LO STATO EGUALITARIO È CONTRO LA PROPRIETÀ E L’INDIPENDENZA

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economista

Molti dei conflitti che insorgono tra gli uomini sono dovuti al fatto che qualcuno vuole fare A con una cosa specifica e qualcun altro vuole fare B con la stessa cosa. Per evitare questo tipo di conflitti c’è un solo modo: tutte le cose devono essere di proprietà di qualcuno, così io posso fare con le mie cose ciò che voglio fare e tu puoi fare con le tue cose quello che vuoi fare. Ma come stabilire chi possiede qualcosa e chi non la possiede? Perché gli uomini incomincino a parlare in modo pacifico, senza conflitto, occorre che riconoscano che ciascuno è il proprietario di tutte quelle cose di cui ha acquisito il possesso prima che lo abbia fatto qualcun altro. La proprietà può inoltre essere trasferita da un proprietario precedente a uno successivo attraverso uno scambio volontario, anch’esso senza conflitto. Se qualcosa è proprietà privata, è sempre chiaro chi la possiede e chi non la possiede. Il problema sorge quando c’è chi ritiene che gli appartenga una cosa, pur sapendo che è stata prodotta da qualcun altro o che era proprietà di qualcun altro.
È ovvio che questo porta al conflitto.
I possessori di una proprietà privata devono quindi fare qualcosa per difenderla.
Cosa possono fare? La prima risposta è l’autodifesa.
Le persone possono prepararsi ad affrontare gli aggressori e a cercare di sconfiggerli, l’autodifesa è tra i mezzi più efficaci per farlo. Nelle società in cui le persone sono autorizzate a possedere una pistola, i crimini sono inferiori rispetto a quelle società in cui il possesso di armi da fuoco non è autorizzato. Nei giornali leggiamo che qualcuno ha utilizzato armi da fuoco per attaccare altre persone, ma i giornali non possono parlare di quegli attacchi alla proprietà privata che sono stati impediti proprio dal fatto che la gente era in possesso di pistole.
I crimini in Svizzera sono molto rari perché ogni potenziale aggressore sa che tutti gli svizzeri hanno come lui una pistola in casa. Lo sappiamo bene anche dall’esperienza nel Wild West, che, contrariamente a quello che si vede a volte nei film western, era in realtà abbastanza pacifico. Chi avesse cercato di fare una rapina in una banca, considerando che lì ciascun banchiere era armato, non sarebbe mai uscito vivo. È vero che nel Wild West le persone si sparavano, ma in modo intenzionale, come tra due campioni di pugilato, che hanno deciso a priori di battersi. In un duello di pistole tra due parti volontarie non si verifica alcun crimine.
Ma non basta l’autodifesa a proteggere la proprietà, per questo collaboriamo anche con altri per difenderla da potenziali aggressori. Questo comporta che vada difesa anche da coloro che sostengono ideologie marxiste e socialiste, secondo cui la proprietà deve essere alienata da coloro che la posseggono. Queste ideologie vanno combattute, non sono accettabili in un paese che voglia difendere la proprietà privata. Ma anche l’ideologia democratica va combattuta, quando sostiene che debba essere la maggioranza a decidere chi possiede cosa e in che misura, quanta proprietà debba essere sottratta a ciascuno e conferita ad altri, determinati dalla maggioranza.
Occorre invece avvalersi del modello assicurativo. Nella nostra società è molto diffusa l’idea che lo stato debba essere l’istituzione cui spetta valutare se la nostra proprietà sia o meno protetta. Ma lo stato non ha alcun contratto con nessuno dei propri cittadini, dunque non dice che cosa è disposto a difendere, cosa farà se non lo difenderà, e non ci ricompenserà in alcun modo se non farà nulla e se qualcuno s’introduce nella nostra proprietà per compiere un furto o per occuparla.
Indipendentemente da ciò, lo Stato ci obbliga a pagare le tasse sulla proprietà. Ora, è chiaro che se una compagnia di assicurazioni offrisse un contratto come questo, fallirebbe immediatamente: nessuno vorrebbe assicurarsi a queste condizioni. Se la sicurezza dipendesse dalle assicurazioni, esse dovrebbero offrire un contratto, sarebbero in concorrenza tra loro sia rispetto ai servizi sia per quanto riguarda il prezzo, dovrebbero precisare esattamente quello che è assicurato, e dovrebbero investigare quali beni davvero vi appartengono, perché solo allora vi assicurerebbero.
Sarebbero inoltre efficaci nella prevenzione della criminalità, perché non dovrebbero rimborsare crimini che si possono prevenire. Sarebbero efficaci anche nel trovare beni rubati (perché qualunque cosa ritrovassero, non dovrebbero rimborsarla) e sarebbero efficaci nel trovare i criminali (perché allora farebbero in modo che fosse il criminale a pagare la compensazione alla vittima). Ben altra cosa la situazione attuale, in cui le vittime non solo non vengono rimborsate dai criminali, ma devono anche pagare i soldi necessari per imprigionarli. Così, le vittime sono punite due volte.
Questo non sarebbe mai avvenuto se la protezione della proprietà fosse gestita soltanto dalle compagnie di assicurazione, che sarebbero efficaci soprattutto ad arbitrare i conflitti. Se due persone fossero assicurate con la stessa compagnia assicurativa, ci sarebbe una clausola nel contratto che preciserebbe le procedure e entrambe le persone dovrebbero sottoscriverla.
Se due persone fossero invece assicurate con società differenti, le compagnie di assicurazione prevedrebbero una clausola con il coinvolgimento di una terza parte indipendente, che decida chi ha ragione e chi è in torto.
Ancora una volta, facciamo un paragone con la situazione attuale e ipotizziamo di avere un conflitto con lo stato, per esempio con un poliziotto che ci aggredisce. Chi decide se il poliziotto ha ragione o se invece abbiamo ragione noi? Un impiegato della stessa società che impiega anche il poliziotto. Non esiste un terzo, arbitro indipendente, pertanto, se lo stato è l’aggressore e anche il giudice, non sarà mai riconosciuta l’aggressione: tu hai sbagliato, mentre lo stato ha sempre ragione. Inoltre, nessuna compagnia assicurativa assicurerebbe mai un noto aggressore, perché ciò le imporrebbe costi aggiuntivi e un premio più elevato, dunque sarebbe tagliata fuori da altre agenzie di assicurazione concorrenti. Per di più, le compagnie di assicurazione insisterebbero affinché la gente non cercasse la giustizia come vendetta: l’autodifesa sarebbe ovviamente consentita, ma sarebbe preferibile che non s’instaurassero conflitti ulteriori, come la vendetta, con costi aggiuntivi.
Incide sulla questione della proprietà anche il problema della divisione, o del decentramento, che è un problema attuale. Perché i piccoli stati, gli stati decentralizzati, sono più ricchi? Perché vogliamo avere una grande moltitudine di stati? Fin dal Medioevo, l’Europa era estremamente decentrata: la Germania fino al 1871 era composta da trentotto principati e la situazione italiana era simile fino al 1866. Se consideriamo il periodo attuale, il paese più ricco in Europa è la Svizzera, o forse addirittura il Liechtenstein, un paese di soli trentaseimila abitanti. Il successo della Svizzera non è dovuto alla democrazia diretta, ma al fatto che la Svizzera è altamente decentrata: è costituita da un gran numero di cantoni indipendenti e ammette la loro concorrenza fiscale.
Alcuni cantoni prevedono imposte inferiori, per questo molte aziende si sono stabilite in quelle aree dove le tasse sono più basse, evitando quei cantoni che tassano le attività in modo più pesante. Il progetto dell’Unione europea è ovviamente l’esatto contrario: evitare ogni concorrenza fiscale, rendere ogni paese uguale a un altro, per armonizzare le imposte e le normative, in modo che non ci sia più motivo di trasferirsi da un posto all’altro. Se uno stato, per esempio il Lussemburgo, ha tasse inferiori rispetto ad altri paesi europei, l’Europa non invita gli altri ad abbassare le imposte al livello di quelle del Lussemburgo, ma chiede al Lussemburgo di aumentare le tasse al livello di quelle della Germania e della Francia. Questa strategia dell’Europa è un progetto socialista, non ha niente a che vedere con la proprietà privata o con il commercio libero. Mira a rafforzare sempre più il potere dei governi, permettendo loro d’infierire sempre di più sulla proprietà privata della propria cittadinanza.
Come affrontiamo questa situazione? Se una regione che ha aderito all’Unione europea o che fa parte di uno stato cerca di ottenere l’indipendenza, o cerca di ottenere una maggiore autonomia dallo stato centrale, c’è sempre il rischio che lo stato centrale invii le proprie truppe. In Spagna, lo Stato centrale ha minacciato di inviare il proprio esercito per impedire la secessione catalana. Gli stati sono istituzioni aggressive, come possiamo fare per impedire che abbattano i movimenti indipendentisti e decentralizzanti? Occorre chiedersi se non sia necessariamente vero che gli stati più grandi inglobino quelli più piccoli, anche se potrebbero, questo dipende dal fatto che gli stati sono in una certa misura vincolati dall’opinione pubblica. Essi devono sempre trovare qualcosa che permetta loro di additare le regioni decentralizzanti come nemici, aizzando la propria popolazione contro di loro. Senza un nemico, sarebbe difficile convincere la propria popolazione a impegnarsi in attività aggressive. Per evitare di offrire allo stato un nemico, quando si tenta di ottenere l’indipendenza o di raggiungere una maggiore autonomia come regione, prima di tutto bisogna garantire che lo stato centrale possa mantenere tutte le proprietà di quella regione che lo stato afferma essere proprie. In secondo luogo, dobbiamo renderci conto che non tutti sono a favore della secessione, dunque dobbiamo consentire la secessione dai secessionisti, dobbiamo consentire a coloro che non sono d’accordo di poter rimanere con lo stato centrale, per esempio la Spagna, senza doversi trasferire, e di restare soggetti anche in futuro alle leggi spagnole. In questo esempio, solo gli indipendentisti catalani devono essere soggetti alla legge catalana, mentre coloro che vogliono rimanere con la Spagna sono soggetti alla propria legge. Se ci fosse un conflitto (e qui possiamo imparare da quanto ho detto sulle compagnie di assicurazione) tra qualcuno che vive in Catalogna, ma che vuole fare appello alla legge spagnola, e un catalano che ha deciso di appellarsi invece alla legge catalana, allora verrà introdotto un arbitrato indipendente, di terze parti. In questo caso, per il governo centrale della Spagna sarebbe molto più difficile di quanto sia attualmente riuscire a ottenere il sostegno della propria popolazione per schiacciare i catalani. Il governo centrale spagnolo potrebbe invadere il proprio territorio, ma sarebbe molto più difficile legittimare tale attività tra l’opinione pubblica, non solo in Spagna ma anche all’estero, se gli indipendentisti avessero scelto l’opzione che consentirebbe a coloro che si trovano in disaccordo con il movimento secessionista di scegliere un sistema giuridico diverso da quello adottato ora in Catalogna. E questo sarebbe anche il prezzo da pagare se alcune regioni in Italia volessero ottenere più autonomia: si dovrebbe permettere a coloro che vogliono rimanere con il governo centrale di farlo e non costringerli a spostarsi dalle loro regioni. Questo ci riporta al modello assicurativo che ho presentato. Le compagnie di assicurazione possono anche assicurare le persone che vivono in luoghi diversi: non tutte le persone che sono assicurate dalla stessa compagnia assicurativa devono per forza abitare in un territorio contiguo, le compagnie di assicurazione forniscono lo stesso servizio ovunque esse vivano.