INCREMENTIAMO IL LAVORO DI SQUADRA

Qualifiche dell'autore: 
presidente Ordine degli Architetti della Provincia di Modena

Credo che quella di oggi sia un’ulteriore occasione per rimarcare quanto sia importante affrontare il tema della “ricostruzione in qualità” in modo interdisciplinare, con l’obiettivo di portare avanti un confronto costruttivo, mirato realmente alla risoluzione dei problemi, nel pieno rispetto dei ruoli e delle diverse competenze tecnico-professionali, che devono tutte sentirsi coinvolte e lavorare in modo da valorizzare le specificità di ciascuno: architetti, ingegneri, agronomi, geometri.

In qualità di Presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Modena, mi è stato chiesto di soffermarmi in particolare sul tema del recupero del patrimonio storico monumentale, pesantemente compromesso dall’evento sismico subito, ed è proprio in riferimento a questo che vorrei rivolgere un appello a tutti i rappresentanti degli enti pubblici presenti e delle istituzioni dell’intero territorio colpito: se davvero vogliamo garantire la qualità del progetto e dell’intervento di restauro o ricostruzione, dobbiamo cercare insieme di evitare di ricorrere a gare di servizi di progettazione al massimo ribasso, non possiamo più permettere che un progetto di restauro possa venire assegnato con ribassi che superano il 40 per cento dell’importo della parcella a base di gara. Come recita un manifesto esposto presso la sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bologna: “La qualità non è in svendita”.

Il secondo appello che rivolgo anche agli assessori regionali è quello di “far lavorare” attivamente i tecnici di questi territori, anche nella ricostruzione del patrimonio di edilizia pubblica. Il decreto del fare indica molto precisamente che occorre agevolare l’imprenditoria locale, ricorrendo anche a forme di “lottizzazione” dei lavori. 

Da ultimo, vorrei accennare ai piani di ricostruzione: sarebbe importante che l’attenzione non si limiti solo al singolo manufatto su cui intervenire, ma si preveda un approccio progettuale più ampio, a scala urbana, che comprenda piazze e strade, cioè tutto il sistema di relazioni fra gli edifici storici, e più in generale con il territorio e con il paesaggio. Questi aspetti, negli anni del boom edilizio, sono stati spesso trascurati: oggi abbiamo un’occasione per recuperarli. Prendiamo per esempio il fiume: un elemento da cui dobbiamo difenderci, ma nel contempo da valorizzare per le relazioni che ruotano attorno a esso e per la funzione che può avere nella comunicazione.

Per concludere, spero che le occasioni di confronto siano sempre più frequenti e che servano veramente a incrementare il lavoro di squadra, organizzando tavoli tecnici indispensabili per garantire la qualità del nostro lavoro e del nostro territorio.

*** L'articolo di Anna Allesina è tratto dall'intervento al tavolo di lavoro Restituire l'Emilia in qualità, (Villa Cavazza, Bomporto, 25 ottobre 2013), organizzato da ANCE Modena, Ardea Progetti e Sistemi, Confcommercio Imprese per l’Italia Regione Emilia Romagna, “La città del secondo rinascimento”.