L'IMPRESA VINCE CON L'ARTE E LA SCIENZA, NON CON LA BUROCRAZIA

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presidente di IMS Srl, Sasso Marconi (BO)

Nel 1988, l’economista Emilio Fontela considerava indispensabile per il brainworker e per la formazione dell’imprenditore del XXI secolo la propensione all’innovazione, che non dipende dall’applicazione di un sapere tecnologico alla produzione, ma dalle qualità dell’imprenditore, per questo indicato come l’artista del nuovo millennio…
L’imprenditore italiano è un artista perché fa cose di grande ingegno e all’estero è molto apprezzato proprio per questa specifica vocazione. In Italia, invece, si sente dire che il difetto delle piccole e medie imprese sarebbe quello di essere individualiste e di non fare gruppo. L’imprenditore, come l’artista, è e resta individualista e, come l’artista, inventa in solitudine. L’invenzione esige la solitudine, non si può inventare in gruppo. Anche per questo l’Italia è piena di tanti piccoli imprenditori e inventori. Non lontano dalla nostra sede, Guglielmo Marconi ha cambiato la vita di tutti noi grazie a questa sua vocazione. Non a caso il mio motto recita: “Se si vuole pensare in grande bisogna essere da soli, ma se si vuole andare lontano bisogna camminare insieme”.
Come spiega il paradosso per cui in Italia riscontriamo un’elevata densità di artisti ma anche di burocrati?
L’artista non può essere un burocrate, odia la burocrazia perché frena il suo ingegno complicando ogni cosa. L’imprenditore italiano è unico al mondo per ingegno e arte. Nella mia pratica ho notato che anche il semplice operaio ha l’esigenza di lavorare in modo non convenzionale, per questo è importante accogliere le sue proposte. Non è casuale che i nostri musei siano apprezzati in tutto il pianeta, per non parlare della nostra musica. In ciascun caso è questione di arte e allora l’artista non può comporre in gruppo. Sarebbe come convocare due attori in un film per la stessa parte da protagonista.
Quando ho incominciato a pensare all’idea del cerchio per l’applicazione rivoluzionaria del dispositivo mammografico Giotto, in molti hanno manifestato perplessità. Per parecchie notti non ho quasi dormito. Avevo bisogno di pensare a nuove combinazioni e se fossi stato in compagnia, in una riunione con cinque o sei persone, Giotto non sarebbe mai stato progettato.
Consideriamo un altro esempio. Per Giotto Class noi utilizziamo un detector, un dispositivo che consente di vedere direttamente l’immagine radiologica del seno. Quando abbiamo acquistato da un’azienda canadese il nuovo detector per la mammografia digitale, i nostri tecnici hanno valutato che, con una piccola modifica, quel detector poteva consentire l’esame mammografico anche in modalità tomosintesi. Abbiamo discusso molto di questa possibilità con i produttori canadesi perché non erano convinti che potesse essere utilizzato per la tomografia. Hanno perfino inviato dal Canada i loro migliori ingegneri, ma hanno dovuto constatare che la nostra intuizione era innovativa.
IMS è l’unica azienda al mondo che produce solamente dispositivi dedicati alla mammografia. È un’eccezione nel settore, costituito in prevalenza da multinazionali…
La senologia è una branca della medicina molto delicata e Giotto Class è l’unico dispositivo a eseguire la mammografia in modalità tomosintesi con biopsia prona. La nostra forza è stata quella di avere una valida catena di vendita all’estero che ho creato passo dopo passo, anche lungo le amicizie acquisite negli anni. Le multinazionali, invece, hanno interesse a diversificare il loro intervento, per questo sono molto attente alle innovazioni delle piccole e medie imprese italiane. Non sono mancate quelle che mi hanno proposto l’acquisto, ma mi sono subito chiesto cosa ne sarebbe stato dei collaboratori che hanno contribuito a far divenire leader nel settore IMS, che finora ha venduto nel mondo 3.800 mammografi Giotto. La logica della multinazionale è che, mentre pensa di produrre una tecnologia superiore a quella dell’avversario, è focalizzata a fare business, quindi il suo interesse per l’innovazione è finalizzato. Del resto la multinazionale deve rendere conto dei singoli programmi giornalieri a una schiera di soci, mentre l’azienda di piccole e medie dimensioni è molto più flessibile e ha interesse a far crescere i propri collaboratori perché deve essere certa dell’utilità dell’apparecchiatura per la paziente: se l’azienda non offre qualcosa in più della multinazionale non può vendere, dunque non può proseguire il suo itinerario di arte e invenzione.