OCCORRONO NUOVI MODI PER FINANZIARE L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA

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presidente di Termal Group, Bologna

In questo numero della rivista apriamo il dibattito sulla tendenza in atto nei diversi ambiti della città. Negli ultimi vent'anni il vostro Gruppo ha investito in nuove tecnologie, testimoniando di un felice connubio fra natura e industria. Qual è la tendenza in questa direzione?
La situazione economica del nostro paese impone di aumentare la qualità e la tecnologia delle nostre imprese. Ormai non riusciamo più a reggere la competizione internazionale con i nostri prodotti. Il capitale internazionale è investito altrove e la produzione di lavoro è incentivata fuori dal paese, mentre i consumi calano e avanza il processo di deindustrializzazione. Dobbiamo tendere decisamente alla implementazione tecnologica, ma è un processo lento e quindi le soluzioni non sono immediate. In questo contesto, purtroppo sarà necessario provvedere a una notevole riduzione della remunerazione dei lavoratori per tornare ad essere competitivi ed attrarre nuovamente investitori esteri. È un’amara constatazione, che comporta inevitabilmente una diminuzione generale della qualità della vita. Per ridurre il più possibile gli effetti negativi di questo processo diventa prioritario puntare all'incremento della tecnica e della tecnologia. È essenziale capire come incentivare la ricerca tecnologica per produrre beni di qualità migliore rispetto a quella di altri paesi, oppure produrli a un costo inferiore. Purtroppo, il rilancio della ricerca tecnologica e dell’innovazione è contrastato da orientamenti ultra-socialisti. La cultura sociale italiana risente di un antico pregiudizio di fondo. Anziché acquistare la vanga per scavare la buca, si dà il denaro a chi non ha bisogno di acquistarla. Si considera l’assistenza come una priorità dell’oggi, ma quando arriverà il domani? Il costo economico per il sostegno di cassaintegrati a vita è enorme e potrebbe invece sostenere un piano di sviluppo senza precedenti.
Qual è il contributo degli istituti di credito a sostegno di progetti innovativi?
Le banche attualmente non sostengono questo processo perché il meccanismo che regolamenta la loro attività, anche a livello europeo, è decisamente orientato ad assicurare il rientro del capitale prestato, quindi vengono privilegiati gli impieghi a breve termine di smobilizzo oppure gli impieghi finanziari sul mercato internazionale, anziché quelli che implicano l’incertezza degli investimenti. Fino a qualche anno fa, gli imprenditori trattavano con banche che valutavano in modo differente il rientro, anche sotto il profilo di analisi più aperte e possibiliste sull’affermazione di un nuovo prodotto sul mercato o più genericamente di una nuova attività. Con le attuali regolamentazioni europee molto rigide, le banche hanno di fatto bloccato il credito. L’innovazione in Italia è presa in questo circolo vizioso. Ma senza innovazione non possiamo aumentare la nostra competitività e noi imprenditori non riusciamo a garantire al paese nuovo lavoro. Questo è un problema italiano, ma anche europeo.
Come si può rilanciare la ricerca tecnologica in Italia?
Si sta evidenziando una nuova tendenza, quella della disintermediazione bancaria che pone l’impresa nella necessità di trovare finanziamenti in diretto contatto con il risparmiatore, che finora ha depositato il proprio denaro nell'istituzione bancaria, delegandone il migliore utilizzo. Ma non è cosa semplice. Oggi il denaro del risparmiatore entra ancora prevalentemente in meccanismi d’investimento o di pura remunerazione finanziaria senza tornare nel circuito economico reale, perché il sistema finanziario non è più disponibile a sostenere l’innovazione e gli investimenti. In realtà, il tessuto imprenditoriale e la sua rappresentanza dovrebbero cercare vie autonome di raccolta del proprio fabbisogno finanziario, dato che quello richiesto alle banche non è più fruibile, ma le leggi attuali ostacolano questo processo. Oppure, occorrerà cercare nuove formule, anche legislative, che possano tornare a garantire alle imprese almeno condizioni di sopravvivenza. Una proposta in questa direzione potrebbe essere quella di mettere da parte il modello della banca universale, che oggi sta creando condizioni di esasperazione non più tollerabili nel contesto produttivo. Si tratta comunque di predisporre con lo strumento legislativo ambiti di intervento attraverso banche dedicate a sostenere determinati settori dell’industria, come avveniva in passato. Per esempio, si potrebbe creare la banca dell’innovazione all’interno di gruppi bancari importanti. Questa banca dovrebbe avere un determinato plafond e finanziare solamente start-up innovative, con il divieto di impiegare denaro in maniera differente. Si compirebbe così l’operazione inversa, drenando fondi dalla finanza generale per impiegarli in investimenti nell'economia reale e nell'innovazione, creando quindi lavoro. In questo momento sarebbe necessaria un’evoluzione della banca che tenga conto del mercato. Il risparmiatore può decidere le vie di sviluppo del paese depositando il proprio denaro presso banche tematiche, anziché universali, e indicando indirettamente dove deve essere investito.
L’investimento nella tecnologia è dunque imprescindibile…
Sotto il profilo economico mi sembra l’unica via intelligente per rientrare dall'economia del debito. È noto che per pagare un debito ci sono due modi: ridurre spese e consumi per pagare la “rata” oppure produrre di più per soddisfare il creditore. La tecnologia è la strada maestra per aumentare la produzione e per nostra fortuna le nuove generazioni l’hanno capito, al punto che ne fanno un uso diffuso. La risposta alla problematica economica attraverso l’evoluzione tecnologica può arrivare solo dai giovani, che sentono a rischio la propria condizione, considerando che spetterebbe loro pagare i debiti contratti dalle generazioni precedenti. Di fronte alla scelta naturalistica di diversi movimenti alternativi come il no global o la decrescita felice, i giovani stanno optando sempre più per altre ipotesi che trovano nella tecnologia un’opportunità rilevante. Questa è la tendenza. 
L’avvento tecnologico non si estende solo alla comunicazione via web, ma anche a tanti altri aspetti della vita quotidiana come la mobilità, che oggi registra una trasformazione tecnologica importante. Nel settore delle due ruote, per esempio, il Gruppo Termal sta cercando di interpretare questa tendenza, progettando e producendo Solingo, il primo ciclomotore elettrico che utilizza energia solare. Anche nel settore delle quattro ruote si possono notare elementi significativi che registrano questa trasformazione, soprattutto per quanto riguarda le applicazioni elettriche nella tecnologia tradizionale. 
La tendenza all’evoluzione tecnologica darà sicuramente soluzioni importanti a problemi come la riduzione dei consumi e il miglioramento della qualità dell’aria. La maturazione del processo è molto veloce. Il tempo di vita di un mezzo di locomozione è di circa otto anni; introdurre prodotti nuovi, elettrici e a basso consumo comporta che nell’arco di quindici anni potremo assistere alla riduzione drastica dei consumi per la mobilità, che oggi rappresentano quasi un terzo dell’impiego dell’energia nel mondo. Questa trasformazione può essere epocale perché non ha solo effetti nel campo economico e in quello medico, ma anche in ambito di geopolitica. L’impiego della componente fossile dell’energia sarà molto ridotto, quindi tutti i territori del mondo, e il Medio Oriente in particolare, vedranno modificare il loro ruolo nello scacchiere politico internazionale. D'altronde, questo sta già avvenendo grazie alle nuove tecnologie per l’estrazione di gas e di fossili idrocarburi utilizzate negli Stati Uniti, paese che, come documentano alcune ricerche, arriverà già dall'anno prossimo a non avere necessità di importare energia. Di certo questa nuova tecnologia estrattiva comporterà in tempi brevissimi una grande trasformazione del mercato dei combustibili fossili. Ancora una volta è constatabile come ricerca e innovazione tecnologica sono i motori per trasformazioni rilevanti, anche nello scenario politico mondiale.
Quali sono i prossimi passi del Gruppo Termal? 
Nel breve periodo intendiamo dare sviluppo alla società che opera nella tecnologia ZEB, che crea edifici a energia zero, in grado di autoprodurre l’energia loro necessaria. Poi vorremmo dare maggiore impulso alle attività legate alla mobilità elettrica, anche attraverso la realizzazione di un network di negozi specializzati e a marchio Wayel in tutta Italia, gestiti direttamente o in franchising.