I MIRACOLI DEI NANOMATERIALI NEL TRATTAMENTO DELLE SUPERFICI

Qualifiche dell'autore: 
CEO di Nanoprom Chemicals Srl, Sant’Antonino di Casalgrande (RE)

Quest’anno siete in lista per ricevere il premio Mascagni per il prodotto innovativo BV-Stop, il vostro spray pluri-certificato anticovid, che tiene lontani dalle superfici virus, batteri e muffe. Inoltre, vi siete posizionati 145esimi nella classifica Leader della crescita 2022, stilata da “Il Sole 24 Ore”, con un incremento del +54,76%, e primi assoluti nella classifica delle aziende chimiche in Italia, mentre in Europa avete ottenuto il quinto posto, certificato dal “Financial Times”. Un risultato non casuale, se consideriamo quanta ricerca sta alla base dei vostri prodotti e quanti problemi risolvono nel trattamento di superfici in tutti i settori e ambiti della nostra vita: dalla nautica all’automotive e all’aerospace, dalla Formula 1 all’arredamento e alla sanità. Avremo occasione d’illustrare i processi e gli effetti dei singoli prodotti nei prossimi numeri della rivista, ma proviamo a raccontare la storia dell’avventura che lei ha deciso d’intraprendere qualche anno fa nella ricerca e nell’applicazione dei nanomateriali…

Ho incominciato a interessarmi ai nanomateriali nel 1997, mentre facevo il camionista in un’azienda chimica che lavorava nel settore del vetro, nota a Sassuolo grazie a un prodotto utilizzato per la protezione delle superfici delle piastrelle. Un prodotto talmente affascinante che, a un certo punto, ho deciso di assumere un autista che facesse il mio lavoro per mezza giornata, così mi restava il tempo per andare a venderlo agli autolavaggi e ai produttori di box docce. Da lì a poco, l’azienda con cui avevo iniziato a cooperare dovette chiudere per un insoluto di un cliente portoghese. Quindi, per proseguire l’attività che ormai per me stava diventando prioritaria, ho aperto la Nanoprom come ditta individuale, naturalmente avvalendomi del chimico e dei fornitori dell’azienda in cui avevo lavorato fino ad allora.

Una volta partito, si trattava di estendere l’offerta ad altri settori, oltre a quello del vetro. Così, con l’aiuto di alcuni consulenti, che per me sono stati di straordinaria importanza, ho capito che il settore più remunerativo nell’immediato era quello nautico. Eravamo tra le prime aziende in Italia a scommettere nella ricerca e nell’applicazione commerciale dei nanomateriali o, come si dice in gergo, nel mondo del 10 -9 (10 alla meno 9).

Dopo due anni di ricerca, a fine anni Novanta, abbiamo sviluppato e brevettato Polysil™, novità assoluta nella protezione e nel rifitting di superfici costituite da strutture a base polimerica (gelcoat e vernici), metalli, leghe e vetro. Poiché ha le stesse qualità del vetro, Polysil™ consente di recuperare tali superfici o di preservarle dall’usura, in modo resistente e completamente analogo al materiale su cui si posa. Per la sua capacità di far tornare in vita materiali altamente usurati – rappresentando un’alternativa alla verniciatura e alla lucidatura e garantendo una più alta protezione delle superfici durante il loro utilizzo – Polysil™ ha vinto il Qualitec Award nel 2011. Nell’ambito che ha portato al successo questo prodotto, è risultata decisiva l’esperienza condotta in Tetrapack, uno dei primi clienti a sceglierlo, che tuttora lo utilizza per proteggere gli impianti di tutti gli stabilimenti presenti nel mondo (strutture in acciaio, alluminio e vetro).

Diceva però che il primo settore in cui ha trovato applicazione immediata è stato quello della nautica…

Infatti. Da parte sia di clienti privati sia di armatori di grandi cantieri, la nautica ci ha dato tante soddisfazioni. Basti pensare che siamo diventati fornitori ufficiali di Yacht C.B.I. Navi, Fypa yacht e AB yacht, mentre l’Aviazione marittima italiana ha siglato un accordo quinquennale con noi, in esclusiva, per i nostri prodotti che riducono gli attriti sia dell’opera viva, sia delle murate delle imbarcazioni. Inoltre, siamo diventati fornitori ufficiali della Federazione Italiana Vela per le Olimpiadi.

Quindi i vostri prodotti non garantiscono soltanto la protezione delle superfici su cui vengono applicati, ma hanno anche altri vantaggi?

Certo, i vantaggi vanno dalla riduzione degli attriti, con progressivo aumento della scorrevolezza dei materiali, alla facilità di pulizia delle strutture esterne e interne e al maggiore risparmio nei costi di manutenzione, con conseguente riduzione dell’impatto ambientale.

Le prove più tangibili dell’efficacia dei nostri prodotti le abbiamo ricevute dalle esperienze agonistiche. I grandi campioni delle competizioni di acqua, di aria e di terra hanno ottenuto il loro successo negli ultimi vent’anni anche grazie alla ricerca e all’innovazione frutto delle nostre scelte. Matteo Miceli, per esempio, ha raggiunto nel 2003 il record della traversata atlantica in coppia (ancora imbattuto), per poi replicarlo in solitaria nel 2007, quando è stato proclamato velista dell’anno. Giovanni Soldini, con l’imbarcazione Maserati, ha battuto il record mondiale Cadice-San Salvador, percorrendo 4632 miglia reali (3884 sulla rotta Ortodromica) in 10 giorni, 23 ore, 9 minuti e 2 secondi. Andrea Mura ha vinto nel 2010 la Route Du Rhum.

Avete anche realizzato una vernice super leggera, molto efficace nel ridurre il peso delle sport car…

La nostra vernice, per quello che a noi è noto, è la meno pesante al mondo e consente, per esempio, su alcune monoposto di Formula 1, di limitare a soli 250 grammi il peso necessario per la verniciatura completa, riducendo di oltre un chilo il peso della verniciatura standard. Quest’anno abbiamo fornito la vernice per un drone a un cliente italiano molto importante, riducendo il peso della verniciatura da 17 chili a 3,5.

A proposito di leggerezza, come fornitori certificati per il settore aerospaziale siamo tra i promotori di Anser (ITA) AeroNautic and Space Emilia-Romagna, un gruppo che si è appena costituito, insieme ad aziende come Curti Costruzioni Meccaniche, Poggipolini e TEC Eurolab.

Tra parentesi, con Curti Costruzioni Meccaniche abbiamo eseguito una simulazione di verniciatura del loro innovativo elicottero Zefhir (dotato di paracadute balistico): è risultato che bastano 800 grammi della nostra vernice, contro gli 8 chili di quella tradizionale. Un risultato da sogno.

Oltre alla riduzione del peso della verniciatura, quali sono le altre applicazioni delle nanotecnologie sui veicoli nelle competizioni?

Durante un MotoGP, per esempio, può capitare di vedere alcune moto che escono dai box con un cerchio anteriore bianco, che però diventa di colore violaceo quando la moto è impegnata in pista in piena velocità oppure lucidato con finitura trasparente. Ebbene, è il frutto dell’applicazione delle nuove nanotecnologie nella vernice dei cerchi, che permette di raggiungere due obiettivi importanti: oltre a ridurre il peso del 70% rispetto a un trattamento tradizionale, produce una rifrazione dell’80% dei raggi infrarossi e del 30% di quelli generati dal disco. Con il risultato che la superficie del cerchio cambia colore e vira dal bianco verso le tonalità del viola o del blu quando entrano in azione le nanotecnologie, grazie alle quali è possibile proteggere la ruota e, quindi, la gomma, che sarà preservata da possibili surriscaldamenti. È una soluzione particolarmente utile in gara per ridurre il degrado della gomma in appuntamenti particolarmente caldi come quelli della stagione estiva.

I vostri prodotti contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale anche nella lavorazione dell’alluminio. In che modo?

Di recente, abbiamo incominciato a collaborare con un’azienda storica di Milano specializzata nella lavorazione delle leghe dell’alluminio e siamo riusciti a produrre un coating che permette di eliminare l’anodizzazione e i bagni galvanici. Tutti gli accessori cromati in una vettura, al termine del loro ciclo di vita, vanno smaltiti come rifiuti speciali, quindi sono da incenerire. Con il brevetto che ci è stato rilasciato il 15 dicembre dello scorso anno, Nalucoat™, tutti gli accessori della vettura diventano riciclabili all’infinito, nonostante mantengano la bellezza dell’alluminio e della cromatura. È una vera rivoluzione green per il settore dell’automotive, se consideriamo che nel processo di cromatura si raggiungono picchi del 30% di scarto in produzione, quindi milioni e milioni di pezzi devono essere rottamati tutti i giorni. Invece, grazie al nostro trattamento, un pezzo che ha difetti non si butta, ma viene reimmesso nel crogiolo della fonderia e recuperato al 100%.

Ma veniamo al prodotto premiato di cui parlavamo all’inizio, BV-Stop, lo spray che abbatte i virus, i batteri e le muffe dalle superfici fino a trecento lavaggi…

BV-Stop ha richiesto un anno e mezzo di ricerca e oltre 350.000 euro di investimento, di cui 280.000 da Nanoprom Chemicals divisione Engennering e il restante dalla regione Emilia-Romagna. Ma oggi possiamo dire con certezza che è uno tra i primi tre prodotti al mondo a dare questi risultati, certificati da tre università differenti, Modena, Firenze e Chieti. E, soprattutto, è l’unico completamente trasparente (visibile tramite una lampada speciale, se si desidera verificare la sua distribuzione sulle superfici), mentre gli altri due – giapponese e israeliano – conferiscono un colore alle superfici su cui vengono applicati, quindi sono antiestetici. Oltre alla colorazione che si ottiene con una lampada UV di media potenza – un plus che ha determinato la possibilità di ottenere un brevetto –, BV-Stop è l’unico prodotto al mondo che lavora sia al buio sia alla luce, sia con il caldo sia con il freddo e in condizioni sia di umido sia di secco, mentre il 90% dei prodotti antibatterici o antivirali sono efficaci solo in presenza di luce oppure con umidità, ma nessuno, a nostra conoscenza, lavora in tutte le condizioni atmosferiche.

I test che abbiamo condotto con il supporto del Tecnopolo di Mirandola ci dicono che, a 24 ore dalla sua applicazione in laboratorio, riduce del 99,99% i batteri inoculati sulla superficie trattata rispetto a quella non trattata. Anche i test sui virus appartenenti alla famiglia dei Coronavirus umani hanno dato ottimi risultati, dimostrando, dopo solo due ore, un abbattimento della carica virale nei test in laboratorio di oltre il 90%. E questa protezione si mantiene inalterata per cinque anni dalla sua prima e unica applicazione.

Com’è nata l’idea del BV-Stop?

Durante la pandemia, tornando in aereo dal Gran Premio di Barcellona, mi sono reso conto di quanti pericoli di contagio fossero in agguato nel contatto con qualsiasi superficie o oggetto. Il giorno dopo stavo già studiando una soluzione con i chimici del nostro laboratorio di ricerca. E, dopo un anno e mezzo, finalmente è arrivato BV-Stop, uno spray a base acquosa, pensato per tutti i luoghi le cui superfici sono a rischio per la presenza di agenti patogeni: dalle sale operatorie alle scrivanie degli uffici ai banchi delle scuole, dal telefonino al volante delle auto.

Vorrei concludere dedicando questa ricerca a tutti coloro che hanno perso la vita con questa tremenda pandemia e a mio suocero, il quale è tra le persone che ci hanno lasciato. Se questo lavoro salverà anche una vita, gli sforzi fatti dallo staff di Nanoprom e dai ricercatori delle università saranno più che ripagati.

A Giovanni Sabatino, da un figlio acquisito.