LA PROPRIETÀ PRIVATA COME OSTACOLO ALL’OMOLOGAZIONE

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presidente Centro Studi Confedilizia e giudice tributario

La dittatura del relativismo ha avuto come successore la dittatura del pensiero unico. Ormai i giornali cantano lo stesso ritornello, diffondono, per esempio, l’idea che la proprietà immobiliare sia una proprietà statica, che vive di rendita, come vuole la teorizzazione marxista.
Noi, invece, constatiamo come la proprietà, tanto più in questo momento, non sia mai acquisita, ma vada riconquistata giorno per giorno, come si dice della libertà.
Lo constatiamo sulla nostra pelle, perché ciascuno di noi avverte sulla propria pelle la tassazione.
Ebbene, il pensiero unico vuole la tassazione del valore anziché dei redditi. Confedilizia ha organizzato a Firenze un convegno per celebrare l’anniversario del varo in Italia dell’imposta reddituale.
Lo Stato liberale è sempre ricorso a un’impostazione fiscale di carattere reddituale, proprio facendo riferimento a quel concetto che è consacrato nella Costituzione della Repubblica Tedesca e che non è invece consacrato nella Costituzione della Repubblica Italiana. Il principio per cui un bene non può essere tassato oltre il reddito che produce non è stato introdotto nella nostra Costituzione, lasciando una breccia attraverso cui passano tutte le peggiori offese alla proprietà. Noi lo diciamo da un punto di vista pratico e i teorici lo dicono da un punto di vista generale: invocare una tassazione sul valore è auspicare sempre una tassazione complessivamente espropriativa, perché non rispetta il limite di tassazione del reddito che il bene produce.
Diversamente da quel che avviene in Germania (la cui economia non a caso è più solida della nostra), abbiamo un’espropriazione surrettizia.
Oggi il vero nemico della proprietà è l’espropriazione surrettizia attraverso queste forme che vengono insinuate nella tassazione da queste teorie che sono fortemente progressiste e fintamente scientifiche, ma che in realtà sono solo teorizzazioni politiche e fanno parte di una volontà espropriativa che sottostà allo stesso pensiero unico dominante. Sono interessi di carattere internazionale contro la proprietà immobiliare e i diritti immobiliari, perché tutti gli organismi internazionali, che hanno tutti la stessa cultura, ossia quella burocratica e latamente marxista, sono adagiati su questo tipo di tassazione che invocano reiteratamente.
La nostra Associazione cerca d’impedire che questo pensiero unico avanzi. Con il lavoro attento e incessante di Confedilizia, sono state evitate molte corbellerie, altre sono state limitate, ma purtroppo restano e avanzano le proposte che maggiormente ci dispiacciono. Sul nostro notiziario di Confedilizia trovate non solo notizie di carattere tecnico, ma anche prese di posizione per una battaglia culturale, proprio perché ritengo che la proprietà debba essere difesa prima di tutto sul piano delle idee. Oggi l’opinione pubblica ha un’importanza eccezionale e le idee, anche se non sembra così, hanno una grande presa e una grande capacità d’incidere nella realtà. Noi, come sede centrale di Confedilizia e attraverso le sue ramificazioni e associazioni più attive, fra cui quella di Bologna, cerchiamo di reagire prima di tutto proprio sul piano delle idee, nel senso che questo è un principio essenziale.
Naturalmente, contro di noi c’è tutto questo modo ufficiale di concepire le cose: è il pensiero unico che ci attanaglia. Però, questa battaglia è importante perché, oltre a essere una difesa di legittimi interessi, è anche una difesa degli ideali riguardanti la proprietà.
In pratica, la filosofia si è sviluppata a partire dai concetti di proprietà: alcuni filosofi la difendevano, altri vi si opponevano.
Platone non la difendeva, non a caso è l’ideatore dello stato totalitario.
L’uomo proprietario è l’uomo indipendente, che non ha bisogno di altri né di servire il tiranno di turno. L’uomo proprietario ha una sua libertà e possiamo anche dire che proprio per questo la proprietà non è apprezzata e si vuole distruggerla insieme alla borghesia e al ceto medio. C’è un disegno politico e ideologico – che si può definire di carattere internazionale perché è il pensiero unico – che vuole omologare il pensiero. Distruggere la proprietà è il modo migliore per riuscire in questa omologazione.
Solo con John Locke la proprietà ha trovato una ragione filosofica, cui è seguita la teorizzazione liberale di Ludwig Von Mises, che intendeva la proprietà non soltanto come modo di corrispondere a interessi economici e materiali, ma come una via per assicurare l’indipendenza del pensiero.