UNA VITA PER LA SCIENZA DELL'ALIMENTAZIONE

Immagine: 
Qualifiche dell'autore: 
biologa nutrizionista, fondatrice del poliambulatorio Fisio Line, Modena

Nel 1988, quando ha aperto il poliambulatorio Fisio Line, lei aveva già alle spalle una vasta esperienza come biologa nutrizionista avviata nel 1973…
Durante il periodo d’insegnamento di Scienze dell’alimentazione ed Economia domestica all’Istituto Tecnico Femminile “F. Corni” di Modena (1972-1982), ho lavorato intensamente per trasformare l’istituto in un più moderno “biologico-sanitario”, mantenendo i contatti diretti con i Ministeri della Pubblica Istruzione e della Sanità. Inoltre, dal ‘73 al ‘75 ho collaborato nell’organizzazione e nell’insegnamento di un corso post diploma per dietiste (riconosciuto dai Ministeri della Pubblica Istruzione e della Sanità, oltre che dalla Regione Emilia Romagna), della cui direzione era stato incaricato Luigi Di Bella, professore dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Modena, con il quale mi ero specializzata in Scienza dell’alimentazione e che poi sarebbe divenuto famoso per il suo protocollo di cura oncologica. Devo molto a Di Bella, soprattutto perché mi ha insegnato a mettere al primo posto il paziente come persona. Da allora, mi sono impegnata molto nella sanità, anche se ho proseguito l’attività d’insegnamento e formazione, integrandola con gli incarichi che negli anni mi sono stati assegnati: nel 1987 sono stata tra i soci fondatori dell’A.B.I.A.N. (Associazione Biologi Italiani Alimenti Nutrizione) , nel 1994 sono stata eletta e nominata delegato provinciale dell’Ordine Nazionale dei Biologi, dal 1994 al 2008 sono stata membro di varie commissioni per gli esami di stato per la professione di biologo, dal 2003 a tutt’oggi sono membro esterno presso l’AUSL di Modena “Commissione già 34/98 per le autorizzazioni sanitarie” e mi sono stati affidati numerosi incarichi e diverse nomine in commissioni e consigli regionali e nazionali in ambito sanitario.
Com’è cambiato l’approccio alla dieta nella vita degli italiani in questi anni?
Negli anni Settanta, lo studio dell’alimentazione si utilizzava per mantenersi in linea, più che in salute, e interessava più le donne che gli uomini, i quali si lasciavano espandere in tutte le loro forme, senza curarsi dei loro addomi globosi e del loro russare notturno continuo, a scapito delle partner.
Come biologa, ho promosso in modo costante l’interesse e la pratica della scienza dell’alimentazione per la salute, e il tempo mi ha dato ragione: oggi anche la pratica medica incomincia a considerare il cibo un importante fattore di prevenzione, talvolta anche di terapia, per molte malattie. Purtroppo, spesso i cittadini delegano a internet l’informazione e l’aggiornamento in ambito alimentare, anziché affidarsi agli specialisti, che hanno i termini per consigliare in modo specifico una dieta per ciascuno. L’intervento medico e, in termini più ampi, sanitario, deve riguardare la singola persona, come un abito tagliato su misura. Non esiste la salute in generale.
Il “Quotidiano Sanità” (13 marzo 2017) riportava che il 7 per cento degli italiani è vegetariano e l’1 per cento vegano. Secondo questo quotidiano, noi siamo i più vegetariani d’Europa, insieme alla Germania. Di recente, un giovane di 33 anni mi ha chiesto consiglio rispetto alla propria situazione: aveva perso 40 kg con una dieta “fai da te”, ma sentiva la necessità di una forte ripresa. Era vegetariano e affermava che i risultati dei suoi esami erano positivi. Ebbene, gli ho dimostrato che, anche se i parametri non erano arrivati “all’asterisco”, molti vi si stavano avvicinando. A quel punto, mi ha chiesto di aggiungere un po’ di carne nella dieta che gli stavo preparando. Questa è l’ennesima prova di come le informazioni generiche possano essere fuorvianti rispetto alla scienza.
Nonostante l’attuale attenzione all’alimentazione, le notizie intorno all’aumento dell’obesità sono sempre più allarmanti. Che cosa può dirci in proposito?
Secondo un comunicato diffuso di recente dall’OMS, in Europa abbiamo la maggiore percentuale di bambini obesi, dai 6 ai 9 anni, e l’obesità incomincia già a 4 anni. Questo vuol dire che molti degli sforzi compiuti in questi anni in campo dietetico infantile non sono stati efficaci.
C’è da aggiungere che difficilmente si vedono persone obese in palestra, sia per le difficoltà che incontrano nei movimenti sia per il timore di risultare goffi. Proprio per questo, ho appena avviato un progetto che ha l’obiettivo di portare le persone obese in palestra, con programmi molto personalizzati e operatori che li seguono costantemente e non li abbandonano subito dopo la consegna degli esercizi. Per di più, con gli obesi occorrono attenzioni particolari, perché sono frequentemente portatori di patologie articolari e cardiocircolatorie. Per questo miro alla costituzione di piccoli gruppi, affinché queste attenzioni non manchino. Questa iniziativa si svolge in locali attigui al poliambulatorio Fisio Line, ma il criterio è sempre lo stesso: un intervento per ciascuno, non generalizzabile. Poi, ricordiamolo, movimento e alimentazione sono entrambi fondamentali per la salute.