LA FORZA DELLE IDEE PER IL MERCATO LIBERO
Quali
sono state le istanze per cui è nata la Carta di Bologna?
Nel 2014 è
stata sottoscritta la Carta di Bologna nella città in cui è nato il movimento
nazionale che, come mai era accaduto prima, ha raccolto l’adesione di
differenti associazioni, tra cui l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della
Strada (AIFVS), di cui sono socio, il Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali
Italiani (CUSPIT), Federcarrozzieri, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura
Italiana (OUA) e altre importanti associazioni di consumatori, di carrozzieri e
di periti a livello locale e nazionale (www.cartadibologna.org). Occorreva
acquisire più operatività e riscuotere maggiore attenzione da parte dei media
per contrastare il Decreto Destinazione Italia, che, tra l’altro, limitava fortemente
i diritti del danneggiato nel settore assicurativo. Pertanto abbiamo
predisposto tredici punti che, per esempio, sollecitassero l’introduzione di
strumenti di tutela del consumatore già in uso in Francia, come la libera
portabilità della polizza assicurativa, la libera scelta dei riparatori e il
diritto a giusti ed equi risarcimenti. La questione è ancora aperta, al punto
che lo scorso luglio la commissione Giustizia ha criticato il Ddl concorrenza
in riferimento alle norme sulla Rc auto, in particolare per la nuova disciplina
del danno non patrimoniale riconosciuto a chi è vittima di un incidente, in
quanto comporta una drastica riduzione dei risarcimenti – peraltro con un
inaccettabile effetto retroattivo – che avvantaggia le compagnie di
assicurazione. Tale disegno di legge stabiliva, dopo una serie di modifiche nel
corso della discussione in Commissione, che il valore economico del punto di
invalidità aumenta in percentuale solamente per macrolesioni superiori al 90
per cento, traducendosi in una riduzione del diritto al giusto ed equo
risarcimento per il danneggiato. Grazie a un intervento perentorio della Carta
di Bologna, che ha indotto la relatrice del disegno di legge a un profondo
ripensamento proprio all’ultimo minuto, è stato riformulato un dettato che, una
volta per tutte, ancora i risarcimenti per le vittime della strada ai valori in
uso presso il Tribunale di Milano, riconosciuti dalla giurisprudenza della Cassazione
quale parametro di riferimento nazionale.
Questo
Movimento riporta anche l’attenzione sulla libertà di scelta dell’assicurato e
del danneggiato…
La novità
della Carta di Bologna consiste nel fatto che è una piattaforma propositiva che
non raccoglie interessi di una singola categoria. Le associazioni che
aderiscono alla Carta di Bologna non concertano, non chiedono tavoli per
negoziare qualcosa, come fanno le strutture sindacali in Italia. Noi non siamo
un sindacato di categoria, il nostro compito corrisponde a quello che in
America fanno le associazioni con attività di lobbying, e soprattutto le grandi
associazioni di consumatori, ovvero quello di presentare progetti condivisi,
proposte, buona documentazione tecnica e soprattutto attivare tutti i possibili
canali istituzionali. In questi anni abbiamo costruito alleanze trasversali fra
le diverse entità che hanno aderito alla Carta di Bologna, in modo che questa piattaforma
giunga a influenzare la politica con la forza di alcune idee sulle quali non
cediamo, perché favoriscono un mercato più libero e quindi una maggiore
capacità di scelta dei consumatori.
Noi siamo
per la difesa dei diritti delle vittime della strada, dei liberi professionisti
e della piccola e media impresa, riportando l’attenzione sulla libera scelta
del cittadino. Anche per questa ragione nella nostra battaglia, durante le
numerose audizioni che abbiamo tenuto in Parlamento, è emersa la critica nei
confronti delle autorità di vigilanza delle assicurazioni, che dovrebbero garantire
un controllo a difesa della concorrenza nel mercato. Ma questo controllo è
spesso poco efficace, e quindi nocivo anche alla ripresa economica del mercato
interno, e non mancano casi di incompatibilità con il ruolo di garante. Fra i
punti di analisi del settore, la Carta di Bologna indica una revisione dei
criteri di nomina e degli statuti delle autorità di controllo e propone
l’istituzione di un’agenzia antifrode in ambito assicurativo, che sia
indipendente, con il conseguente annullamento del risarcimento diretto. Non a
caso lo slogan della Carta di Bologna è “Più concorrenza, più diritti”.
Fra i tredici punti della Carta di Bologna, c’è
anche quello relativo alla figura che dovrebbe garantire il corretto esito di
una riparazione: il perito. Noi riteniamo determinante la terzietà del perito
nella valutazione del danno. In Italia operano sia periti assicurativi sia
periti indipendenti. Il lavoro di questi ultimi è molto importante perché ha
una funzione di tutela, per esempio, dalle frodi o per verificare che la
riparazione sia eseguita a regola d’arte. Il perito assicurativo, invece,
tutela prima di tutto gli interessi della compagnia di assicurazione, quando
interviene su suo mandato nella valutazione economica del danno, perché
utilizza parametri da essa stabiliti. Questo elemento comporta che non sia
terzo alle parti. Inoltre, mentre in Germania, la terzietà del perito rispetto
alle parti comporta che abbia la responsabilità penale per la riparazione, in
Italia è assurdo che debba rispondere penalmente solo il carrozziere, anche nel
caso in cui sia quello fiduciario della compagnia.