un tetto massimo di euro 1.000.000 per impresa; l’asseverazione del programma di rete da parte degli organismi abilitati. Gli organismi abilitati sono “espressione dell’associazionismo imprenditoriale muniti dei requisiti previsti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze”. Forse si potevano includere anche alcune categorie professionali idonee alla suddetta asseverazione.

Ricordo pure che non tutta la riserva accantonata veniva detassata: il meccanismo prevedeva che il risparmio d’imposta spettante a ciascuna impresa venisse stabilito sulla base del rapporto tra l’ammontare delle risorse complessivamente stanziate e l’ammontare del risparmio d’imposta complessivamente richiesto, ovvero con metodo proporzionale.

Per ottenere l’asseverazione del programma di rete, occorre dimostrare il raggiungimento di obiettivi strategici, ossia dimostrare la sussistenza degli elementi propri del contratto di rete. Ma il costo di asseverazione, in parte a carico della rete e in parte a carico di ogni azienda che partecipa, a fronte di investimenti non particolarmente elevati, risulta proporzionalmente molto oneroso. 

Occorre notare che misurare il raggiungimento di obiettivi come il livello di soddisfazione del cliente o l’efficienza nell’erogazione dei servizi – obiettivi che nei contratti di rete vengono normalmente inseriti – è tutt’altro che semplice. Le aziende in rete, nella fase di start-up, hanno difficoltà a integrare i loro sistemi, hanno bisogno di tempi lunghi per organizzare il nuovo soggetto (la rete), devono conoscersi reciprocamente, imparare a fidarsi e conferire le deleghe a coloro che operano all’interno della rete.

La detassazione, fatte le dovute verifiche, deve essere un sistema premiale, non un ulteriore adempimento con modalità e costi che svuotano di significato il beneficio.

Dobbiamo constatare inoltre che il legislatore, con l’ultimo provvedimento sulla possibilità di acquisire autonoma soggettività giuridica da parte delle reti di imprese, ha ridotto le opportunità di detassazione degli utili investiti. Solo le imprese aderenti a una “rete-contratto”, cioè le reti senza personalità giuridica, potranno accedere ai futuri benefici fiscali. Il sistema aziendale italiano è prevalentemente rappresentato da imprese di dimensioni ridotte. Dobbiamo indirizzarle verso forme di aggregazione che consentano loro di collegarsi in vari ambiti, creando sinergie ed economie di scala, costituendo in altre parole una rete importante, ma senza dovere adottare forme più vincolanti di integrazione strutturale che determinerebbero la perdita della propria individualità.