SERVIZI D’ECCELLENZA IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO

Qualifiche dell'autore: 
fondatrice, managing director, sales and marketing di Interlanguage srl, Modena

Alla fine del 2019 le Ferrovie Svizzere hanno rinnovato per altri cinque anni il contratto con la vostra società per i servizi di traduzione. Che cosa comporta lavorare per un paese che ha quattro lingue nazionali? La Svizzera ha una particolarità unica al mondo, quattro lingue nazionali, e gli enti pubblici hanno l’esigenza di scrivere e di comunicare con i cittadini in quattro lingue differenti – francese, tedesco, italiano e romancio –, quindi l’attenzione per la traduzione è superiore rispetto a qualsiasi altro paese.
Le Ferrovie Svizzere hanno dipendenti in tutti i cantoni e, da quindici anni, si rivolgono a noi per la traduzione di corsi professionali, norme di sicurezza o documentazione esterna rivolta ai passeggeri. Siamo molto orgogliosi di questa collaborazione, anche perché il livello di qualità richiesto in Svizzera è molto elevato e questo ci ha permesso di crescere e di lavorare secondo criteri molto rigorosi.
Da oltre trent’anni fornite un supporto linguistico completo all’attività di comunicazione internazionale di industrie del nostro territorio, ma il 50 per cento del vostro fatturato è realizzato con clienti stranieri. In quali paesi? Oltre che in Svizzera, lavoriamo soprattutto in Germania, anche perché nella provincia di Modena i rapporti commerciali con questo paese sono sempre stati molto stretti. E non è un caso che all’inizio del 2019 siamo entrati a far parte del gruppo tedesco Transline.
Molte imprese del nostro territorio – dal settore biomedicale alla ceramica, dall’automotive alle macchine agricole – esportano l’80 per cento della loro produzione, pertanto si avvalgono del nostro supporto linguistico per rendere efficace e qualificata la loro attività internazionale. In oltre trent’anni abbiamo servito clienti importanti (fra cui CNH Industrial, Maserati, Lamborghini, Marazzi e Florim, per citarne solo alcuni) e oggi il nostro team interno di linguisti, con grande esperienza e spessore culturale, coordina una rete di oltre 1500 traduttori in tutto il mondo, per affiancare le nostre imprese in Italia e all’estero.
Quanto conta per un’impresa comunicare con i clienti nella loro lingua, anziché sempre e soltanto in inglese? Se, per esempio, in Germania un utente cerca in internet un prodotto o un servizio utilizza una parola chiave della sua lingua madre: se lo trova e la descrizione è accurata dal punto di vista linguistico, può leggere le informazioni in modo chiaro in quei pochi minuti che ha deciso di destinare a quell’operazione, quindi non ha la percezione di acquistare un prodotto d’importazione. A quel punto, ai fini dell’acquisto, non importa più dove risieda il fornitore, ma il fatto che parli la sua stessa lingua. Alcune aziende – per fortuna poche ormai nella nostra provincia, dove c’è molta lungimiranza – si limitano a tradurre il sito in inglese, ma un utente russo, per esempio, difficilmente cerca informazioni in inglese. Il mondo parla migliaia di lingue, l’inglese è una lingua franca, ma solo fino a un certo punto e, quando si vuole raggiungere l’utente nel suo mercato, bisogna contattarlo nella sua lingua: egli non ha motivi per venire da noi, siamo noi che ne abbiamo per andare da lui.
Il linguista Carlo Tagliavini definiva il traduttore come il cambiavalute del linguaggio, perché è attento alla frequenza d’uso di un termine in una lingua e cerca il corrispettivo nell’altra… Se un termine è inerente a un registro ricercato anche nella traduzione deve esserlo. Il registro linguistico deve essere mantenuto, per questo il traduttore è indispensabile. Con l’avvento di internet, la quantità di informazioni che devono essere tradotte è aumentata in maniera esponenziale e il traduttore umano non ha capacità di memoria e di documentazione per gestire volumi immensi d’informazione.
Da qui si è evoluto tutto il settore, con un supporto sempre più massiccio dell’informatica. L’intelligenza artificiale con la linguistica computazionale è un nostro grande alleato perché ci permette di tradurre grossi volumi di documentazione tecnica in breve tempo e a un costo sostenibile per l’azienda. Tuttavia, il traduttore umano rimane insostituibile sia per il necessario controllo delle traduzioni automatiche sia perché la macchina non è in grado di cogliere le sfumature che fanno parte di un contesto, di un settore, di una cultura specifica: il traduttore è anche mediatore culturale, perché comunicare vuol dire prima di tutto capire il contesto. È ciò che abbiamo dovuto fare, per esempio, quando abbiamo tradotto per le Ausl un opuscolo sulla gravidanza e sulla contraccezione in arabo, urdu, cinese, francese, spagnolo e portoghese allo scopo di sensibilizzare le donne straniere sul nostro territorio.
Il nostro è un lavoro molto interessante, che, dopo trentacinque anni, non smette d’incuriosirmi e attrarmi.
Il lavoro dovrebbe essere cosi, dovrebbe dare gioia di vivere… Purtroppo, stiamo insegnando ai nostri figli che lavorare è brutto, meglio andare in palestra o divertirsi, facendo le cose esaltate dalla pubblicità.
Come se il lavoro fosse qualcosa da cui non si vede l’ora di scappare.
Speriamo che il mondo dei selfie non diventi il mondo del self, dell’egocentrismo e dell’egoismo.