DALLE VIGNE DI MACHIAVELLI ALLA VALORIZZAZIONE DI 15 ETICHETTE ITALIANE

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vice presidente del GIV (Gruppo Italiano Vini)

“Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio; et in su l’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, et mi metto panni reali et curiali; et rivestito condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio, et che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, et domandarli della ragione delle loro actioni; e quelli per loro humanità mi rispondono”. Così scriveva Niccolò Machiavelli il 10 dicembre 1513 a Francesco Vettori, durante il suo esilio da Firenze, nella sua Villa in Sant’Andrea in Percussina, dove diede alla luce Il Principe. Il Gruppo Italiano Vini (GIV) ha il grande merito di avere restituito la villa al suo splendore e di avere acquisito i vigneti che furono del grande segretario fiorentino, fondatore della politica moderna.

Ma l’Antica Fattoria Machiavelli è solo una delle 15 cantine storiche che il GIV ha saputo valorizzare, a partire dal 1986, anno in cui si è insediato nella settecentesca Villa Belvedere, a Bardolino, sul Lago di Garda, da cui fa viaggiare milioni di bottiglie all’anno, ambasciatrici dell’Italia nel mondo…

Rappresentare l’Italia del vino in tutte le sue declinazioni regionali e di etichetta è un rilevante elemento di attrazione del GIV sul mercato estero. Dal Friuli alla Sicilia, possiamo accompagnare il consumatore alla scoperta dei vitigni e dei brand caratteristici di ciascuna zona, proponendo una panoramica efficace e definita dell’offerta vitivinicola italiana.

Il successo del vino italiano nel mondo è molto legato alla ristorazione: anche in paesi come la Francia, dove la ristorazione è radicata, l’Italia conserva una precisa nicchia di mercato, in cui s’inserisce necessariamente anche il vino.

Sappiamo che gli italiani, storicamente, sono bravi ‘nel piccolo’ ma hanno difficoltà nel gestire ‘il grande’: da questo punto di vista, il Gruppo GIV rappresenta la piccola dimensione, con la presenza delle diverse cantine di proprietà del Gruppo, ma anche ‘il grande’, in quanto a fatturato (circa 370 milioni di euro) e a un’organizzazione aziendale che consente investimenti, ricerca, innovazione, penetrazione nel mercato. Giochiamo ciascun giorno un delicato equilibrio tra il mantenimento della ridotta dimensione produttiva della singola cantina – conservativa nei crismi di prodotto e di lavorazione – e la messa a regime dell’organizzazione generale: logistica, informatica, trasporti. I clienti del GIV in tutto il mondo possono accedere alla più grande scelta di vini italiani di qualità attraverso una procedura semplificata: un solo ordine, una sola consegna e una sola fattura. Un vantaggio competitivo importante, che riflette la ricetta fondamentale del nostro successo: guardare ai mercati esteri non intaccando il legame con i territori.

La bottega rinascimentale aveva una dimensione intellettuale: da una piccola realtà nascevano grandi opere. Pur non essendo un’opera d’arte in senso stretto, un vino è espressione di una cultura e di una tradizione che non possono essere misurate solo in termini economici…

L’Italia è portatrice nel mondo di un modello di vita, di cultura e di un’attitudine all’innovazione a cui aspirano molti paesi, soprattutto quelli in crescita, e che dobbiamo saper valorizzare, anche attraverso l’uso dei mezzi di vendita più avanzati, come internet. Un moderno rinascimento senza internet non potrebbe esistere: basti pensare che in Cina, dove il mercato del vino si è aperto solo negli ultimi anni, il 20 per cento delle vendite è online.

Ma per avere successo, oltre a mantenere una qualità assoluta dei prodotti, occorre sfrondarsi da quelle eccessive frammentazioni che sono da sempre un vizio tutto italiano. I messaggi di cui i nostri vini sono ambasciatori devono essere coerenti nella loro diffusione, per non creare confusione nell’acquirente: non possiamo pretendere che il mondo conosca la nostra storia locale così a fondo da cogliere e apprezzare tutte le particolarità legate ai singoli brand e vitigni.

Considerando che la storia non si ripete, un secondo rinascimento nel nostro settore dovrebbe esprimersi in un rinnovato approccio intellettuale: oggi la grande idea si costruisce attraverso il lavoro di tutti i giorni, il confronto con il mercato, l’analisi dei gusti, la ricerca continua.

Il GIV è espressione dell’incontro, del convivio (da cum vivere, “vivere insieme”), in cui giornalmente si porta avanti questa ricerca sui diversi e molteplici aspetti che la vinificazione comprende, dai processi di produzione al packaging, alla sostenibilità ambientale, tema sempre più caro ai consumatori. E la cultura è un valore aggiunto italiano da giocare e valorizzare, è la nostra carta vincente.